XYLELLA / A PRESICCE RITROVATI 4 INNESTI DIVELTI SU 2500. IGNOTE LE CAUSE, MA PARTONO GIA’ LE ACCUSE…IL COMPLOTTISMO DEGLI ANTICOMPLOTTISTI
di Tiziana Cicolella______
Quattro dei duemilacinquecento innesti effettuati nel campo sperimentale dell’imprenditore olivicolo Giovanni Melcarne sono stati ritrovati divelti ieri mattina, ma, a quanto dichiarato da Melcarne, sarebbe accaduto quattro o cinque giorni fa. Gli innesti facevano parte di un progetto sperimentale, partito nel 2016 in zona Presicce, dove sulle branche di cinquecento piante, tra i 200 e 300 anni, sono state innestate duecento varietà d’ulivo, provenienti da tutta Italia. Ogni pianta ha avuto da tre a cinque innesti, in base alla struttura.
La sperimentazione, che ha avuto il sostegno della Coldiretti e vede la partecipazione dell’Università e del Cnr di Bari e dell’Istituto Basile Caramia di Locorotondo, ha la finalità di validare scientificamente la tecnica di innesto di pianta resistente su pianta secolare affetta da Xylella, riscontro che si ha grazie allo stesso Istituto Basile Caramia, il primo e solo centro, fino allo scorso anno, accreditato per le analisi xylella.
Dopo il ritrovamento, l’imprenditore salentino, nonché presidente del Consorzio Terra d’Otranto, ha sporto denuncia verso ignoti alla stazione dei carabinieri del piccolo centro del basso Salento, certo che sia stato un atto intimidatorio nei suoi confronti o, addirittura finalizzato alla compromissione della sperimentazione, tanto da definirlo “un crimine contro la scienza e contro il Salento” e dichiarare che “la politica è responsabile di questo clima complottistico e anti scientifico”.
Le prime reazioni a tali dichiarazioni si sono avute sui social: un utente scrive sulla pagina di Melcarne: “Modalità mafiose d’azione delle più vigliacche, nate in un clima mafiosamente infame di intimidazione pubblica nei confronti della vera ricerca scientifica e di chi la fa, creato da individui ben noti le cui modalità capillarmente mafiose di appropriazione di potere sociale e politico sono pari solo al loro professionalismo anti-mafia, ecologista e sociale di facciata.”
Tenete ben a mente quel “individui ben noti”
Ed ancora sempre sulla pagina del presidente: “Mesi e mesi di dominio incontrastato di personaggi con la bava alla bocca, sempre minacciosi (“ti segnalerò alla procura, xylellista distruttore del Salento”), verbalmente violenti, incivili.
Passa il messaggio che il nemico non è il batterio, ma chi lo vuole sconfiggere. E adesso ci si stupisce? Chi cerca una soluzione al problema Xylella come Giovanni Melcarne(insieme ai temibilissimi ricercatori baresi, vera incarnazione del maligno in terra) subisce questo. Non da oggi, e anche grazie a tante “anime belle””
Inevitabile chiedersi cosa ci sia dietro questa denuncia che man mano ha assunto tinte noir.
Ancor più bisognerebbe farlo dopo aver letto la dichiarazione del presidente della commissione regionale al bilancio Fabiano Amati che così si esprime additando le responsabilità di quanto avvenuto ad un piano preordinato del “movimento antiscientifico che ruota intorno all’epidemia xylella”: “Mi appello a tutta la classe dirigente, in questa comprendendo anche i mezzi d’informazione, per isolare i leader di tutti i movimenti antiscientifici, che assumono la guida della protesta alimentando paure e su tutti gli argomenti ove è possibile instaurare un conflitto con le istituzioni del Sapere”.
Come organo di informazione è doveroso dare notizia dell’accaduto, ma soprattutto porsi delle domande…
Qqualcuno si è introdotto di notte in un campo dove è stata allestita una sperimentazione sugli innesti e ne ha distrutti quattro. Da cosa si deduce che la responsabilità di tale gesto sia imputabile a chi non ritiene il batterio xylella la causa del disseccamento? Sì, perché dalle parole di Amati emergono i destinatari di tale accusa, definiti erroneamente “antiscientifici” a causa della loro continua richiesta di non chiudere la ricerca alla sola università di Bari, ma di aprirla ad altri istituti internazionali e di eliminare il divieto di movimentazione di materiale infetto così da permettere ad altre università di effettuare le analisi necessarie in altri laboratori, anche al di fuori della Puglia.
Non solo. Hanno da tempo chiesto evidenze scientifiche sulla resistenza di alcune specie d’ulivo, tra cui il leccino che, finora, ha mostrato maggiore tolleranza al disseccamento, ma non resistenza.
Ben venga quindi che si giunga a dei risultati, negativi o positivi che siano, da anni i cittadini chiedono evidenze scientifiche sull’argomento, a cui però non si è avuto mai riscontro.
Quindi ci chiediamo: quale sarebbe l’utilità del gesto ai fini della difesa delle specie autoctone?
E se fosse stato un atto intimidatorio, si sarebbero davvero limitati a spezzare quattro innesti su 2.500 nel cuore della notte?
E come si giustifica l’ “uscita” di Amati, un chiaro tentativo di sopprimere i cittadini che democraticamente esprimono dissenso?
Nel manifestare il nostro dissenso dinanzi a qualunque forma di prevaricazione, d’intimidazione, di violenza, di azione antidemocratica, elementi purtroppo frequenti in questa terra martoriata, ci poniamo un’ultima domanda: prima di muovere accuse, di puntare il dito su responsabilità ed accendere così facilmente l’ira funesta, non sarebbe il caso di approfondire le dinamiche di ciò che è avvenuto, e di attendere il responso delle indagini?
La priorità numero uno del territorio resta l’emergenza xylella. Abbiamo intenzione di istituire un “laboratorio permanente” ad hoc, che coinvolgerà anche i colleghi delle altre province pugliesi, al fine di analizzare la problematica della fitopatia a 360 gradi. Un team di studio che proverà ad elaborare proposte anche in vista della necessità, a quattro anni dalla scoperta del batterio nel Salento, di ricostruire il paesaggio agricolo e rurale.
Non possiamo non condannare il vile atto criminale perpetrato ai danni del presidente del Consorzio dop Terra d’Otranto, Giovanni Melcarne.
La distruzione degli innesti che ha compromesso il lavoro di sperimentazione avviato nell’aprile 2016, conferma il clima di tensione che si è venuto a creare attorno alla xylella e speriamo che le forze dell’ordine facciano quanto prima chiarezza.