JAMES BOND DIVENTERA’ UN UNIVERSO CINEMATOGRAFICO?
A darci la notizia che James Bond potrebbe divenire un cinematic universe è un tweet di Jeff Snider, giornalista di The Tracking Board. A quanto pare, Michael G. Wilson e Barbara Broccoli – producer della saga del popolare agente segreto inglese ideato dalla penna geniale di Ian Fleming – starebbero considerando i pro e i contro della creazione di un universo cinematografico. Con l’espressione cinematic universe si fa riferimento a una recente strategia hollywoodiana che prevede una programmazione di film a scadenza annuale, con trame in cui vengono approfonditi e sviluppati aspetti di secondo piano rispetto alle vicende pilota. È il caso, ad esempio, dell’Harry Potter Universe, che ha scelto di prolungare la sua durata con il film Animali Fantastici. Si tratta di una logica a cui, nel panorama cinematografico di questi ultimi anni, sempre più società stanno accettando di aderire. Dal Marvel Universe a quello di Star Wars, l’intento è sempre lo stesso: fidelizzare lo spettatore fino all’eccesso, mostrandogli il dietro le quinte di personaggi e storie non di prima fila. Tornando al nostro James Bond, quello che incuriosisce tutti gli appassionati dell’agente 007 è come potrebbe essere un suo cinematic universe, e quali aspetti della saga potrebbero essere approfonditi. Certo è che fino all’ultimo 007 Spectre, uscito nella sale nel 2015 per la regia di Sam Mendes, la saga non ha mai giocato su scadenze pianificate – quattro anni sono intercorsi tra Quantum of Solace e Skyfall, e altri tre tra Skyfall e Spectre. E ricordiamoci che il franchise di James Bond è il più persistente in ambito cinematografico: basti pensare che il primo capitolo del ciclo, Licenza di uccidere diretto da Terrence Young, risale al lontano 1962. Potremmo comunque addentrarci in materia di ipotesi, lasciando la nostra immaginazione libera di meditare sui possibili mondi paralleli di ‟Bond James Bond” e su quanto un nuovo James Bond Universe potenzierebbe il già possente immaginario collettivo in cui sembra convergere tutta l’eredità (dalle location, alle auto, ai gadget di James Bond) del celebre agente segreto a cui da ormai molto tempo ci sentiamo affezionati. I diversi film hanno reso ancor più rinomate diverse location. La storia di Una cascata di diamanti, settimo capitolo della saga girato da Guy Hamilton nel 1971, è ambientata in parte a Las Vegas, che deve anche a questo film il suo mito. Ricordiamo poi il Grand Bazaar di Istanbul in cui è stata girata la memorabile scena di Skyfall in cui il protagonista sfreccia con la sua moto nel bel mezzo del noto mercato. E infine Venezia, località centrale per la parte finale di Quantum of Solace dove James Bond e Vesper Lynd si daranno ad una fuga d’amore in cui attraverseranno in barca a vela il Canal Grande. Altro grande testamento che l’agente segreto 007 ci ha lasciato in omaggio sono le automobili. Come non pensare alla primissima DB5 comparsa in Missione Goldfinger del 1964, ancora protagonista in GoldenEye (1995), ne Il domani non muore mai (1997), e in Casino Royale del 2006? E l’esclusivissima DB10 dotata di specifiche protezioni speciali dell’ultimo Spectre (2015) fatta appositamente realizzare dalla Aston Martin per James Bond? E per concludere la lista automobilistica, che dire delle italiane Alfa Romeo Alfetta GTV6 e della Maserati Biturbo 425 e la F355 Spider, comparse rispettivamente in Quantum of Solace, Spectre e in GoldenEye? È curioso infine analizzare brevemente alcuni di quei dispositivi di cui l’agente segreto si muniva – avveniristici per l’epoca – che ad oggi si sono fatti più o meno realtà. Parliamo del tracciatore di segnale GPS apparso nel 1964 in Missione Goldfinger; della macchina fotografica subacquea presente in Thunderball del 1965; e del sensore di impronte digitali con cui 007 si confrontava in Una cascata di diamanti del 1971. Chissà che non sia stata proprio l’immaginazione di Ian Fleming a contribuire a queste piccole e grandi tappe del progresso tecnologico.
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