…E’ QUI LA FESTA? IL SINDACO CHE LASCIA PALAZZO CARAFA IN CUI “io mi sentirò sempre a casa mia”, MA SI RICANDIDA A CONSIGLIERE COMUNALE CON DIREZIONE ITALIA, USA CARTA INTESTATA E ALBO COMUNALE PER SCRIVERE AI DIPENDENTI E INVITARLI AD UNA SUA MANIFESTAZIONE ELETTORALE PRIVATA
di Giuseppe Puppo______
Esercizi di stile. Certo, ‘casa nostra’, un’ altra dimostrazione. Come se non fosse bastato l’ assessore che mette a disposizione il bilancio comunale al candidato a sindaco del suo stesso partito; o la conferenza stampa, sempre di quel partito, convocata dall’ addetto stampa del presidente della Provincia da una mail istituzionale, per citare gli ultimi due casi più eclatanti segnalati da leccecronaca.it ad un silenzio assordante.
Istituzionale, appunto: ed è strano che quel partito sia quello di Raffaele Fitto, che, da buon erede della prima repubblica, che a queste cose, e giustamente, teneva molto, forse dovrebbe riunire tutti i suoi e spiegare loro la differenza che intercorre tra incarichi politici e cariche istituzionali.
Il papà, si sarebbe arrabbiato non poco. Lui, fa fare tutto, come se nulla fosse.
Minuzie, quisquilie, pinzillacchere, si dirà. Sarà.
Ma un tempo per cose del genere la magistratura apriva indagini, e succedevano casini di proporzioni bibliche. Oggi, è diventato normale.
Sarà. Ma negli Stati Uniti alla Hillary aver mandato mail private dalla casella istituzionale è costato uno scandalo enorme, che ha influito non poco sulla sua sconfitta elettorale.
Ma l’ America è lontana, qui siamo a Lecce, e le americanate le facciamo a modo nostro, senza che nessuno si scandalizzi più di tanto.
Nessuno, o quasi.
Riesce ancora a scandalizzarsi il candidato a Sindaco del Pd Carlo Salvemini, che, avendo appreso quanto, ha mandato un duro comunicato ai giornali, in cui parla di “senso di onnipotenza che ha travolto chi governa Lecce da vent’anni, di chi considera la casa comunale casa propria; la stanza del sindaco un comitato elettorale; i dipendenti di Palazzo Carafa amici e sostenitori“, e, non contento, rincara la dose, definendo la vicenda “una clamorosa caduta di stile” e parlando di “funzione di servizio per gli altri trasformata in potere per pochi“. Gli amici degli amici, lo sappiamo.
Polemiche elettorali, si dirà. No. Ci ostiamo a credere che i dettagli facciano lo stile.; e che di sostanza, si tratti, e non di forma, perché da mentalità simili perduranti, da casa nostra, anzi, da cosa nostra, nascono le commistioni fra personale e politico, i guazzabugli pressoché inestricabili fra pubblico e privato, e i conflitti di interesse complicati, quanto irrisolvibili.
Infine, a proposito di casa, visto che anche l’ Hotel Tiziano è di proprietà, e questa volta legittima e stabile, di Paolo Perrone, una curiosità: il candidato a consigliere Paolo Perrone pagherà a sé stesso, da una tasca all’ altra, le spese della festa, oppure le spese della festa saranno pagate all’ immobiliarista Paolo Perrone, dal sindaco, come da carta intestata, quindi da spese di rappresentanza del Comune? Ah, saperlo…______
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