CASARANOGOMORRA / TUTTI I PARTICOLARI / I SOLDI SPORCHI DELLA DROGA DAL MERCATO DELLA MORTE E DELLA DISPERAZIONE PER TANTE FAMIGLIE, REINVESTITI IN ATTIVITA’ LECITE. LA LOTTA FRA I CLAN PER IL CONTROLLO DEL TERRITORIO. COCAINA, EROINA, KALASHNIKOV, RAPINE, ACCORDI, TRADIMENTI E PUNIZIONI

| 30 Maggio 2017 | 1 Comment

(g.m.)______Dal reparto operativo del Comando Provinciale di Lecce dei Carabinieri, che ringraziamo per la collaborazione, arrivano nel primo pomeriggio tutti i particolari sull’ operazione, chiamata in codice DIARCHIA, scattata già nella notte, e di cui abbiamo riferito nelle nostre ULTIM’ORA nel corso della mattinata, a mano a mano che arrivavano le prime notizie:

https://www.leccecronaca.it/index.php/2017/05/30/ultimora-casaranogomorra-colpiti-i-montedoro-da-un-operazione-della-dda-che-ricostruisce-guerra-di-clan/

https://www.leccecronaca.it/index.php/2017/05/30/casaranogomorra-la-cronaca-degli-ultimi-mesi/

https://www.leccecronaca.it/index.php/2017/05/30/ultimora-casaranogomorra-i-quattordici-fermati/

Ecco, appunto, adesso, tutti i particolari.

LE ACCUSE

sono per  “Associazione mafiosa”, “tentato omicidio aggravato”, “Associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti”, “Detenzione di Armi” “Ricettazione”, “Furto Aggravato”.

 

I FERMATI

1) MONTEDORO Tommaso, nato a Casarano, ed ivi residente, 41 anni, di fatto agli arresti domiciliari a Vezzano Ligure, in provincia di La Spezia

2) AUTUNNO Damiano Cosimo, nato a Matino, residente a Parabita, 51 anni

3) BRAHO Sabin, nato a Durazzo (Albania), residente a Brindisi, 34 anni

4) CARACCIO Ivan, nato a Casarano, ed ivi residente, 30 anni, attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Lecce

5) CECERE Andrea, nato a Nardò, ed ivi residente, 37 anni

6) CORRADO Giuseppe, nato a Supersano, residente a Ruffano, 45 anni

7) CRUSAFIO Salvatore Carmelo, nato a Basilea (Svizzera), residente a Matino, 42 anni

DEL GENIO Luca, nato a Casarano, ed ivi residente, 26 anni

9) DEL GENIO Antonio Andrea, nato a Leonberg (Germania), residente a Casarano, 31 anni

10) FASANO Eros, nato a Richerwill (Svizzera), residente ad Alliste, 53 anni

11) MARSANO Domiria Lucia, nata a Lecce, ed ivi residente, 40 anni, attualmente sottoposta alla Misura Alternativa dell’Affidamento in Prova;

12) PETRACCA Marco, nato a Casarano, ed ivi residente, 41 anni

13) PROVENZANO Maurizio, nato a Lecce, ed ivi residente, 46 anni

14) SARCINELLA Lucio, nato a Gagliano del Capo, residente a Casarano, 21 anni.

Risultano indagate altre tre persone.

Nel corso delle operazioni di Fermo, sono stati sequestrati oltre 40.000 euro in contanti,.

L’ INDAGINE

Condotta nel periodo ottobre 2016- maggio 2017 dal Reparto Operativo-Nucleo Investigativo, ha documentato il processo di riorganizzazione del sodalizio mafioso diretto da MONTEDORO Tommaso La genesi è da individuarsi nei due fatti di sangue avvenuti a Casarano con l’omicidio di POTENZA Augustino, e con il tentato omicidio di SPENNATO Luigi, episodi legati da un unico filo conduttore e che hanno segnato in maniera definitiva la frattura interna al gruppo maturata nell’ambito del controllo del traffico illecito degli stupefacenti sul territorio di riferimento e del reimpiego dei proventi delittuosi in attività lecite.

Come dicono gli inquirenti, “le prime risultanze investigative hanno evidenziato la scissione della compagine mafiosa casaranese, un tempo retta congiuntamente da MONTEDORO Tommaso e POTENZA Augustino.

L’attività tecnico-investigativa ha consentito di documentare l’attuale operatività del clan al cui vertice si pone MONTEDORO Tommaso, promotore di un sodalizio criminale operante su Casarano e comuni limitrofi, il quale si avvale di un “quadro direttivo” composto da AUTUNNO Damiano Cosimo, CORRADO Giuseppe e DEL GENIO Luca, i primi due storici sodali del capoclan, l’ultimo- soggetto emergente nel panorama criminale locale”.

EROINA E COCAINA, ANCHE A LECCE CITTA’

Soprattutto grazie alle intercettazioni telefoniche, è stato possibile accertare che “principale attività del sodalizio è quella del traffico degli stupefacenti, in particolare eroina e cocaina, autentica fonte di reddito del gruppo, con capacità di movimentazione di alcuni chilogrammi di stupefacente alla settimana. In tale contesto, di particolare rilevanza l’asse CASARANO – LECCE, con rappresentanti: DEL GENIO Luca e PROVENZANO Maurizio, il quale ha evidenziato notevoli capacità autonome nel traffico, anche avvalendosi di emissari albanesi“.

I SOLDI DELLA DROGA RICICLATI

Sempre grazie alle intercettazioni, gli inquirenti hanno documentato che “i proventi delle attività illecite erano di sovente reimpiegati per avviare lecite attività imprenditoriali. In tale particolare ruolo, si è distinto PETRACCA Marco, insospettabile incensurato gestore di una rivendita di abbigliamento, di fatto cassiere del gruppo criminale e naturale referente di MONTEDORO Tommaso, in via esclusiva“.

LE ARMI

Le attività hanno documentato, inoltre a conferma dell’organizzazione militare del gruppo, la notevole disponibilità di armi e la capacità di pianificare ed eseguire operazioni strutturate; quali l’assalto consumato ad uno sportello ATM ed altri tentati oltreché analoghi propositi criminali da consumarsi nelle province limitrofe all’attuale luogo di detenzione di MONTEDORO Tommaso, egli stesso promotore delle azioni.

LA FORZA DI INTIMIDAZIONE E LE GERARCHIE ALL’INTERNO DEL GRUPPO

Ed ecco la storia del clan, fino agli attuali sviluppi, secondo gli inquirenti, che così la tratteggiano dettagliatamente:

Malgrado la detenzione sofferta, MONTEDORO Tommaso, noto e temuto in passato per la particolare spregiudicatezza criminale, ha assunto sin da subito la direzione della compagine mafiosa casaranese gestendo, tra l’altro, il traffico di sostanze stupefacenti imponendo, dopo la morte di POTENZA Augustino, il monopolio sul territorio. Dunque MONTEDORO Tommaso, valendosi dell’esperienza criminale maturata e consolidata nel corso degli anni, ha potuto disporre di un piccolo esercito di giovani “soldati” forti della compattezza del gruppo e disposti a qualsiasi azione , anche la più spregiudicata e violenta, pur di raggiungere lo scopo.

Alcuni di questi sono stati identificati negli indagati DEL GENIO Luca, DEL GENIO Antonio Andrea, SARCINELLA Lucio, utilizzando i quali MONTEDORO ha in breve tempo riorganizzato le sue attività criminali sul territorio. L’esistenza della componente direttiva dell’associazione mafiosa viene documentata da servizi mirati di osservazione, già a partire dal mese di gennaio 2017, che hanno consentito di rilevare come gli associati si riuniscano a rotazione in località prestabilite e senza preventivo contatto telefonico, stratagemma utilizzato per evitare di svelare l’esistenza del vincolo ed eludere eventuali attività tecniche.

La scelta dei luoghi è ricaduta prevalentemente su aree rurali isolate ricadenti negli agri di Supersano e Casarano.

Non da meno, nell’esame dell’odierna vicenda assumono rilievo le dinamiche tipiche dell’Associazione Mafiosa: la gerarchia interna, la cassa comune, l’assistenza agli affiliati e alle loro famiglie, il forte vincolo di omertà, il sistema delle sanzioni, la segretezza delle comunicazioni, la forza di intimidazione e controllo del territorio, il reimpiego dei capitali illeciti attraverso l’acquisizione di attività di facciata”.

IL TENTATO OMICIDIO SPENNATO

Dopo l’omicidio di POTENZA Augustino, la vera svolta nelle indagini è arrivata con il tentato omicidio di SPENNATO Luigi, avvenuto circa un mese dopo dal primo fatto di sangue.

Ecco come lo ricostruisce la Procura della Repubblica i Lecce.

La volontà omicida determinata e spietata si è manifestata ancora una volta nelle modalità esecutive: un commando formato da due o tre persone che hanno utilizzato due distinti fucili mitragliatori Kalashnikov e una mitraglietta Sten. Le prime acquisizioni sulla scena del delitto hanno da subito indicato i cugini DEL GENIO, quali soggetti presenti sulla scena del crimine.

Su entrambi, infatti, sono state rinvenute particelle provenienti dall’esplosione di quelle specifiche cartucce; anche l’auto con la quale sono stati poco dopo individuati recava le stesse tracce.

Nel corso dell’interrogatorio con il magistrato, inoltre, DEL GENIO Andrea si opponeva al prelievo; le operazioni avevano luogo comunque sugli abiti indossati, fornendo riscontro positivo. Fondamentali poi apparivano alcune acquisizioni testimoniali assunte nell’immediatezza dei fatti da soggetti che avevano raccolto le prime indicazioni proprio della vittima. A questa prima ricostruzione, si è aggiunto lo strutturato complesso probatorio acquisito nel corso dell’attività tecnica, laddove appare inconfutabile la regia di MONTEDORO Tommaso.

Questi in una conversazione con DEL GENIO Luca ritorna sui dettagli del tentato omicidio di SPENNATO Luigi, raccomandando ai suoi sodali di non commettere gli stessi errori del passato per eliminare CARACCIO Ivan, personaggio perfettamente inserito nell’associazione e tra gli odierni fermati benché già detenuto poiché recentemente tratto in arresto, ma ritenuto inaffidabile per via delle sue esuberanze personali, anche in considerazione della sua completa conoscenza delle dinamiche del gruppo”.

IL PROPOSITO OMICIDIARIO DI CARACCIO IVAN E LA SUA APPARTENENZA ALL’ASSOCIAZIONE MAFIOSA

Cronaca di una morte annunciata, ed evitata in extremis con il ‘blitz’ di oggi:

La forza di intimidazione interna del gruppo criminale in esame si manifesta con la “grave sanzione” assunta contro il sodale CARACCIO Ivan, reo di non aver rispettato la regola fondamentale del silenzio, ovvero di aver disvelato le dinamiche interne all’associazione mafiosa, non rispondendo quindi alle aspettative del capo e pertanto ritenuto non all’altezza dei compiti lui assegnati. L’affiliato CARACCIO Ivan, stretto collaboratore di DEL GENIO Antonio Andrea, attivo soprattutto nello spaccio di “piazza” unitamente a CECERE Andrea, già sottoposto ad intercettazioni telefoniche, è stato identificato a seguito di precisi riferimenti fatti dagli interlocutori nel corso delle telefonate intercettate. Per i motivi sopra esposti gli associati, ricevuto il placet del capo MONTEDORO Tommaso, erano concordi nell’emendare la condotta fallace con la soppressione di CARACCIO Ivan progettando le modalità esecutive del delitto da attuare con il metodo della così detta lupara bianca.

Tale scelta è finalizzata ad evitare ulteriore allarme sociale e quindi attirare l’attenzione delle forze dell’ordine, così come è avvenuto in occasione del tentato omicidio di SPENNATO Luigi e l’omicidio di POTENZA Augustino”.

IL MERCATO DELLA MORTE E DELLA DISPERAZIONE PER TANTE FAMIGLIE, DA CASARANO A LECCE, GESTITO DAI CLAN PER ARRICCHIRSI, E PER UTILIZZARNE I PROVENTI IN ATTIVITA’ LECITE

L’esperienza giudiziaria degli ultimi anni evidenzia come nel tempo le associazioni mafiose abbiano rivolto grande attenzione al traffico organizzato di sostanze stupefacenti, idoneo a garantire notevolissimi guadagni.

Scrivono gli inquirenti: “Infatti è emerso che i partecipi al gruppo mafioso MONTEDORO Tommaso, AUTUNNO Damiano Cosimo, CORRADO Giuseppe e DEL GENIO Luca sono coinvolti in un’organizzazione finalizzata al commercio di sostanze stupefacenti, con centro di smistamento la città di Lecce a dimostrazione della mira espansionistica dell’associazione vincolata a pregressi rapporti in ambito criminalità, consolidatisi nel tempo.

L’indagine ha consentito di documentare con dovizia di particolari come il gruppo mafioso di Casarano smisti ingenti quantitativi di stupefacente nel capoluogo salentino, tramite l’opera di PROVENZANO Maurizio, noto pregiudicato leccese per reati specifici, identificato con certezza a seguito di mirati servizi di osservazione. Di fatto, il predetto è inserito all’interno dell’associazione, con il ruolo di broker, acquisendo lo stupefacente dalla compagine mafiosa casaranese, nella circostanza rappresentata da DEL GENIO Luca, per immetterlo successivamente sulla piazza di Lecce grazie ad una sua rete autonoma di spacciatori, tra cui emerge MARSANO Domiria.

Gli incontri d’affari con DEL GENIO avvenivano esclusivamente presso il citato box, di volta in volta programmati, senza alcun tipo di comunicazione telefonica preventiva. Il Provenzano, inoltre, con autonoma capacità gestiva anche un traffico di stupefacenti con alcuni contatti albanesi BRAHO Sabin e FASKU Eljos (quest’ultimo arrestato in flagranza di reato con 2,6 kg. di eroina) “.

I REATI CONTRO IL PATRIMONIO

Oltre alla droga, anche le rapine: “Nel corso dell’attività, come detto precedentemente, emerge la figura di SARCINELLA Lucio che, dopo essere “migrato” dal gruppo facente capo a POTENZA a quello riconducibile a MONTEDORO, dimostra, fra l’altro, la sua particolare propensione alla commissione di reati contro il patrimonio posti in essere con azioni cruente in danno di istituti di credito e potendo contare sulla ingente disponibilità di armi. Le indagini hanno documentato che SARCINELLA, nell’ambito delle sue condotte delittuose, era in frequente contatto con CALABRESE Luigi e CRUSAFIO Salvatore Carmelo, motivo per cui i tre venivano contestualmente sottoposti a perquisizione domiciliare che consentiva di rinvenire parte delle armi nella disponibilità del gruppo, custodite in quel frangente da CALABRESE che quindi veniva arrestato in flagranza di reato.

I contatti tra SARCINELLA e CALABRESE hanno permesso di documentare la disponibilità di armi da parte del gruppo, utilizzate per commettere reati contro il patrimonio.

SARCINELLA Lucio, CRUSAFIO Salvatore Carmelo e FASANO Eros, proseguivano le condotte delittuose ed in particolare consumavano una serie di reati contro il patrimonio ovvero, una così detta ‘spaccata’ il 18 marzo 2017 presso la filiale della Banca Popolare Pugliese di Tuglie e tentavano, in Matino, un analoga azione delittuosa il 27 aprile scorso presso la postazione bancomat del medesimo Istituto di credito.

Per tali fini venivano consumati anche danneggiamenti e ricettazioni“.

 

 

Category: Cronaca

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  1. Erio Congedo, Fratelli d' Italia - tramite redazione ha detto:

    Esprimo apprezzamento e gratitudine verso la DDA e verso l’ Arma dei Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, impegnate in queste ore nell’operazione “Diarchia”, che con il loro impegno scongiurano ogni tentativo di annidamento di associazioni mafiose nel territorio salentino.
    Si tratta di un segnale importante di presenza dello Stato sul territorio, a conferma del fatto che, anche in Salento, la lotta alla malavita e al crimine non ha e non può avere tregua.
    A 25 anni dall’omicidio di Falcone e Borsellino questo segnale assume anche un carattere simbolico nel ricordare a tutti noi che il contrasto ai fenomeni mafiosi non dev’essere legato solo al meritorio impegno delle Forze dell’Ordine e della Magistratura ma anche all’alleanza sociale che comprende istituzioni, famiglia, scuola e, ovviamente, buona politica

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