“Michele Emiliano fa una politica scellerata”. A leccecronaca.it PARLA LORENZO SICILIANO, IL CONSIGLIERE DEL PD DI NARDO’ CHE HA INVOCATO “una mobilitazione” CONTRO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA
(g.p.)______”Michele Emiliano sta svendendo la storia del Partito Democratico. In Puglia dovrebbe crescere maggiormente la voce e l’azione di chi non resta a guardare uno svuotamento culturale, storico e politico del principale partito del centro sinistra”.
Parole che pesano come macigni. Di per sé, ma specie se arrivano da un dirigente regionale, e consigliere comunale, a Nardò, del Pd.
Lorenzo Siciliano, 25 anni, anzi, è…andato oltre, e perdonerà la citazione: nel suo comunicato mandato ieri a politici e giornalisti, ma rivolto in buona sostanza a “dirigenti, militanti, amministratori ed elettori del Partito Democratico e del centro sinistra tutto”, egli evoca una vera e propria “mobilitazione” contro il presidente della Regione Puglia.
La metà basta e avanza per suscitare curiosità, e gli abbiamo chiesto un’ intervista, per approfondire.
Lorenzo Siciliano ha accettato di rispondere alle domande di leccecronaca.it
Queste sono le sue risposte, di cui lo ringraziamo.
D. ) Consigliere, certo che è difficile essere contro Michele Emiliano, almeno in Puglia…Come mai Lei non fa parte degli Emiliano – boys?
R.) Emiliano non l’ho mai votato. Nè alle primarie, dove sostenni convintamente il compianto Guglielmo Minervini, nè alle elezioni tradizionali per il rinnovo del Consiglio Regionale, dove scelsi il voto disgiunto. Non mi ha mai convinto ed oggi il tempo, e la sua politica scellerata, mi hanno dato ragione. A me come a tanti che, in Puglia, la pensano al mio stesso modo.
D.) A quale componente del suo partito Lei fa riferimento?
R.) Non ho padrini, nè padroni. Non mi è mai piaciuto appiccicarmi un’etichetta addosso ed ho sempre pensato che le componenti o correnti che dir si voglia abbiano sempre rappresentanto un aspetto tragicamente negativo per il mio Partito. Specie per come vengono intese oggi. Preferisco l’idea di sviluppo che si intende mettere in campo per il mio territorio. E su questo sono in perfetta sintonia con Sergio Blasi, una persona che ha dimostrato con i fatti cosa significhi buon governo e soprattutto buona politica.
D.) E’ difficile, essere contro Michele Emiliano, anche perché poi egli è un po’, anzi tanto, a favore e contrario su tutto quanto, no? Non crede? Come si fa?
R.) Io non sono contro nessuno. Non mi piace intendere la politica come una lotta l’un contro l’altro armati. Emiliano ha le sue idee, contraddittorie ed altalenanti. È un grillino il lunedì ed un democristiano la domenica. Io ho un’idea profondamente diversa della Politica e delle istituzioni, mi misuro sui temi non sulla distruzione di persone che la pensano diversamente da me.
D.) Come ne spiega l’ ascesa di potere?
R.) Emiliano ha avuto gioco facile durante le regionali perché il centro destra si è presentato profondamente lacerato, senza una leadership riconosciuta. Lui ha attratto, ed accolto ben volentieri, molti senza casa del centro destra. Da quando è divenuto presidente quell’accoglienza nei confronti della destra è stata un crescendo. Oggi ha il Partito Democratico che non gli riconosce più alcuna credibilità e “civici” di destra che lo ritengono il salvatore della patria. Una vicenda kafkiana.
D.) Come immagina questa “mobilitazione” che Lei ha evocato?
R.) Non la immagino. È già in atto. Basta solo farla accrescere. Sono sempre di più i militanti, i dirigenti, miei colleghi amministratori locali che si rifiutano di assistere passivamente a questa svendita della storia, della cultura e delle radici del Partito Democratico. Oggi abbiamo il dovere di costruire un’alternativa credibile, in Puglia. E su questa strada viaggiano sempre più persone. Esponenti di primo piano come Blasi, Massa, Mariano, Gentile, Vico, Bellanova stanno facendo, in questo senso, un gran lavoro.
D.) Nonostante la giovane età, forse in Lei rivive l’ antica scuola politica, dove antica sta per nobile…Il trasformismo l’ avrà studiato a scuola…Chi l’ avrebbe detto, che oggi se lo sarebbe ritrovato nella Sua Regione e anzi nella Sua città?
R.) Facendo riferimento alla mia Città, a più riprese ho ribadito come Mellone ed Emiliano siano due facce della stessa medaglia. Entrambi hanno imbarcato destra, sinistra, centro ed ex grillini. Accozzaglie di potere senza una visione sul presente e sul futuro dei propri territori. Entrambi sono l’emblema di ciò che la Politica non dovrebbe mai essere.
D.) Ci vuole parlare dei suoi studi, dei suoi riferimenti culturali?
R.) Studio Giurisprudenza e a breve mi laurerò con una tesi improntata sul diritto amministrativo. Il mio principale riferimento, non solo culturale, è sempre stato Don Tonino Bello, un rivoluzionario gentile di questa terra.
D.) Torniamo all’ attualità più stringente, anche se vorrei che ci parlasse della vecchia piaga del clientelismo. Fra le accuse che nel suo comunicato Lei rivolge al presidente, infatti, c’è quella, terribile, di aver fatto negli organismi regionali “nomine di personaggi discutibili in Cda al costo di migliaia di euro all’anno”. A chi pensava? Ci può fare qualche nome?
R.) Nicola Canonico in acquedotto Pugliese non è certo il massimo della trasparenza e della credibilità. Come anche Fabrizio D’Addario in Innovapuglia, costretto a lasciare per un’inchiesta per truffa aperta a suo carico proprio a distanza di pochi giorni dalla sua nomina. Verso la politica delle nomine, degli intrecci tra imprenditoria e politica, degli scambi di favori ho sempre provato un profondo ribrezzo. Poi è chiaro che i Cinque Stelle conquistino le principali città italiane e si sentano legittimati a candidarsi per la guida del Paese.
D.) Che rapporti ha / cosa ne pensa, con i Cinque Stelle di Nardò, anch’ essi all’ opposizione? E con il consigliere regionale Cristian Casili?
R.) I miei rapporti umani cerco sempre di mantenerli ottimi con tutti. Con Cristian siamo amici da tempo. Ora finalmente anche lui si è messo in moto per incrementare l’azione dell’opposizione. E non è un dato di poco conto. I Cinque Stelle e Casili, nel recente passato, sono stati molto vicini a Mellone. Si sono evidentemente resi conto di essersi sbagliati clamorosamente.
D.) Con il sindaco della vicina Gallipoli, fedele ‘Emiliano boy’, Stefano Minerva?
R.) Stefano l’ho sostenuto alle elezioni Europee. A Nardò, da perfetto sconosciuto, raggiunse le quasi 600 preferenze. Vederlo oggi a braccetto con Mellone, come da diktat Emilianiano, non mi fa certo piacere.
D.) Che idea si è fatta Lei dell’ affaire Xylella?
R.) Il Salento sembra sempre più il Sahara. Sempre più alberi di ogni varietà stanno seccando. Resiste il leccino. Ma se la Regione pensa di poter seguire le teorie degli stregoni penso che l’unico risultato che otterremo sarà quello della diffusione ulteriore del batterio e dei conseguenti disseccamenti. Anche su questa questione Emiliano ha preferito rivolgere lo sguardo al tentativo di mietitura di consensi piuttosto che alla cura di un cancro epocale per questo territorio.
D.) E sulla questione del gasdotto della Tap?
R.) È un’opera che questo territorio ha dimostrato di non gradire particolarmente. Penso che bisognerebbe sempre rispettare la volontà dei cittadini, così come prevede la Costituzione. Ma è un tema sul quale vorrei dire molte cose. Non basterebbe qualche riga. Magari alla prossima.