ANCORA UN INCIDENTE FERROVIARIO / IL M5S CHIEDE LE DIMISSIONI IMMEDIATE DELL’ ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI GIOVANNI GIANNINI DEL PD
(e.l.)______”E’ solo un miracolo che non vi siano state vittime, ma solo una quindicina di feriti. Ma questa è una situazione che non può più andare avanti”.
Un comunicato del gruppo del M5S alla Regione Puglia, dopo poco più di un’ ora dallo scontro, chiede le dimissioni dell’ assessore ai Trasporti Giovanni Giannini (nella foto), del Pd, ricordando che oggi è successo di nuovo qualcosa di incredibile a meno di un anno di distanza dal terribile incidente sulla Andria – Corato.
Così motiva la richiesta: “A nulla sono servite le nostre numerosissime segnalazioni sulle carenze anche strutturali e sui numerosi disagi creati dalle nostre ferrovie, il Governo regionale non si è degnato neanche di rispondere ad una nostra mozione nella quale chiedevamo risposte su tutte le tratte ferroviarie pugliesi dopo il disastro del 12 luglio in cui hanno perso la vita 23 persone.
Che fine fanno i soldi destinati all’agenzia regionale per la mobilità? Che fine fanno i soldi delle tasse dei pugliesi?
Passaggi a livello che rimangono aperti, treni fatiscenti e in ritardo, personale carente e ora siamo arrivati ad un punto davvero inaccettabile, due gravissimi scontri di questo tipo sono davvero troppi: non è possibile che i cittadini debbano arrivare a temere per la loro vita ogni volta che salgono su un treno“. ______
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“Per far sì che non si ripetano mai più insopportabili violazioni, è necessario che il governo si adoperi affinchè Trenitalia osservi e garantisca, in modo cogente, il rispetto degli standard minimi di qualità per il trasporto delle persone”.
A chiederlo è il senatore Dario Stefàno, presidente de La Puglia in Più, in una interrogazione indirizzata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, a seguito della situazione incresciosa che si è verificata a bordo del Frecciargento Lecce-Roma di questa mattina.
“Gli spazi interni del treno – spiega Stefàno – erano colmi di rifiuti, una condizione di disagio imbarazzante immortalata dai passeggeri attraverso alcune foto, pubblicate, poi, sui social network, accompagnate da legittime e comprensibili lamentele nei confronti dell’azienda. A quanto si apprende da fonti di stampa e dal personale di bordo, il Frecciargento 8302 che sarebbe dovuto partire ha subìto un guasto ed è stato rimpiazzato da un’altra vettura giunta a Lecce poco prima, per la quale non sono state assicurate le operazioni di preparazione al viaggio”.
“Il diritto alla mobilità deve essere garantito, anche e soprattutto attraverso modalità che rispettano standard di sicurezza, pulizia e igiene. Non è possibile che chi viaggia, a fronte di biglietti che partono da 70 euro per tratta, si debba ritrovare al cospetto di carrozze e servizi igienici in disordine e sporchi oltremisura”.
Accertare subito le responsabilità e dare una risposta chiara alle esigenze del territorio e dei pendolari. Quello che è successo nel Salento deve spingere la politica tutta a trovare soluzioni non più rinviabili sul fronte della sicurezza.
Simili immagini con feriti, soccorsi e disperazione non sono più ammissibili soprattutto con la stagione estiva praticamente alle porte. Da anni ci vantiamo di un Salento perla del turismo nazionale e mondiale, ma dobbiamo chiederci quali servizi offriamo ai turisti. Oggi, per fortuna, siamo qui a parlare di miracolo e di tragedia sfiorata. Ma cosa sarebbe successo in un’altra circostanza?
Sono convinto che la Regione e l’assessorato ai Trasporti agiranno con il giusto rigore per individuare inadempienze e responsabilità.
Chiedo al Ministro Graziano Delrio di venire a riferire in Parlamento sulle iniziative straordinarie che intende assumere il suo dicastero che già da mesi è titolare delle Ferrovie Sud Est.
Tra treni che ripartono lentamente, sporchi oltremisura e il rischio di sicurezza che tracima vergognosamente le percentuali minime previste dalla statistica, beh, credo che questo complesso, affastellato e articolato problema delle Ferrovie nel Salento, e della Puglia più in generale, meriti una riflessione da parte del Ministro delle Infrastrutture decisamente più profonda.
A distanza di quasi un anno, un nuovo incidente sulle linee delle Ferrovie del Sud Est pone nuovamente al centro il tema della sicurezza, che, purtroppo, nemmeno il clamore della tragedia e delle vittime dello scorso luglio è riuscito a garantire e irreggimentare.
Pensare ancora oggi di dover prendere un vettore che cammina su una rete a binario unico con il rischio intollerabile di morire perchè c’è la possibilità che due di questi treni si scontrino fronte a fronte non appartiene in alcun modo alla logistica contemporanea.
Nella dinamica politica ci sta che uno possa chiedere le dimissioni di chi ricopre incarichi di governo e ha responsabilità di governo. Il problema è che la richiesta di dimissioni deve essere motivata. E nel caso di specie mi sembra non ci sia nessuna motivazione, e che la richiesta sia partita sull’onda emotiva con una grande ignoranza dei fatti e di quello che è accaduto.
Secondo il macchinista del treno 544 delle FSE partito martedì pomeriggio col segnale ‘rosso’ dalla stazione di Galugnano a San Donato di Lecce e scontratosi dopo circa 800 metri col treno 549, le cause dello scontro sarebbero un guasto all’impianto frenante e l’inefficacia del freno di stazionamento utilizzato nell’estremo tentativo di bloccare il convoglio.
Le eventuali responsabilità vanno accertate quanto prima sia dal punto di vista politico che dirigenziale verificando, tra l’altro i fogli di servizio.
Se fosse confermata la versione del macchinista in merito alle avarie dell’impianto frenante e del freno di stazionamento, si giustificherebbe la velocità acquistata dal mezzo che, tra l’altro, è uno di quelli presi a noleggio da FS e sarebbe sprovvisto, almeno per il momento, di dispositivo vigilante.
Da informazioni apprese sembra anche che i mezzi presi a noleggio da FS debbano seguire un iter di manutenzione che prevede interventi in officine non di proprietà di FSE, pertanto sia macchinisti che deposito locomotive non possono e non avrebbero potuto avere un riscontro effettivo su eventuali anomalie.
se il macchinista riscontra un’anomalia, la segnala sul libro di bordo e si riserva di fare la nota di riparazione su apposito modulo. L’officina una volta preso in carico il mezzo, dopo aver consultato il libro di bordo e la nota di riparazione e dopo aver proceduto alla riparazione, provvede ad aggiornare il libro di bordo.
“Sembrerebbe – spiega Trevisi – che ciò non avvenga con le Fiat prese a noleggio da FS e che nulla venga scritto sul libro di bordo che nessuno aggiorna nel merito delle riparazioni effettuate. Questo potrebbe essere un ulteriore elemento volto a chiarire le eventuali responsabilità dello scontro di qualche giorno fa.
Ad ogni modo torno a ribadire quanto ancora una volta ci viene segnalato dall’interno delle FSE in merito alle condizioni di lavoro del personale di condotta e di scorta che pare venga sottoposto a dei ritmi di lavoro sovrumani a causa delle mancate nuove assunzioni. È ovvio che con questi ritmi prima o poi la stanchezza si fa sentire e in questo tipo di lavoro una semplice sbavatura può risultare fatale. E in questo caso – conclude – le fatalità c’entrano poco.“
La Magistratura faccia subito chiarezza.
Dove sono finiti i milioni di euro messi a disposizione per l’adeguamento degli impianti di sicurezza?
Episodi che si stanno verificando troppo spesso, è inevitabile che cresca il senso di insicurezza e di preoccupazione delle migliaia di cittadini pugliesi che ogni giorno utilizzano il treno non per piacere, ma per necessità lavorative, professionali o di studio.
Ci chiediamo dove si siano fermati i milioni di Euro di cui si parla in queste ore per l’adeguamento dei sistemi di sicurezza, visto che i lavori non hanno mai preso il via.
Nelle prossime ore utilizzeremo tutti gli strumenti messi a disposizione dalle norme per comprendere perché non si sia provveduto a installare i sistemi ferroviari più moderni per evitare che un treno proceda quando il segnale di via è rosso.
Non possiamo più permettere che i cittadini pugliesi si muovano su una linea a potenziale rischio.
“Il problema non è rappresentato dal binario unico.
Sono migliaia i chilometri a binario unico in tutta Europa, su cui gli incidenti sono molto rari.
Quello che è necessario è che queste linee vengano predisposte con i più moderni sistemi atti a garantire la sicurezza degli utenti e dei lavoratori. Il nostro augurio è non solo che la Magistratura faccia presto luce sulle dinamiche dell’incidente, ma che non avvenga più un episodio del genere.
Quanto è accaduto l’altro giorno, sulla tratta ferroviaria all’altezza di Galugnano, è la punta dell’iceberg di un sistema dei trasporti indegno per il Salento. Negli ultimi 5 anni quasi 20 mezzi delle Ferrovie Sud Est hanno preso fuoco e più volte si è sfiorata la tragedia. Quanto dobbiamo ancora attendere affinché sia garantita la sicurezza dei pendolari e la pubblica incolumità?
Il 30 agosto 2012, su un treno all’altezza di Muro Leccese, si sviluppò un principio di incendio e solo grazie alla bravura del personale a bordo il rogo fu spento nella vicina stazione di Maglie, senza conseguenze per i passeggeri.
A marzo 2013 prese fuoco una motrice ed un’intera carrozza di un treno Fse, sulla tratta Gagliano – Lecce, completamente distrutta dalle fiamme.
Il 9 aprile 2013, un incendio distrusse un autobus a Soleto.
Ad aprile 2014 si verificarono due casi: uno sulla tratta Zollino – Nardò, dove a prendere fuoco fu un vagone di un treno, anche in questo caso fortunatamente senza conseguenze, e l’altro a Galugnano, dove le fiamme avvolsero un convoglio fermo in stazione.
Quello che dovrebbe essere un normale servizio di trasporti sembra un bollettino di guerra.
Un problema, quello degli incendi e della sicurezza, che riguarda anche gli autobus delle Fse. Si sono registrati diversi casi con passeggeri a bordo, come il pullman che il 17 giugno 2014 prese improvvisamente fuoco a Nardò, durante il normale svolgimento del servizio.
Riguardo al trasporto su gomma, di avvenimenti del genere se ne contano tantissimi nel leccese, nel brindisino e nel tarantino. A queste condizioni è evidente che non possono essere garantite le condizioni di sicurezza dei passeggeri.
Si deve procedere con urgenza a far sostituire i vecchi autobus con nuovi mezzi e a eliminare i convogli e le motrici ormai obsolete.
Siamo consapevoli dello stato drammatico in cui versa Fse, ma i salentini non possono più attendere e rischiare, ogni giorno, la propria incolumità