“Ennesimo attentato all’ambiente perpetrato da Tap”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Da Roma la senatrice del Movimento 5 Stelle Daniela Donno (nella foto) ci manda il seguente comunicato______
“La società del gasdotto Tap non avrebbe rispettato la distanza minima di 50 metri tra il punto di uscita subacqueo del microtunnel e la flora marina delle acque salentine di San Basilio, dove vi è un habitat marino composto da Posidonia Oceanica e Cymodocea nodosa, specie che dovrebbero essere tutelate a livello europeo. E tutto questo con la complicità della regione Puglia che ha colpevolmente omesso di fare le opportune verifiche e proteggere questo sito naturalistico”.
Lo afferma la senatrice salentina Daniela Donno, prima firmataria di in una interpellanza urgente al governo da parte del MoVimento 5 stelle.
“I rilievi subacquei sono stati effettuati dal team Sea Shepherd lo scorso agosto – prosegue la senatrice – e se le ipotesi suddette verranno confermate, ci troveremmo davanti all’ennesimo attentato all’ambiente perpetrato da Tap, che non avrebbe rispettato delle prescrizioni di legge, con grave danno all’ecosistema marino”.
“La Regione Puglia, d’altro canto, avrebbe dovuto individuare per tempo i siti di importanza comunitaria da proteggere secondo la Direttiva habitat, e da sottrarre alla distruzione che il gasdotto comporterà – prosegue la pentastellata -. Invece, nulla di tutto questo è stato fatto, e ci troviamo ad avere a che fare con cartografie dalla discussa veridicità e mappature risalenti ad un POR Puglia 2000-2006, quindi assolutamente non aggiornate”
“L’ambiente è da sempre sotto l’attacco indiscriminato di TAP. Per mesi, tantissime piante di ulivo sono state espiantate e intere campagne sono state distrutte dal braccio armato di TAP, ed ora è il turno dell’habitat marino. Chiediamo al governo di fare luce sulla vicenda al più presto e rispondere con urgenza alla mia interpellanza” conclude la Donno.
Category: Politica, Riceviamo e volentieri pubblichiamo
“Da anni ci battiamo per il “no” al gasdotto Tap denunciandone la pericolosità e i rilevanti impatti sull’ambiente. Oggi le nostre tesi trovano conferma negli studi del Professor Umberto Ghezzi del Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di ingegneria energetica”.
È quanto dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi in seguito all’articolo pubblicato dal settimanale “L’Espresso” sul gasdotto Tap. Nell’articolo vengono riportate le osservazioni fatte da Ghezzi in una relazione inviata al sindaco di Melendugno nella quale si parla di “rischi estremamente rilevanti, esplosioni e incendi”.
Nella stessa relazione si evidenzia il pericolo che si “formino miscele esplosive che possono essere innescate con conseguenze estremamente rilevanti”. Studi condivisi anche dall’ingegnere chimico Alessandro Manuelli, che denuncia alcuni difetti di progettazione negli scarichi durante le operazioni di manutenzione o in casi di emergenza. Persino la stessa Tap in un documento valuta medio/alto l’impatto sull’ambiente e sulla qualità di vita per le famiglie in prossimità delle principali aree di cantiere.
“Non ci stancheremo di ripetere – incalza Trevisi – come una politica energetica basata sul gas nel 2017 sia fallimentare e miope da tutti i punti di vista, ambientale, economico e strategico. E proprio mentre il mondo si muove verso le fonte rinnovabili in Puglia si sceglie di “innovare” puntando “sul passato e sul vecchio”.
In poco più di un decennio – spiega – i consumi di gas in Italia sono scesi di oltre un quinto eppure oggi qualcuno continua a sostenere che abbiamo bisogno di realizzare dei gasdotti. Senza contare che la direttiva europea Seveso obbliga a rispettare precisi parametri e a consultare la popolazione per la costruzione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante e non ci risulta che nessuno si sia sognato di chiedere a chi vive sui territori che verranno attraversati dal TAP e dalle altre componenti del più lungo “Corridoio sud del gas”, se fosse o meno opportuno costruire quest’opera”.
Trevisi evidenzia come i pericoli maggiori siano legati ad un possibile guasto nell’area subacquea e soprattutto in quella sotto la terra ferma. La piana della provincia di Lecce si fonda infatti sull’agricoltura, e vi sono vasti campi sotto i quali correrà il gas. Una falla potrebbe coinvolgere le case vicine oltre a piantagioni, alberi e bestiame allevato in quelle zone. Stessi rischi in acqua, anche se le maggiori preoccupazioni nascono dall’impatto ambientale dei 12 ettari di ricettore dove il tunnel fermerà la sua corsa.
“Si tratta di una centrale a gas – aggiunge il consigliere cinquestelle – e i rischi per l’ambiente sono sempre elevati. Per il bene e per la sicurezza dei cittadini occorre invece – conclude – ripartire con un strategia che punti sulle rinnovabili e la generazione distribuita”.
La Corte costituzionale ha rigettato il ricorso presentato dalla Regione Puglia contro lo Stato in relazione al procedimento di autorizzazione del gasdotto Tap.
Al centro della controversia c’era il procedimento con cui il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato la costruzione dell’opera: la contestazione nasceva dal fatto che per la Regione non era stata intrapresa alcuna trattativa per trovare una soluzione condivisa, in particolare sul punto di approdo.
La Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile il conflitto di competenza sollevato dalla Regione Puglia contro lo Stato sul procedimento di autorizzazione del gasdotto Tap.
Nell‘aprile di quest‘anno la Consulta aveva già bocciato un comma di una legge pugliese in cui si prevedevano alcune deroghe ai vincoli urbanistici sui terreni soggetti all‘espianto degli ulivi per la costruzione del gasdotto Tap.
“Un colpo basso per i tanti cittadini pugliesi che da anni si battono insieme a noi del M5S per il “no” al gasdotto Tap denunciandone la pericolosità e i rilevanti impatti sull’ambiente. Le nostre tesi trovano conferma negli studi del Professor Umberto Ghezzi del Politecnico di Milano, uno dei maggiori esperti di ingegneria energetica”.
È quanto dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi in seguito all’articolo pubblicato dal settimanale “L’Espresso” sul gasdotto Tap.
Nell’articolo vengono riportate le osservazioni fatte da Ghezzi in una relazione inviata al sindaco di Melendugno nella quale si parla di “rischi estremamente rilevanti, esplosioni e incendi”.
Nella stessa relazione si evidenzia il pericolo che si “formino miscele esplosive che possono essere innescate con conseguenze estremamente rilevanti”. Studi condivisi anche dall’ingegnere chimico Alessandro Manuelli, che denuncia alcuni difetti di progettazione negli scarichi durante le operazioni di manutenzione o in casi di emergenza.
Persino la stessa Tap in un documento valuta medio/alto l’impatto sull’ambiente e sulla qualità di vita per le famiglie in prossimità delle principali aree di cantiere.
“Non ci stancheremo di ripetere – incalza Trevisi – come una politica energetica basata sul gas nel 2017 sia fallimentare e miope da tutti i punti di vista, ambientale, economico e strategico. E proprio mentre il mondo si muove verso le fonte rinnovabili in Puglia si sceglie di “innovare” puntando “sul passato e sul vecchio”.
In poco più di un decennio – spiega – i consumi di gas in Italia sono scesi di oltre un quinto eppure oggi qualcuno continua a sostenere che abbiamo bisogno di realizzare dei gasdotti. Senza contare che la direttiva europea Seveso obbliga a rispettare precisi parametri e a consultare la popolazione per la costruzione di stabilimenti a rischio di incidente rilevante e non ci risulta che nessuno si sia sognato di chiedere a chi vive sui territori che verranno attraversati dal TAP e dalle altre componenti del più lungo “Corridoio sud del gas”, se fosse o meno opportuno costruire quest’opera”.
Trevisi evidenzia come i pericoli maggiori siano legati ad un possibile guasto nell’area subacquea e soprattutto in quella sotto la terra ferma.
La piana della provincia di Lecce si fonda infatti sull’agricoltura, e vi sono vasti campi sotto i quali correrà il gas. Una falla potrebbe coinvolgere le case vicine oltre a piantagioni, alberi e bestiame allevato in quelle zone. Stessi rischi in acqua, anche se le maggiori preoccupazioni nascono dall’impatto ambientale dei 12 ettari di ricettore dove il tunnel fermerà la sua corsa.
“Si tratta di una centrale a gas e i rischi per l’ambiente sono sempre elevati. Per il bene e per la sicurezza dei cittadini occorre invece ripartire con un strategia che punti sulle rinnovabili e la generazione distribuita”.______
27 ottobre:
Tap. Consulta: Puglia doveva impugnare autorizzazione gasdotto. Trevisi (M5S): “O la Regione dorme o si tratta di ricorsi di facciata”
Il ricorso per conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale che la Regione Puglia ha proposto contro il Governo in merito al gasdotto Tap “difetta dei necessari requisiti di attualità e originalità” poiché la Regione avrebbe dovuto impugnare il provvedimento di autorizzazione alla realizzazione del gasdotto del 20 maggio 2015. Queste in sintesi le motivazioni della sentenza del 10 ottobre sulle quali si esprime il consigliere regionale M5S Antonio Trevisi da sempre impegnato nella battaglia contro l’approdo del gasdotto TAP:
“Il fatto che la Regione Puglia guidata, ironia della sorte, da un ex magistrato come il Presidente Emiliano, non riesca a presentare un ricorso ammissibile – dichiara – apre la strada a due evidenti alternative: o la Regione non si è mossa nei tempi dovuti per esercitare tutti i propri diritti e doveri sulla vicenda del gasdotto o semplicemente i ricorsi presentati sono azioni di facciata che servono solo a scaricare le proprie colpe “altrove” mentre non esiste una concreta volontà, da parte del governo Emiliano, di fermare l’approdo del gasdotto TAP nè tantomeno di intaccare gli interessi di SNAM. E, nel frattempo – prosegue Trevisi – mentre nei palazzi si dorme o si finge di dormire, la Trans Adriatic Pipeline cerca di sfruttare ogni momento utile per portare avanti nel silenzio i lavori necessari per l’apertura del cantiere di un’opera che non serve alla Puglia; e i danni arrecati al territorio e i costi sociali ed economici crescono di giorno in giorno.”
“Emiliano – incalza il consigliere salentino – abbia il coraggio di ammettere che su TAP ha illuso fino ad oggi i pugliesi e getti la maschera una volta per tutte, i danni arrecati alla Puglia dal suo malgoverno non si calcolano più in ogni settore: noi del Movimento 5 Stelle abbiamo già scritto una mozione di sfiducia nei suoi confronti e per presentarla ci mancano solo tre firme che devono arrivare da consiglieri di altri partiti, dunque – conclude – rinnoviamo l’appello a tutti coloro che, magari anche in seguito a vicende come queste, si stracciano pubblicamente le vesti a passare dalle parole ai fatti firmando la nostra mozione. O si affronta il problema o si è parte del problema.”
“Per l’ennesima volta abbiamo avuto una sentenza, questa volta della Corte Costituzionale, che conferma come l’autorizzazione dell’opera rispetti pienamente la legge e la Costituzione. Ora non ci sono più alibi: ogni rappresentante delle istituzioni ha il dovere di rispettare questa sentenza e di applicare la legge”. Lo ha dichiarato il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti.