IL LANCIO DEI NUOVI PRODOTTI APPLE / GLI SMARTPHONE: ECCO COME CI HANNO CAMBIATO LA VITA

| 13 Settembre 2017 | 0 Comments

di Antonella Elefante______ Sono stati presentati ieri alle ore 19.00 ora italiana gli ultimi gioiellini – li chiamiamo così per la loro bellezza estetica e per il costo- della Apple. Stiamo parlando degli iPhone X (chiamato in questo modo per simboleggiare il decennale dal lancio del primo smartphone della Mela), iPhone 8 e iPhone 8 Plus.

Vediamo quali sono le novità introdotte dalla Apple e che, in un certo senso, dovrebbero giustificarne l’eccessivo costo.
Innanzitutto, dal punto di vista estetico, rileviamo dei miglioramenti; il display, infatti, è Oled da 5,8 pollici, risoluzione di 1125×2436 pixel (molto meglio degli Lcd degli iPhone 7 da 1334 x 750) e rapporto di forma pari a 18.5:9, più allungato del classico 16:9. Ma sopratutto è “full screen”, con i bordi ridotti ai minimi termini, estremizzando un trend già visto su altri brand, come Samsung, nel corso dell’anno.
Le novità, però, non si fermano solo all’estetica, ma si spingono ben oltre, anzi, il sistema operativo (IOS 11) si spinge oltre e permette funzionalità che il vecchio sistema (o comunque attuale perchè non è ancora disponibile) non permetteva.

Diciamo definitivamente addio al tasto Home: non sarà più necessario perchè le sue funzionalità saranno trasferite direttamente sul display.  Sul tasto laterale invece, con cui si potrà spegnere e accendere il dispositivo, è possibile attivare il Face ID e Siri. Una novità assoluta è invece la possibilità di chiamate di emergenza senza toccare lo schermo: basterà tenere premuto il pulsante laterale per 5 secondi (o in contemporanea con quello del volume) per lanciare un Sos.

Se fino all’ iPhone 7 eravamo abituati al riconoscimento dell’impronta digitale, ora questa viene sostituita dal riconoscimento facciale.
Ovviamente questo è una conseguenza dell’abolizione del tasto Home, in quanto il Touch ID passava proprio dal tasto Home. Per tale motivo è stato escluso il riconoscimento dell’impronta digitale, a vantaggio di un altro sistema di riconoscimento biometrico, quello facciale: il Face ID che permette di sbloccare l’iPhone X con la scansione del volto. Se si tratta solo di una sostituzione, il Face ID dovrà essere in grado di accedere non solo allo smartphone ma anche all’AppStore ad esempio, cosa che era possibile con il Touch ID.

Questa novità no porta con sé un’altra: la nascita dell’animoji e la realtà aumentata, cioè l’iPhone intercetta l’espressione dell’utente e la trasforma in una emoji personalizzata.

Il problema del display a tutto schermo è la barra di stato, ora divisa in due da una delle poche zone non touch. In una delle due porzioni c’è l’orario; nell’altra ci sono stato della batteria, del segnale e del wifi. Quando sarà in carica, l’icona della batteria si ingrandirà, ma non saranno visibili le icone che riguardano la qualità delle connessioni.

Altro aspetto importante è il prezzo. L’iPhone X è completamente in vetro e ha, così come gli altri smartphone top di gamma, una doppia fotocamera posteriore (la principale sarà da 12 megapixel e potrà girare video in 4k) e una frontale da 7 megapixel. Chiaramente tutte le caratteristiche che il Melafonino ha – anche se inutili- ne fanno lievitare il prezzo: si raggiungono i 1.189 € per l’Iphone X con capacità di 64 GB e  1.359 € per quello da 256 GB, prezzi mai raggiunti fino ad ora.

Gli altri due prodotti sono meno costosi in quanto presentano un’evoluzione più lineare rispetto al grande prodotto quale è l’iPhone X ma comunque sono più costosi degli smartphone dello stesso brand e degli altri smartphone in generale.

La domanda è: tutta questa tecnologia fa bene?
Facciamo un passo indietro nel tempo e pensiamo alla nostra routine, tenendo presente tutti i mezzi che usavamo durante la giornata e per fare cosa.
Innanzitutto a svegliarci al mattino c’era la buona vecchia sveglia, che impostavamo la sera prima di andare a dormire e poggiavamo tranquillamente sul comodino, magari anche dal lato opposto rispetto al lato occupato durante il sonno. Giunta la mattina, ci svegliavamo già al primo suono emesso dalla sveglia, perché era talmente tanto forte, che non c’era nessuna voglia di riaddormentarsi.
Ora, invece, la sveglia dello smartphone ha sostituito il vecchio metodo. Impostiamo la sveglia qualche minuto prima di chiudere gli occhi, scegliamo la suoneria che più ci piace, posticipiamo con un tocco sullo schermo e la spegniamo alla stesso modo. Addirittura, già all’iPhone 6, c’è la funzionalità “sonno”, che aiuta a stabilire le ore di sonno giornaliere per evitare lunghe nottate in piedi.
Gli smartphone hanno sostituito, inoltre, non solo le sveglie, ma anche macchine fotografiche (quelle usa e getta s’intende o, al massimo, quelle compatte), i calendari cartacei, la bussola, la rubrica, l’orologio…Basti pensare che per qualsiasi cosa, anche la meno importante, c’è un’applicazione apposita.
Vogliamo sapere che ore sono? Basta premere un tasto ed è già scritto a caratteri cubitali sul display dello smartphone; vogliamo sapere che giorno della settimana è stato il giorno in cui è nata nostra madre? basta inserire l’anno al calendario del nostro smartphone, scorrere tra i mesi ed è fatta!
Per quanto riguarda le fotografie, invece, ci sono i pro e i contro. È comodo usare uno smartphone per scattare delle foto in un determinato momento – anche perchè le foto racchiudono ricordi e sono esse stesse ricordi- però è anche vero che, spesso, se ne fa un uso spropositato. A partire da Instagram, il social nato proprio per la pubblicazione di foto, fino all’ultima app che sta spopolando, Snapfood, che permette di condividere foto scattate al cibo. Ecco, scattare una foto al cibo, pensandoci, vuol dire perdere tempo nell’assaggiare un piatto (perchè non è solo la foto in sè, ma la stessa viene accompagnata da hastag e condivisioni varie), perdere l’occasione di scambiare un parere sul piatto perchè ormai è importante solo il numero dei like ottenuti.
Non ci inoltriamo nel discorso social altrimenti non ne usciamo più! Dicevamo… il problema delle foto sugli smartphone è che occupano molta memoria e spesso vengono cancellati per errore e non sono più ripristinabili, ahimè!

In sostanza possiamo dire che, come ogni cosa, l’importante è non esagerare e non farne un uso spropositato (cioè, non arrivare ai livelli di chi usa i social in modo inadeguato, preso dall’età o dall’inesperienza).
A proposito di esagerazione e di smartphone: fino a qualche anno fa, cellulare e scuola non era un binomio fattibile o comunque se si portava il cellulare a scuola era per casi di emergenza (soprattutto per i pendolari). Pare, invece, che il Ministro Fedeli abbai confermato l’intenzione di consentire l’utilizzo dei dispositivi ad uso didattico (ma chi è che ne farebbe solo un uso didattico? Nessuno).
È uno strumento  che facilita l’apprendimento, una straordinaria opportunità che deve essere governata. Se lasci un ragazzo solo con un tablet in mano è probabile che non impari nulla, che s’imbatta in fake news e scopra il cyberbullismo. Questo vale anche a casa. Se guidato da un insegnante preparato, e da genitori consapevoli, quel ragazzo può imparare cose importanti attraverso un media che gli è familiare: Internet. Quello che autorizzeremo non sarà un telefono con cui gli studenti si faranno i fatti loro, sarà un nuovo strumento didattico”, assicura la ministra.
Come glielo dobbiamo spiegare alla ministra che ormai lo smartphone è diventato parte integrante della vita quotidiana di ognuno di noi? Come glielo facciamo capire che un ragazzo, pur essendo interessato all’argomento trattato a lezione, illuminerà sempre il display del suo cellulare, anche solo per vedere se ci sono notifiche o, semplicemente l’orario?
È convinta la ministra , che afferma: “Se i ragazzi sono impegnati, non si distraggono. È ovvio che il rischio che vadano su Facebook o su WhatsApp è pesantissimo, ma siamo noi insegnanti a doverli coinvolgere in maniera tale da evitare che lo facciano, almeno mentre lavoriamo”.
Beata lei che ha tutta questa convinzione!

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Eventi

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