LA SITUAZIONE DEL MERCATO VALUTARIO TRA BREXIT E TRUMP
Il 2017 è stato preannunciato come un anno particolarmente delicato sul fronte macroeconomico. E anche se alcune delle incertezze che avevano fatto parte del ricchissimo calendario di elementi da tenere sotto controllo sembrano essere gradualmente schiarite, è vero che il mercato valutario, e in particolar modo il cambio euro dollaro, dovranno guardarsi con particolare attenzione dalle tante determinanti che potrebbero andare a influenzare le scelte degli investitori con particolare specificità.
Naturalmente, in questo ambito, un cenno di specifico riferimento non può che essere attribuito alle politiche di Donald Trump, che al termine di una campagna elettorale dai toni molto accesi, e di una sessione elettorale che lo ha visto vincitore, ha trascorso (quasi) interamente i suoi primi 100 giorni tra smentite e confusioni. Successivamente, Trump ha impresso un’accelerazione piuttosto improvvisa ad alcuni suoi cavalli di battaglia, andando ad annunciare quella che dovrebbe essere una riforma tributaria piuttosto impattante (soprattutto sulle imprese), riprovandoci con la riforma sanitaria e aggredendo (finora, quasi totalmente in chiave verbale) il panorama geopolitico.
Al di là di quello che avverrà concretamente, l’impressione a margine di questi primi mesi di nuova amministrazione è che Trump continuerà a “giocare” ancora a lungo su toni accesi e ai limiti della provocazione, e che non saranno pochi i repentini cambi di opinione su alcuni temi di spessore. Il che, in fin dei conti, non farà altro che andare a complicare il quadro economico e politico globale, con ciò che ne conseguirà sul fronte dell’incertezza internazionale.
Un’altra grande determinante che potrebbe andare a influenzare in misura notevole le previsioni cambio euro dollaro e le previsioni cambio euro sterlina è rappresentata dalla Brexit o, meglio, dagli effetti della Brexit.
Dal 23 giugno scorso, quando i cittadini britannici votarono in favore dell’uscita dall’Unione Europea, i mercati finanziari si domandano quali saranno le effettive conseguenze determinate dal distacco di Londra da Bruxelles. Gli infausti presagi dei primi mesi sembrano aver lasciato spazio a più miti consigli, ma il vero bivio si aprirà ora, con l’avvio dei negoziati (massimo, biennali) tra il governo May e i rappresentanti delle istituzioni europee.
A nostro giudizio, è molto probabile che i toni dei negoziati saranno molto accesi soprattutto nei primi mesi. Entrambe le parti non hanno infatti interesse ad affrettare i tempi cedendo magari qualche posizione, e se da una parte Bruxelles spingerà affinchè Londra accetti la penale di 60 miliardi di euro per potersi “staccare” dall’UE, e chiederà che siano rispettati i diritti acquisiti di quelli che diverranno essere “extra comunitari”, è anche vero che dall’altra parte Londra vorrà prima parlare dei negoziati commerciali, piuttosto che affrontare questo tema solo in separata e secondaria sede.
Insomma, le incertezze di breve termine su quel che potrebbe accadere non mancano di certo, e tutto lascia presagire che questo clima di aleatorietà potrebbe rendere nervoso il cambio tra l’euro e le principali valute controparte. Vedremo se effettivamente sarà così, e se i prossimi mesi ci forniranno qualche utile appiglio per poter rinunciare alle previsioni più negative…
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