CASILI (M5S): “SERVE UN PIANO DELLE COSTE PER SCONGIURARE IL CAOS DELLE CONCESSIONI”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo______“Il panorama locale sulle concessioni balneari è caratterizzato da un ritardo cronico di pianificazione. Il risultato è una mancata regolamentazione e una corsa frenetica, spesso incontrollata, alla concessione balneare. Solo pochissimi Comuni hanno terminato l’iter autorizzativo ed alcuni attendono l’espletamento della Vas (Valutazione ambientale strategica) da parte della Regione che deve accelerare per non lasciare alibi a quelle amministrazioni che devono procedere urgentemente all’approvazione finale che avviene in Consiglio comunale, passaggio fondamentale per regolarizzare la collocazione delle strutture balneari. Urge cambiare rotta, le amministrazioni locali si affrettino a dotarsi del piano e anche la Regione faccia la sua parte, sollecitando e monitorando, pena anche il commissariamento, i Comuni inadempienti”. A sottolinearlo è Cristian Casili, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle e Vicepresidente della V Commissione che prosegue: “Un quadro nebuloso la cui mancanza di chiarezza comporta almeno due grosse problematiche gestionali la prima è quella di sovraccaricare i litorali di ombrelloni, lettini e sdraio.”
Infatti, ad oggi, su 180 chilometri di costa, dall’Adriatico allo Jonio, i lidi esistenti sono già 286. Altri 92 invece potrebbero sorgere dopo l’adozione dei piani comunali delle coste. Se così fosse si arriverebbe ad un totale di 378 tra nuovi lidi e spiagge pubbliche attrezzate. L’adozione di un piano delle coste, spiega il consigliere pentastellato, serve proprio ad equilibrare la corsa alle concessioni, salvaguardando il diritto di tutti ad accedere alle spiagge libere. Il secondo problema è amministrativo, comporta ritardi e imbriglia gli operatori nella morsa della burocrazia. Infatti, sebbene la legge regionale consenta il rilascio delle concessioni anche in assenza del Piano comunale delle coste, l’indirizzo delle amministrazioni comunali è spesso quello di non rilasciare nuove concessioni, spingendo gli operatori turistici a rivolgersi al Tar. E in questi casi il Tribunale amministrativo ha dato ragione agli imprenditori, obbligando i Comuni a concedere la concessione balneare.
“Una situazione che potrebbe essere alleggerita – continua Casili – con l’adozione dei suddetti piani e la realizzazione di appositi bandi per l’assegnazione dei tratti di litorale. Altrimenti il sistema assomiglia a un cane che si morde la coda, allunga i tempi amministrativi e comporta una corsa incontrollata alla concessione. L’auspicio – conclude – è che i Comuni colmino in fretta il ritardo e che, in vista delle elezioni regionali, il tema spinoso non venga accantonato per motivi di opportunità elettorale che vedranno coinvolti alcuni esponenti della maggioranza di Emiliano pronti a fare il salto a Roma.”
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