PET’S LOVE / IN QUESTI GIORNI DI VIOLENZE VERSO I TESORI A QUATTRO ZAMPE, ANCHE LA MAGNILOQUENTE ARTE SOTTOLINEA LA MISERIA DI ALCUNI OMINIDI
di Annibale Gagliani______
Sappi che non ti tradirà mai. Sappi che non ci penserebbe lontanamente ad abbandonarti, piuttosto preferirebbe farsi carico di tutti i dolori terreni.
Un amico incondizionato, uno scrigno di sentimenti scodinzolanti che può esplodere vulcanicamente da un secondo all’altro, ricoprendoti di gratitudine fino al midollo. L’intesa con lui è sovrannaturale: cercavano di darne spiegazione empirica i filosofi ellenici, gli piscanalisti nord-europei e gli scienziati positivisiti, ma che c’è da spiegare, dai su.
L’incontro tra pelle e pelo è sempre rasserenante per i sensi dello sconclusionato essere umano, che raramente riceve dal suo simile un bastimento gratuito di coccole con tale trasporto.
E poi ascolti da alcune radio metropolitane o da televisori mezzi scassati echi di incomprensibile orrore: un amico a quattro zampe romano è stato torturato e sigillato nel destino incontrovertibile del mortale sacchetto di plastica; altri amici saltellanti emiliani, poichè di piccolissima taglia, sono stati utilizzati per infimo gioco come palloni da basket da un pugno di criminali che albergano in tetri centri sociali; un altro sfortunato scricciolo calabrese, curioso, agile, a pelo lungo, è stato gettato nell’Odissea spaventosa dell’autostrada, quasi fosse l’ultimo pupazzo dilaniato e zozzo a cui nessuno vuole più prestare attenzione.
Quanta miseria vomitevole può trovare posto nelle viscere rattrappite di un singolo uomo.
L’inimitabile pet friend dal naso bagnato e dalle orecchie militaresche quando si affeziona non si domanda se dare ventuno, trentacinque o cinquanta grammi della sua preziosa anima, dona tutto se stesso eternamente. Addirittura se un giorno ti alzi con la luna storta e la trebisonda a tre sette, lui ti perdona anche lo sgarbo più fastidioso.
Un homo sapiens sapiens sovente non lo fa: anche per questo viviamo nei meandri della società più social e più sola de l’histoire. Ma un amico a quattro zampe non dovrebbe mai perdonare le sevizie, gli abusi di forza e l’imbecillità di molti ominidi: troppa grazia Cristo, Buddha e Allah!
Guardate il video che abbiamo postato alla sommita del pezzo, nel quale un cagnolino colpito dal dolore più leale piange sulla tomba l’assenza irrimediabile del suo padrone: dieci secondi di amore inestingubile.
Però adesso facciamo un salto-mortale carpiato nel microuniverso lussureggiante della letteratura, che sa sempre indicarci la retta via anche in mezzo al nulla più assoluto:
“L’onniveggente di Saturno figlio
Mezza toglie ad un uom la sua virtude,
Come sopra gli giunga il dì servile.
Ciò detto, il piè nel sontuoso albergo
Mise, e avviossi drittamente ai Proci;
Ed Argo, il fido can, poscia che visto
Ebbe dopo dieci anni e dieci Ulisse,
gli occhi nel sonno della morte chiuse”.
Questi sono i versi tratti dall’Odissea omerica, e tradotti da Ippolito Pindemonte, in cui Ulisse incontra il suo fedelissimo cane Argo dopo la bellezza di dieci anni. Durante il vorticoso e interminabile viaggio l’atletico quattro zampe aspettò il padrone-guerriero con intatta ansia, e quando finalmente lo rivide davanti a suoi occhi vispi, morì dolcemente avvolto da un gioia impagabile.
La letteratura classica ci regala tracce poderose di autentico sentimento tra due intense sensibilità che si toccano, dialogano e si dichiarano bene permanente.
D’altro canto, sfiorando l’imponenza dell’arte figurativa, troviamo un dipinto molto simpatico di Aurelio Lomi, pittore cinquecentesco che affrescò col suo ingegno la Cattedrale di Pisa:
Ritratto del cane Roldano, Aurelio Lomi
Dopo questo bagno leggero nell’arte arcaica, che narra con languore l’amicizia primordiale tra “uomo” e tesoro a quattro zampe, vi consiglio di andare a scoprire un’esibizione struggente e calorosa di un duo che sfiora il contemporary theater, in di giocare con le ombre e i brividi.
I protagonisti si chiamano Valeria e Andriy ed esibirono la loro performance a Tu si que vales nell’ottobre 2015,
ecco il link:
http://www.wittytv.it/tu-si-que-vales/valeria-e-andriy-10-ottobre/565358/
“Uno crede di portare fuori il cane a fare pipì mezzogiorno e sera. Grave errore: sono i cani che ci invitano due volte al giorno alla meditazione”. Il maestro Daniel Pennac aveva perfettamente ragione: la ricchezza interiore, esteriore e relazionale che è in grado di donarti il tuo fedele chien è difficile da comprendere nel tam tam giornaliero tra un ritardo al lavoro e una fila per pagare le rognose bollette.
Ci si rende conto, spiacevolmente, di ciò che si tra le mani nel pieno di una mancanza: ma se hai ancora la fortuna di averlo accanto, fagli una carezza e corrici insieme, ti accorgerai che il regalo più grande lo hai fatto a te stesso…
Bau, bau!
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