ULTIM’ORA / MIRACOLO A LECCE. CARLO SALVEMINI NON E’ PIU’ ZOPPO. L’ HA GUARITO ALCIDE MARITATI. ARRIVATO IL VERDETTO DELLA COMMISSIONE PRESIEDUTA DAL MAGISTRATO: AL CENTRO SINISTRA SPETTA IL PREMIO DI MAGGIORANZA. IL SINDACO AVRA’ 20 SEGGI, 11 AL CENTRO DESTRA, 1 AL M5S. E’ GIA’ POLEMICA FRA GLI ESCLUSI
di Giuseppe Puppo______
Eppure la legge parlava chiaro. La legge, il testo unico sugli enti locali, al comma 10 dell’ articolo 73, dice che il premio di maggioranza non scatta se al primo turno c’è stata una o più liste collegate che abbiano superato il 50% dei voti validi, insomma proprio quello che era successo domenica 11 giugno, e poi la domenica 25, tecnicamente chiamato ‘anatra zoppa’.
Testualmente, dice così: “Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al secondo turno, alla lista o al gruppo di liste ad esso collegate che non abbia già conseguito, ai sensi del comma 8, almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio, viene assegnato il 60 per cento dei seggi, semprechè nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate al primo turno abbia già superato nel turno medesimo il 50 per cento dei voti validi. I restanti seggi vengono assegnati alle altre liste o gruppi di liste collegate ai sensi del comma 8. 11″.
Al primo turno, le liste di centro destra collegate a Mauro Giliberti avevano preso il 52,1%
Punto.
C’ era da interpretare?
Poi, se ci mettiamo a interpretarle, le leggi, le leggi elettorali, come è avvenuto altrove, in qualche sporadica occasione, non se ne esce più, ci si infila in un guazzabuglio pressoché inestricabile di considerazioni, su quali siano i voti validi, raffronti a precedenti, pronunciamenti di Tar e Consigli di Stato, e richiami alla ‘governabilità’ da assicurare comunque.
La decisione, di pochi minuti fa, della Commissione Elettorale Comunale, presieduta dal giudice Alcide Maritati, si infila dritto dritto nel guazzabuglio.
E’ stata questa. A Carlo Salvemini spetta il premio di maggioranza. Invece dei 13 seggi prevedibili, ne avrà 20.
L’ opposizione di centro destra, invece dei 18 che le sarebbero toccati, ne avrà 11.
Confermato il seggio del Movimento 5 Stelle.
Sulla base di questa decisione, è possibile stilare anche la composizione del consiglio, in attesa della conferma di Palazzo Carafa, che ancora non c’è.
Eccola.
CENTRO SINISTRA
Lecce Città Pubblica, 5 seggi: Cosimo Murri dello Diago, Silvia Miglietta, Gabriele Molendini, Natasha Mariano, Pierpaolo Patti
Partito Democratico, 5 seggi: Sergio Signore, Paolo Foresio, Paolo Povero, Antonio Rotundo, Antonio Torricelli
La Puglia in Più, 1 seggio: Saverio Citraro
Una Buona Storia per Lecce, 1 seggio: Angela Maria Spagnolo
Idea per Lecce, 1 seggio: Ernesto Mola
Udc, 2 seggi: Marco Nuzzaci, Carlo Mignone
Un’Altra Lecce, 2 seggi: Marco Giannotta, Silvano Vitale
Sveglia Lecce, 1 seggio: Marco De Matteis
Cambiamo Lecce, 1 seggio: Ermenegildo De Giovanni
Andare Oltre, 1 seggio: Massimo Fragola
TOTALE 20 (‘Liberato’ il seggio di Alessandro Delli Noci, del quale è sicuro l’ ingresso nella futura giunta come vicesindaco)
CENTRO DESTRA
Direzione Italia, 4 seggi: Mauro Giliberti, Paolo Perrone, Gaetano Messuti, Luca Pasqualini
Grande Lecce, 3 seggi: Antonio Finamore, Alberto Russi, Paola Gigante
Forza Italia, 2 seggi: Luciano Battista, Paride Mazzotta
Fratelli d’Italia, 1 seggio: Michele Giordano
Lecce Città del Mondo, 1 seggio: Bernardo Monticelli Cuggiò
TOTALE 11
MOVIMENTO 5 STELLE, 1 seggio: Fabio Valente.
Minuti, anzi ore, di fibrillazione, negli ambienti politici leccesi.
Al momento, non abbiamo reazioni ufficiali. Ne daremo conto qui sotto, man mano che arriveranno
Ma i sette esclusi del centro destra, questo lo si è appreso, stanno già studiando i ricorsi.
E dal canto suo, il dirigente nazionale di ‘Forza Italia’ Paolo Pagliaro ha affidato a ‘Facebook’ un amaro, quanto polemico, commento, che dice così:
“La Commissione Elettorale ha rimesso in “piedi l’anatra” che non è più zoppa per l’interpretazione della commissione presieduta da Maritati.
Quindi il centrosinistra (24%) più l’ibrido movimento di Delli Noci (17%) con il 41% hanno avuto il loro premio di maggioranza: 20 seggi.
Sono 11 i seggi assegnati alla coalizione di Giliberti e 1 al Movimento 5 stelle.
Ora gli avvocati avranno modo di lavorare.
Si va avanti con i ricorsi…
D’altronde il centrosinistra è abituato ad avere più di quello che i cittadini decidono”.
Insomma, tira aria di bufera.
Niente di chiaro, sotto il cielo di Lecce (saranno i 40° di temperatura).
A qualcosa servirà questo guazzabuglio! A far lavorare gli avvocati?! Almeno al Sud, qualcuno lavora! Direttore, se si chiarisce la situazione, aggiornaci!
E’ stato annunciato che la commissione elettorale ci ha attribuito il premio di maggioranza.
La considero una buona notizia per la città: la governabilità consente alla politica di poter lavorare per realizzare i propri obiettivi di mandato. Che per me sono sono chiarissimi, uno su tutti: migliorare il benessere sociale, economico, culturale, ambientale, civico della nostra comunità.
E’ giusto oggi alzare simbolicamente il bicchiere per festeggiare un risultato importante.
Buon lavoro a tutti noi.
Adesso tutti al lavoro per il bene della nostra città. La strada è quella giusta, l’impegno e l’entusiasmo quelli di sempre.
Buon lavoro a noi allora, certi che, insieme, costruiremo una Lecce più giusta e solidale, una nuova Lecce!
Dal giorno successivo al voto il Ministero dell’Interno ha assegnato i seggi ai consiglieri comunali, in base ai voti dei cittadini leccesi, applicando la legge italiana. Ieri, la commissione elettorale ha deciso di ribaltare la situazione confutando lo stesso Ministero.
Davanti a questa prevaricazione di tipo politico non è possibile alcuna forma di dialogo se non la battaglia civile per il ripristino della legalità violata.
Ciò a tutela soprattutto dei diritti dei cittadini leccesi che hanno scelto i loro rappresentanti in consiglio comunale. Sia chiaro, qui la questione non riguarda me o altri. La questione è molto più importante delle sorti dei singoli. La battaglia di libertà e difesa della democrazia è nell’interesse di ogni italiano per la garanzia del proprio futuro.
Perchè se perdiamo anche il diritto di affermare il nostro voto, abbiamo perso ogni speranza.