NOTE D’ARTE / L’ ‘UMANA HISTORIA’ DI NANDO LIANO’ AI TEATINI DI LECCE FINO A MERCOLEDI’ 27 SETTEMBRE
di Eliana Masulli ______ ‘Umana Historia’ realizza il corteo scenico della storia di tutti, attraverso l’esposizione (al Convento dei Teatini di Lecce, via Vittorio Emanele II, 25, fino a mercoledì 27 settembre, con orario 10.00 – 20.30), di venti opere dell’artista Nando Lianò, coeve alla narrazione cristologica che, dal Sacro, catapultano l’osservatore nei meandri di un Mistero popolato da uomini e donne, nonché corollario della trasmissione inconscia dell’immaginario collettivo sul Divino e la sua rappresentazione in Terra.
Raccolte nelle nicchie fatte cornice, le tele di Lianò segmentano la plasticità tipica del linguaggio surrealista, rendendo ogni dettaglio il fulcro intelligente della rivelazione simbolica della Forma.
La figura di Cristo s’inserisce così nella multiforme analisi dei punti di vista, affermata presa di coscienza stilistica del Nostro, che non dimentica le lezioni direttamente apprese dal Cubismo analitico della quarta dimensione e dalla Metafisica della pittura, ritrovando le ampie campiture di un colore eclettico, seppure ponderato e reso spirituale alla tecnica del linguaggio surrealista scelto da un uomo per l’Uomo di tutti.
La padronanza della tecnica avanguardista permette alla pittura di Lianò di osare sul colore e accendere ciascun piano figurativo, sino a raggiungere un’esaustiva sintesi dei complessi simbolici della meta-narrazione. Accade, dunque, che le ambientazioni, tanto metafisiche della piazza o del tempio, quanto surreali della pura dilatazione inconscia dell’immagine, riescono ad esprimere la piena personalizzazione della Fede e dei suoi intimi percorsi, restituendoli all’osservatore quali spazi spirituali di un uomo che crede in Dio, senza perdersi del tutto.
Il visitatore, sfilando tra le tele di un’ Umana Historia, tende a non attenersi necessariamente alla conseguenzialità del racconto, ovvero può mirare ciascuna isola narrativa, scostandosi da un approccio analitico e cogliendo ugualmente l’insegnamento della vicenda cristologica di Dio fatto uomo.
Non per questo la pittura di Lianò dimentica di sottolineare la possibilità di una spontanea riappacificazione tra dualismi, quali tempo ed eternità, immanenza e trascendenza, realtà e sogno, lasciando che il Mistero della Creazione, espresso mediante un’arte spiccatamente devozionale, si risolvi nella ricerca di una spiritualità in grado di accettare e accogliere i bizzarri inquilini dell’immaginazione, donando al messaggio di Fede la tangibilità di una salvezza in Terra.
Come affermato dal curatore della mostra Toti Carpentieri, le venti opere olio su tela di Nando Lianò riescono a fare dialogare la natura umana e divina, centrando su Cristo la soglia di un comune divenire “dal nascere al vivere al morire”: Umana Historia, appunto.