IL CONFRONTO / “VACCINI SI’, VACCINI NO…”
di Stefania Isola * (avvocato – per leccecronaca.it)______
E’ noto a tutti, visto che orami se ne parla da giorni, che il ministro della salute Lorenzin ha predisposto una bozza di testo di legge che prevederebbe l’obbligatorietà della vaccinazione per i bambini che devono accedere alla scuola dell’obbligo.
Allo stato attuale infatti, anche se il vaccino è considerato obbligatorio, la legge non prevede particolari sanzioni per i genitori che scelgono di non vaccinare i bambini e quindi, purtroppo, l’assenza delle sanzione viene intesa come assenza di obbligo, inducendo alcuni genitori a non vaccinare i propri figli.
Ora, al di là delle reali motivazioni per le quali si e’ aperta una diatriba tra ministro della Salute e ministro della Pubblica istruzione, per quello che rimane un mio parere ed una personale considerazione, non si può e non si deve parlare di contrapposizione tra due diritti costituzionalmente rilevanti ma di quanto la scelta di un singolo,che come vedremo è scientificamente infondata, possa influire su quella di molti.
Facciamo una fondamentale premessa: chi è contro le vaccinazioni obbligatorie, lo è perché in sostanza teme che esse possano costituire una minaccia per i propri figli o che addirittura siano una delle causa principali di autismo.
Questa storia inizia nel 1998: Andrew Wakefield, un ex medico inglese, pubblicò su Lancet uno studio secondo il quale in alcuni bambini vi era un’associazione tra problemi intestinali, disturbi dello sviluppo e fattori ambientali. Lo studio destò scetticismo ma il suo autore cominciò una serie di conferenze annunciando la scoperta di una correlazione tra vaccino trivalente MPR (anti morbillo, parotite, rosolia) e autismo, consigliando, al posto di questo, una vaccinazione singola per ogni malattia, formulazione che non esisteva in commercio. La scarsa prudenza di Wakefield ebbe alcune conseguenze. La prima fu il crollo delle vaccinazioni in Inghilterra: il risultato fu un’epidemia di morbillo che causò oltre mille casi e due decessi, la seconda fu la scoperta che l’ex medico aveva già brevettato un sistema di vaccinazioni singole (e guarda caso una cura per i problemi intestinali dei soggetti autistici): esattamente ciò che consigliava nelle sue conferenze. La scoperta ebbe sviluppi imprevisti. Molti dei coautori dello studio chiesero la rimozione del loro nome dalla ricerca e si scoprirono gravi irregolarità sia etiche (bambini pagati poche sterline per prelevarne il sangue, esami molto invasivi effettuati senza necessità) che scientifiche (dati falsificati, manipolati, scorretti).
Altri studiosi di tutto il mondo provarono a replicare lo studio ma non ebbero successo. Un giornalista, successivamente, scoprì che il medico aveva consapevolmente falsificato la maggioranza dei dati (quasi tutti i bambini non avevano anomalie intestinali ed in molti di essi i sintomi autistici erano iniziati prima della vaccinazione…) ; Wakefield, quindi, tentò di recuperare con uno studio che smentiva le sue stesse conclusioni, ma era troppo tardi, la sua frode era al capolinea, il declino era appena iniziato quando ammise praticamente tutto.
Tutto qui, la leggenda che i vaccini siano correlati all’autismo è fondata su una patetica frode oggi simbolo di malafede scientifica (come dichiarato anche dal BMJ: “La chiara evidenza della falsificazione dei dati ora dovrebbe chiudere la porta a questa dannosa paura dei vaccini”).
E chi volesse approfondire potrebbe leggere un articolo molto esplicativo:
Conferenza anti-vaccini alla Camera, in realtà non esiste un’altra verità
Nonostante questa brutta storia, in tutto il mondo esistono diverse persone che continuano a diffondere ad arte, plagiando numerosi genitori, questi allarmi ingiustificati: per loro, nonostante tutto, la leggenda è realtà con conseguente offerta di cure inventate, team di avvocati per richieste di risarcimento ed associazioni di sostegno, kit completo, tutto in vendita sulla pelle dei bambini. La stanchezza e lo scoraggiamento di molte famiglie sono il primo motivo che le fa cadere in queste trappole e senza nessuno scrupolo si continua a spargere terrore e disinformazione, spesso in nome del denaro. Vile ma capace di tutto.
Se a questo si aggiungono le fortunatamente poche sentenze negazioniste opera di alcuni Giudici, tutto diventa per magia una tragica realtà.
Dall’altro lato c’è poi, di converso, chi è per le vaccinazioni non tanto perché si rassegna ad obbedire ad una norma legalmente sancita quanto perché è persuaso che la profilassi vaccinale garantisca i propri figli dal pericolo di contrarre alcune gravissime malattie.
La vera questione è che la nostra civiltà comporta che ogni essere umano, nel piccolo come nel grande, deve lavorare per la convivenza, da ciò derivando che se una volta ci si poteva esimere dalla responsabilità (tanto a preservare l’ordine c’era chi ci pensava ) ora non è più così.
Nella questione delle vaccinazioni è inutile che ministri, scienziati, giuristi, segretari di partiti cittadini, si arrovellino, per cercare il modo di sbrogliare la matassa, in quanto basterebbe far prevalere il buon senso ed il bene collettivo sull’egoismo.
È certo che i due diritti, nel caso contrapposti, vanno ambedue tutelati ma al di là di sterili polemiche politiche vi sono alcune certezze che derivano dal porsi delle semplici domande.
Chi, se non la scienza, può garantire per la sicurezza e l’efficacia dell’intervento vaccinale ? Chi pertanto in buona fede può negare che la sicurezza e l’efficacia preventiva delle vaccinazioni hanno oggi raggiunto un livello altissimo? Chi può negare che l’efficacia delle vaccinazioni è condizionata dalla sua applicazione generalizzata, perché, se si formano degli strappi nelle maglie della rete profilattica, l’aumentata probabilità di accensione di focolai infettivi minaccia poi di farli dilagare? Chi potrebbe dunque rifiutarsi di capire che nel rifiuto delle vaccinazioni è il diritto di tutti i conviventi di una società ad essere minacciato, compresi coloro stessi che sono contrari? Infine, chi può negare il costituzionale di rendere uguale su tutto il territorio nazionale il diritto del cittadino alla salute? Chi può negare che le scelte dei genitori condizionino inevitabilemente quelle dei figli e sullo stesso ricadano?
Sgombrato il campo, quindi da falsi miti e leggende ritengo, come detto, che non si possa parlare affatto di conflitto in quanto è evidente che il diritto all’istruzione esige che per poterne usufruire sia tutelato il suo presupposto ovvero il diritto alla salute pubblica e privata.
In ogni caso, a conclusioni di queste personalissime considerazioni, penso che in fondo che tutto il discorso possa riassumersi in una vecchia sentenza di saggezza popolare: «È meglio un asino vivo che un dottore morto».______
LA RICERCA sullo stesso tema, abbiamo pubblicato ieri
Category: Costume e società, Cronaca, Politica
Vaccinare i propri figli è una questione di civiltà; chi non lo fa è un ignorante che forse neanche la scuola potrebbe curare.