LA PROPOSTA / IL “CONTROLLO DEL VICINATO” COME SOLUZIONE ALTERNATIVA PER LA SICUREZZA IN CITTA’
di Stefania Isola * (avvocato- per leccecronaca.it)______
La legittima difesa, argomento sempre attuale e ciclicamente riportato all’attenzione pubblica a seguito di drammatici eventi, è stato affrontato in Parlamento con una legge che non pare convincere molti.
E’ possibile una alternativa a questi pericolosi meccanismi di difesa?
Una risposta potrebbe essere il “controllo del vicinato”, che attua un sistema di sicurezza condivisa che, nel rispetto della privacy degli aderenti, permette un controllo migliore delle proprie abitazioni.
Questa modalità di “difesa” non è nuova ma riprende il Neighbourhood Watch nato negli USA e diffuso in metropoli come Los Angeles e Chicago.
La sicurezza di questo meccanismo è garantita: vandalismo, ladri, aggressori sarebbero subito identificati dai testimoni o comunque si avrebbe la possibilità di allertare tempestivamente le forze di polizia.
La sicurezza, difatti, la si rinviene nella sensazione di essere osservati dal vicinato, quindi aiutati e difesi in caso di bisogno.
Il patto di mutuo controllo che il “controllo del vicinato”, nelle sue intenzioni, vuole realizzare, punta a far crescere lo spirito di unione e di socializzazione ovvero una politica sociale di avvicinamento e aggregazione più che un sistema d’allarme vero e proprio anche se non prescinde da questo.
Il limite sarebbe il rispetto della privacy: i detrattori ipotizzano che il servizio di mutua protezione del vicinato possa trasformarsi quasi in una attività di spionaggio altrui.
Invero, il rispetto della privacy, preso fin troppo alla lettera in alcuni casi, viene lasciato da parte in nome di una sicurezza difficile da raggiungere altrimenti: s’immagini il caso limite di un caseggiato più volte visitato dai ladri, magari fuori mano, comunque in una zona difficile da controllare dalle forze dell’ordine.
Come proteggersi se non con l’aiuto reciproco?
Il controllo del vicinato, in questo caso, sarebbe quel di più che potrebbe far dormire sonni tranquilli.
L’argomento riveste quindi un interesse giuridico notevole, dato che si attua sul filo della violazione del Decreto 196/2003 in materia di tutela della privacy.
I sostenitori ammettono che lo strumento potrebbe essere “utilizzato” impropriamente (dando luogo appunto a palesi violazioni della privacy) ma ritengono che questo pericolo possa essere superato con l’ attività di formazione e di autocontrollo soprattutto perché attuata con il tramite di un dialogo continuo con le forze dell’ordine.
Ma forse, aldilà di ogni considerazione per quanto giusta o sbagliata che sia, un sistema che possa, anche solo minimamente evitare fatti tragici come quelli che continuano ad accadere in molte parti d’Italia, meriterebbe forse più attenzione dalla società e dalle amministrazioni locali.
La questione della sicurezza delle città e dei suoi cittadini è, infatti, un argomento fin troppo importante che non deve essere assolutamente sottovalutato.
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