IL COMITATO NO TAP SI ALLARGA. COSTITUITO UN NUOVO PRESIDIO ANCHE IN PROVINCIA DI BRINDISI
(Rdl)______In una nota diffusa poco fa, il Comitato No Tap annuncia questa sera un’ assemblea pubblica nei pressi di Brindisi, per la costituzione i un Comitato No Tap anche in quella provincia, e opporsi così in maniera più articolata alla “dannosità, alla pericolosità e al malaffare che ruotano attorno a Tap”.
Nella nota, viene evidenziato infatti che “Tap non è solo un problema del Salento: dopo l’approdo a San Foca e la costruzione di una mega-centrale di 12 ettari a Melendugno, il gasdotto dovrebbe congiungersi alla rete Snam in contrada Mataggiola, tra Brindisi e Mesagne, deturpando e mettendo in serio pericolo altri 56 km di territorio e di popolazione, per poi immettersi nella rete nazionale fino a Minerbio, provincia di Bologna, e fornire il gas al Nord Europa. Un’opera faraonica che farebbe solo l’interesse di pochi, di quel capitale che si nutre sulle teste della popolazione”.
Si ribadisce che “per noi, da sempre, Tap non è stato solo un problema di approdo, non siamo mai caduti nel calderone NIMBY (acronimo di Not In My Back Yard, “Non nel mio cortile”: indica un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse pubblico o non, che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite, n.d.r.) che ha colpito molti politici, che forse hanno adottato questa tattica al solo scopo di legittimare un opera inutile e dannosa ovunque”.
Non abbiamo mai creduto alla decarbonizzazione di Cerano perché abbiamo avuto l’ardire di studiare e scoprire che non è fattibile, o meglio, anche qualora ci fosse la volontà politica, basterebbe il gas già contrattualizzato dall’Italia per decarbonizzare l’intera nazione.
Infine, vengono specificate le motivazioni che sottendono la nuova iniziativa: “Siamo stati sempre attenti a ciò che accadeva nella vicina Brindisi, così da comprendere ancor meglio come le multinazionali comprano il consenso e come una città può rimanere vittima del ricatto occupazionale.
Tutto questo è avvenuto tramite una fitta rete di conoscenze che sono diventate amicizie e con le quali stiamo costruendo un percorso di opposizione.
Ci hanno presi in giro in passato parlando di industria, sviluppo e lavoro, e le conseguenze le subiamo ogni giorno sulla nostra pelle.
Ora, però, è arrivato il momento di dire “basta!” ai soprusi del capitale!
Lo possiamo fare solo partecipando e organizzandoci perché è arrivato il momento di essere noi gli artefici del nostro futuro!”.
L’ iniziativa di oggi, precede quelle annunciate due settimane fa quando, in un altro comunicato, il Comitato annunciò una mobilitazione particolare di tre giorni dal 15 al 17 settembre, a Melendugno, e prefigurò per i prossimi mesi una estensione nazionale e un innalzamento di livello della lotta contro il gasdotto.
La premessa, come spiegarono ancora una volta in quell’ occasione gli organizzatori, è che “Tap non finisce a Melendugno. Il gasdotto, collegandosi alla rete Snam, proseguirà il suo percorso e la sua opera di devastazione fino a Minerbio in Emilia Romagna.
Intere regioni e comunità saranno attraversati da un’opera inutile, distruttiva e mafiosa progettata senza tenere alcun conto della volontà e della sicurezza di chi vive nei territori interessati.
Nel centro Italia il gasdotto passerà pericolosamente per zone ad alto rischio sismico e colpite nei mesi scorsi da potenti terremoti.
Il governo italiano fin dall’inizio e senza retrocedere di un passo si è rivelato complice e responsabile di un progetto ‘strategico’ che mette seriamente a rischio il futuro del nostro e di altri Paesi coinvolti in questo malaffare internazionale.
I signoroni del profitto ascoltano solo la voce dei loro interessi, ignorando quella del popolo
Ma per fortuna anche la lotta contro il gasdotto non si ferma a Melendugno”.