LA ‘COMMEDIA UBRIACA’ DI NICOLA VACCA ALLA LIBRERIA PALMIERI DI LECCE. L’ APPUNTAMENTO CON IL POETA PUGLIESE E’ PER SABATO 13 MAGGIO, ALLE ORE 18.30

| 10 Maggio 2017 | 1 Comment

di Stefano Donno_______La vita è l’accecante fornace che si spalanca di fronte ad ogni individuo con la necessità di un atto conclusivo e indifferibile. Una cecità che non dona lumi. Qui sta la potenza di un atto poetico che intinge la penna nel disprezzo di ogni chimera. È necessario scendere nell’abisso per poter pronunciare l’orrore.”. Così scrive Alessandro Vergari nel saggio prefattivo al lavoro poetico di Nicola Vacca dal titolo “Commedia ubriaca” edito da Marco Saya Edizioni.

Ho letto diverse cose di Vacca, che mi hanno rapito, conquistato, ma sono state preziosamente custodite nel cuore, dove hanno fermentato in visioni e stupori. Non è accaduto così per quest’opera. Questo libro è mostruoso, nell’accezione latina di monstrum ovvero eccezionale, singolare, sicuramente inusuale. Diviso in tre sezioni dalla forza di un vero e proprio calvario plurisemico, o meglio di una discesa agli inferi, questo poeta deve aver assimilato genomaticamente e par excellence l’eterno Sì alla vita di nicciana memoria.

Leggiamo nel componimento “Commedia ubriaca”: “In case come tombe// sepolti dall’ego del tubo catodico// sputiamo rancori// riteniamo di essere sempre nel giusto.// Non consideriamo mai un’attenuante// in favore del dubbio. // Ci assolviamo// senza nessun appello per l’ascolto.// È ubriaca la commedia// che recitiamo da sobri// in un apparente stato di quiete”.

Non si parla soltanto di vita e dei suoi stati superiori di coscienza, non si parla solo di vita nei suoi stati inferici di coscienza, e non si accenna agli anni di terribile deriva in cui ci troviamo a vivere, sopportando giorno dopo giorno il sangue, il dolore, l’emarginazione.

In queste 106 pagine si parla di animalità ontologica, che soltanto gli animi guerrieri possono sopportare a nuda pelle o meglio solo i poeti sanno gustare nel Male dell’esistere. Si legge ne “I Poeti” tratto da questa raccolta : “I poeti non sono innocenti// perché sanno che la poesia è un’occasione persa// come la vita che ogni essere spreca// quando uccide ciò che ama. // I poeti tradiscono se stessi// quando chiedono alla parola// il conto dei suoi misfatti. // I poeti bruciano domande. // Quando interrogano l’orrore// sanno che il sangue // è l’inchiostro che avvelena la penna.//”.

Finirete dunque il libro. Lo riporrete sul comodino, perché sono versi notturni, nonostante l’Io poetante sia Solare. Ma state certi che questi versi vi faranno tremare i polsi, perché hanno la forza di dire come le cose stanno senza se e senza ma. Ogni poesia del volume avrebbe bisogno di un commentario personalizzato, la profondità va da abisso ad abisso. Ma tenete duro, tenete tutto per voi, non parlatene con nessuno. Questi versi sono solo per voi, per la nostra, vostra solitudine.

Intanto consiglio di andare a conoscere questo terribile pugliese alla Libreria Palmieri in via Trinchese 62 sabato 13 maggio alle ore 18,30. Non ve ne pentirete!

Category: Cultura, Eventi, Libri

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Comments (1)

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  1. leopoldo attolico ha detto:

    In gamba Stefano Donno per questi versi che meritano tanto . Grazie .
    leopoldo –

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