“I prossimi saranno mesi decisivi. Vogliamo andare a governare, ci riusciremo solo con il contributo di tutti voi”. A SORPRESA, LUIGI DI MAIO PARLA VIA TELEFONINO ALL’ ASSEMBLEA LECCESE DEL MOVIMENTO 5 STELLE. QUATTRO ORE DI CONFRONTO E DI DIBATTITO FRA PARLAMENTARI, ATTIVISTI E CITTADINI. ECCO CHE COSA HANNO DETTO
di Giuseppe Puppo______
A temersi larghi, avevano prenotato le Officine Cantelmo per quattro ore, dalle 16 alle 20. Non sono bastate, si è andati avanti fino alla fine, e alla fine ancora c’ era qualcosa da dire, o da ridire.
Certo, poco dopo l’ inizio, la sala conferenze era gremita, pressoché al limite, circa duecento persone, con posti in piedi, di sabato pomeriggio, e alla fine no; ma pure verso la fine, al sabato sera, sono arrivati ancora in buon numero, di sopravvissuti.
Quattro ore di dibattito sono una specie di record, ché nemmeno le assemblee degli anni Settanta, fumose e bollenti, di un’ altra epoca, duravano tanto.
Spia di indubbia passione, di carica emotiva innegabile, di impegno civile, di voglia di confronto, di proposta e di rabbia, rabbia positiva, che il Movimento si porta dentro, e in occasioni come questa, come nelle agorà – cioè, come i comizi pubblici nelle piazze, per i quali, a proposito, sono stati annunciati da qui in avanti nuove modalità – emergono e tracimano da dentro gli animi, prima che dalle teste, per molti direttamente dal cuore.
Quattro ore di confronto tranquillo, non diciamo sereno, perché l’ aggettivo renziano non piacerebbe loro, tutto sommato, nonostante non siano mancati accenni critici, se non polemici, ma costruttivi, tutto sottratto: un sereno confronto più di prospettive, che di trascorsi, a disegnare il presente del Movimento 5 Stelle, qui a Lecce, come altrove, un po’ in mezzo al guado.
Ha lasciato la palude, ma alla terra promessa non ci è ancor arrivato.
Il treno, passa fra sei mesi, un tram chiamato elezioni politiche.
Lo ha ricordato addirittura Luigi Di Maio, che, quando sono più o meno le 19, a sorpresa, interviene in diretta, in collegamento telefonico, artigianale, quanto efficace: “Passa il treno, fra poco ci sono le elezioni politiche, un’ occasione storica, ci deve portare al governo di questo Paese”.
Per poi dare i suoi consigli e le sue esortazioni ai presenti in sala, che lo hanno salutato con un lungo applauso affettuoso.
Ma procediamo con ordine, e vediamo come è andata.
Il consigliere comunale di Trepuzzi Massimo Scarpa è nell’inedita veste di moderatore. Per intervenire, bisogna prenotarsi, parlamentari onorevoli compresi, come nella consolidata tradizione, e tutti hanno tempi e modi contingentati. Infatti, nel corso della serata, avrà il suo buon da fare, ma se la cava egregiamente.
Come pure nell’ altrettanta inedita veste di tecnico del suono, a regolare le varie postazioni microfoniche, se la cava egregiamente, con qualche fischio e qualche sottotono di troppo, un’ attivista storico come Davide Penza: ma i fischi ed i sotto tono in sala saranno solamente quelli elettronici dei cavi, per il resto sono applausi, più o meno tiepidi, più o meno calorosi. Toni soft, qualche sorriso, pure negli spunti polemici.
E – sempre per la serie ‘ci facciamo tutto da soli’ – Arturo Baglivo nell’altrettanto inedita veste di fotografo professionale: e lo ringraziamo per averci messo a disposizione le foto che vedete.
Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Tradotti filosoficamente, sarebbero questi i quesiti memorabili con cui il moderatore apre il confronto, affidandoli alla platea, anzi, direttamente a tutta quella che definisce egregiamente “comunità”, esortando ognuno a fare e a dare il suo contributo sul tema: perché siamo così, che cosa dobbiamo fare, che cosa vogliamo fare.
“Guardiamo al futuro. Confronto fra cittadini e portavoce”, si intitola la serata, aperta appunto dai portavoce, come i Pentastellati chiamano i loro eletti in Parlamento, o nei vari consigli regionali e comunali. Parlano per primi la senatrice Barbara Lezzi, il senatore Maurizio Buccarella, il deputato Diego De Lorenzis, il consigliere regionale Cristian Casili. C’è pure l’ altra senatrice leccese, Daniela Donno, che a chi le siede vicino preannuncia nuove battaglie contro il gasdotto Tap. E, fra gli altri, presente, in un’ impeccabile, elegantissimo ‘completo’ istituzionale, con cravatta a tono, pure il neo consigliere comunale di Lecce Fabio Valente, tutto intento a sentire ora l’ uno, ora l’ altro di quelli che volevano dargli spunti e suggerimenti.
Tutti reduci dal fine settimana passato a Rimini, nelle kermesse di tre giorni con cui il il Movimento ha lanciato la propria sfida di governo, in unità di intenti, come ci tiene a sottolineare Barbara Lezzi, aprendo polemicamente contro la rappresentazione distorta, enfatizzata, sostanzialmente tutta tesa solamente ad alimentare polemiche pretestuose, per lo più “menzognera” che ne hanno data per lo più i mass media.
“Mi inseguivano con telecamere e microfoni come se fossi una star. Io non sono una star. Io voglio solamente fare politica”, ha detto, constatando come “tutta la vecchia guardia, tutta la vecchia politica” si sia “concentrata contro di noi. Segno della loro debolezza”.
Maurizio Buccarella racconta con dovizia di particolari dell’ esperienza riminese positiva, offuscata – insiste – e anzi negata solamente nei pretestuosi resoconti dei mass media. E poi dirà: “Non siamo un partito e non vogliamo mai esserlo”, e ancora: “Non abbiamo mai avuto indicazioni di voto, o di nomine, da parte di Beppe Grillo, o di Casaleggio, né di nessuno”; per poi esortare “i cittadini a farsi essi stessi Istituzioni che scardinino il sistema dei corrotti”.
Diego De Lorenzis interviene sulla legge elettorale in discussione – di nuovo – in questi giorni alla Camera, di cui sottolinea la finalità perversa, ammesso che l’ iter si compia per intero, di voler mettere fuori gioco la prima forza politica italiana, ammesso che tale si riconfermi, e comunque, con orgoglio, a proposito del M5s, declama: “Siamo un esperimento sociale e politico che non è stato fatto mai in nessuna parte del mondo”.
Cristian Casili definisce “errori di gioventù” le polemiche interne distruttive, sterili, che invita a non ripetere, concentrandosi invece sull’impegno, nell’unità di intenti.
Ben venga il confronto, ha auspicato, ben vengano le critiche, ma se costruttive e non, come accaduto, per effetto di personalismi, di chi vuole ritagliarsi un piccolo ruolo di protagonismo, di sterile visibilità, che, nelle logiche del Movimento, non hanno ragione di essere. Il protagonismo è quello sano al servizio della comunità, ha ben specificato, non quello malato che è autoreferenziale a chi lo usa, alimentando contrapposizioni solamente in funzione della propria visibilità.
E’ un concetto su cui nel corso della serata altri ritorneranno in più occasioni.
Come pure sono una dozzina gli interventi che si susseguono, muovendosi sostanzialmente nell’ottica della serata, ognuno però a modo suo, raccontando delle proprie esperienze, o condividendo le proprie sensazioni.
Diamo conto per esteso, invece, sia pur in sintesi giornalistica, di quelli critici.
Antonio Todisco ha lamentato il mancato confronto sulle recenti elezioni amministrative leccesi, in cui poi sostiene che “è stato come giocare al di sotto delle proprie possibilità”, e che ”si è persa una grande occasione per arrivare ad un numero maggiore di rappresentanti rispetto al lavoro che era stato fatto in questi anni”. Un confronto necessario “per evitare di ripetere gli errori”, di un metodo di selezione “auto celebrativo” anziché basato sul “coinvolgimento”.
Passando invece alle prossime elezioni politiche, Dante De Santis si è interrogato ed ha interrogato sulla possibilità/necessità finora non avvertita a sufficienza, o del tutto omessa, di coinvolgere gli elettori residenti all’estero, per i quali ha auspicato la creazione di “messaggeri” che si rechino in quelle comunità a rimarcare le differenze rispetto a tutti gli altri partiti del Movimento; e (sulla possibilità/ necessità di coinvolgere) la grande massa di cittadini che non vanno a votare, per i quali ha auspicato la creazione di liste nuove, autonome, sia pur collegate al Movimento: e il suo sogno è che a guidarle sia Alessandro Di Battista.
Ed eccoci a riferire del momento clou della serata, l’ intervento in viva voce in collegamento telefonico di Luigi Di Maio, che, nel salutare gli attivisti e i cittadini leccesi, li ha esortati al massimo impegno nei prossimi mesi, che si annunciano decisivi. Gli sforzi comuni, ognuno per quello che può, siano concentrati sull’ informazione. Un’ informazione che deve passare nei cittadini, con i cittadini stessi protagonisti, essenzialmente sulle proposte alternative del Movimento, e nello specifico, nell’immediato, sulla legge elettorale con cui si andrà a votare, e sui fatti e misfatti che ruotano intorno alle banche.
“Siamo la forza politica più importante, ma proprio per questo dobbiamo lavorare tutti insieme di più e meglio”, ha aggiunto, per poi concludere con il sottolineare i concetti di rappresentatività, di meritocrazia, di pulizia, che devono guidare ognuno dei cittadini, affinché possano poi, tramite essi, guidare il Paese.
E qui, a questo punto, anziché chiudersi, il dibattito si è riaperto, sull’unità di intenti, sulle criticità, e su tanti altri argomenti di attualità, ma sostanzialmente sulla passione di affrontarli in modo nuovo e alternativo, non delegandoli, ma da protagonisti.
Un bell’articolo del bravo Giuseppe Puppo, profondo conoscitore del mondo 5 stelle. Un mondo variegato da molteplici personalità e passionalità. Tutti o quasi, accomunati dall’IDEA rivoluzionaria di Beppe Grillo: di mandare a casa tutta la vecchia oligarchia politica, che sin dal lontano 1993: (con sotterfugi, abusi di potere e tradimenti della volontà popolare e della Costituzione Italiana, sulla quale giurano fedeltà al momento del raggiungimento di un incarico di alto prestigio) si è impadronita del potere politico italiano e spadroneggia in lungo e in largo a danno di tutta la nazione; quella onesta e che lavora… onestamente. Purtroppo però milioni di cittadini sono più o meno consapelvomente malati di Mafiosità che con il passare delle generazioni è divenuta: malattia congenita. Può questa nostra povera nazione sopportare ancora tutto questo male, ormai divenuto una vera e propria cancrena? Si dovrà intervenire subito! Non c’è più tempo da aspettare. O si salva il Paese… o si muore con esso!
Le rivoluzioni, amici miei servono a quaesto.E la nostra rivoluzione, è nata per spazzare via definitivamente il vecchio regime di qualsiasi esso sia.Perchè certamente, di regime si tratta, ma di quale natura si tratti, però è difficile capirlo. E, nessuno dimentichi che, la nostra rivoluzione “Gentile” era nata per questo. Sarebbe ora che tutti lo rammentassimo. Io non mi accontento di fare opposizione ai mafiopolitici. Una vera rivoluzione i mafiosi e i traditori li mette in prigione, e per tanto tempo… cosi come rammento, dice la nostra costituzione.
Dopo l’incontro di ieri a Lecce fra portavoce ed attivisti e cittadini, voglio fare un plauso a Giuseppe Puppo ed al suo Leccecronaca.it, oltre che per l’obiettività del suo resoconto, anche e soprattutto per il fatto DI ESSERE STATO PRESENTE ad uno dei nostri incontri pubblici ed aver preso nota di quello che accadeva intorno a lui.
Troppo spesso giornalisti (di testate locali o nazionali) parlano di noi, del Movimento, attingendo da agenzie, comunicati o dal gossip che il mainstream rilancia quasi sempre in maniera unidirezionale a distorcente.
Onore a chi l’INFORMAZIONE LA FA e non la subisce, a chi vede con i propri occhi ed ascolta con le proprie orecchie e riporta senza servilismi verso nessuno o pregiudizi.
Grazie di cuore anche a tutti coloro che hanno trascorso anche parte di quelle 4 ore (io mi sono alzato dalla sedia anchilosato
La passione della Politica vera, quella che pensa al bene della comunità, ben descritta da Giuseppe Puppo e come ben affermato dal nostro Consigliere Regionale Cristian Casili, per il quale, come riportato nell’articolo di Lecce Cronaca:
“Ben venga il confronto, ha auspicato, ben vengano le critiche, ma se costruttive e non, come accaduto, per effetto di personalismi, di chi vuole ritagliarsi un piccolo ruolo di protagonismo, di sterile visibilità, che, nelle logiche del Movimento, non hanno ragione di essere.
Il protagonismo è quello sano al servizio della comunità, ha ben specificato, non quello malato che è autoreferenziale a chi lo usa, alimentando contrapposizioni solamente in funzione della propria visibilità”.
Così dovrebbe essere sempre, condivido, perché la Politica non è un affare personale.
Bellissimo articolo di puro giornalismo,la cronaca dei fatti e non descrizioni fantasiose di cio`che si desidera far sapere.Da Amburgo fa piacere constatare che il giornalismo in Italia non e`morto.