‘SICCITA’, IL RIUTILIZZO DEI REFLUI LA SOLUZIONE’
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il consigliere regionale del M5S Cristian Casili ci manda il seguente comunicato______
“Estati sempre più torride, con scarse precipitazioni, impongono di affrontare il tema delle risorse idriche con estrema tempestività. Urge abbandonare la politica dell’emergenza e prepararsi strutturalmente ad affrontare il fenomeno per i prossimi anni. La politica regionale non può farsi trovare impreparata e deve rispondere tempestivamente ai cambiamenti in atto”.
Cristian Casili, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle e Vicepresidente della V Commissione Regionale, interviene sull’emergenza siccità.
“La Puglia prende l’acqua da 5 invasi, due sorgenti e 200 pozzi. Fonti che dovrebbero soddisfare il fabbisogno idrico dei pugliesi, che ammonta a circa 150 litri di acqua pro capite al giorno. Occorre un piano straordinario per la gestione delle acque pugliesi – prosegue Casili – perché la situazione è allarmante, ogni anno il bilancio idrico è negativo, soprattutto a causa di milioni di metri cubi sprecati. Oltre il 30% lo sprechiamo a causa delle perdite lungo i 21 mila chilometri di acquedotto. Su 530 milioni di acqua prelevata da Aqp, dalle diverse fonti di approvvigionamento, vengono dispersi oltre 180 milioni di mc di acqua ogni anno, una quantità ben superiore a quella contenuta in tutto l’invaso del Pertusillo. Nel settore agricolo, abbiamo un fabbisogno irriguo che ammonta per tutta la Puglia a circa 900 milioni di mc, anche qui entrano in gioco diversi fattori di spreco. Circa l’80% di questo fabbisogno è coperto dallo sfruttamento dei pozzi che oggi sono fuori controllo. Molte utenze risultano autorizzate ad “uso domestico” che vuol dire una concessione di 1000 mc di acqua all’anno, nei fatti si prelevano quantità ben superiori. Non abbiamo una stima dei pozzi non autorizzati, che probabilmente si aggirano intorno al milione, mai regolarizzati in tutta la regione. Un fenomeno, quest’ultimo, molto diffuso in provincia di Lecce.
Questa indiscriminata gestione delle acque sotterranee sta comportando un forte inquinamento di sali a seguito dell’infiltrazione di acqua marina nelle falde. Gli strumenti per monitorare e controllare l’acqua effettivamente distribuita ci sono ed è ora che si attuino. Con queste temperature non possiamo più permetterci di sprecare un bene così prezioso ed è fondamentale operare per migliorare i sistemi di distribuzione e raccolta, lavorando inizialmente sull’ammodernamento e la costante manutenzione delle reti idriche, ormai vecchie e che rappresentano un vero e proprio colabrodo. A questo vanno aggiunti due altri aspetti, il primo riguarda una concezione culturale che dobbiamo abbandonare al più presto: l’acqua non è un bene illimitato e dobbiamo utilizzarlo con grande parsimonia.
Inoltre, il ciclo dell’acqua non termina con la sua uscita dai rubinetti. I reflui e la depurazione delle acque sono il futuro per scongiurare crisi irrigue, su questo la Regione deve prendere un impegno chiaro e celere. In Puglia il ricorso al riutilizzo dei reflui fino ad oggi sconta forti ritardi con i depuratori, mentre dovrebbe diventare fonte alternativa importante, soprattutto se pensiamo che ogni anno, per 100 mila abitanti, sversiamo in mare 7 milioni di mc di acqua. Vuol dire che se riuscissimo a potenziare e rendere efficienti i depuratori pugliesi, avremmo a disposizione 280 milioni di mc di acqua che durante le crisi idriche estive darebbero ai nostri agricoltori acqua a basso costo e di ottima qualità”.
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Mai come quest’anno le alte temperature, unite alle scarse precipitazioni, hanno aperto il dibattito sull’importanza di una gestione efficace e virtuosa delle risorse irrigue, che nella nostra regione sono caratterizzate da sprechi e un incontrollato utilizzo di pozzi di falda a rischio contaminazione salina.
Sento dunque l’esigenza di riproporre, ancora più convintamente, la proposta che avanzai ad inizio legislatura sul recupero delle cave dismesse, allo scopo di farne dei biolaghi dove far confluire le acque reflue depurateche oggi purtroppo continuiamo a sprecare.
La considero un’iniziativa concreta ed efficace per utilizzare un bene prezioso e limitato come l’acqua, in un territorio come il nostro, a rischio desertificazione.
Proprio grazie all’iniziativa del consigliere pentastellato quest’anno sono stati compiuti i primi passi importanti per dare concretezza a questo progetto rivoluzionario e per alcuni versi visionario. “Il 16 maggio scorso – sottolinea Casili – è stato convocato in Regione un tavolo tecnico di confronto per valutare le iniziative di studio e progettazione da ammettere a finanziamento regionale grazie alla mia proposta votata all’unanimità dal Consiglio regionale e che prevede un primo stanziamento di 100 mila euro. Ricordo che l’anno scorso la stessa Regione Puglia ha emesso un avviso pubblico per la selezione di Comuni pugliesi interessati al recupero delle cave dismesse.”
Il consigliere salentino ricorda come la Puglia sia tra le regioni italiane ad avere più cave dismesse, per la precisione 555 di cui 125 solo in provincia di Lecce, molte delle quali abbandonate e spesso trasformate in depositi di rifiuti di ogni tipo. Centinaia di ettari che sviluppano una superficie che potrebbe ospitare diversi milioni di metri cubi di acqua.
“Pensare di recuperare e rinaturalizzare questi volumi scavati nella pietra – conclude il vicepresidente della Commissione Ambiente –potrebbe consentirci di recuperare grandi quantità di acqua oltre a migliorare la biodiversità e il microclima e strappare al degrado importanti zone del nostro territorio. In questo modo si potranno riqualificare dei siti che oggiAggiungi un appuntamento per oggi rappresentano delle ferite per la morfologia del territorio, allo stesso tempo potremo ottenere una fonte di acqua di qualità a basso costo, recuperata virtuosamente, da utilizzare – conclude – in periodi di forte stress idrico come nel caso della siccità di questi giorni.”