SENTENZA TAR DA’ RAGIONE A TAP: ‘LO STATO HA DETTO CHE E’ UNA STRUTTURA STRATEGICA, QUINDI LE VERIFICHE SPETTANO ALLO STATO STESSO, CIOE’ AL MINISTERO’
(Rdl)______Arrivata nel pomeriggio la sentenza del Tar del Lazio, che ha respinto il ricorso della Regione Puglia contro i lavori di espianto di ulivi nell’area del gasdotto Tap, a Melendugno.
I lavori di espianto e spostamento degli ultimi dodici ulivi sui duecento undici da trasferire possono dunque ricominciare.
La decisione è giunta un giorno dopo la discussione del ricorso in Camera di consiglio. Il 6 marzo era stato lo stesso Tribunale amministrativo a sospendere gli espianti con decreto cautelare, accogliendo la richiesta d’urgenza della Regione.
Il ricorso presentato dall’avvocato Mariano Alterio era fondato sulla convinzione che Tap non avesse ottemperato alla prescrizione A44 della Valutazione di impatto ambientale (relativa proprio alle modalità di espianto degli ulivi e che il ministero dell’Ambiente avesse superato le proprie competenze, rilasciando le note autorizzative.
Il Ministero, dal canto suo, aveva sostenuto nella sua memoria come la prescrizione fosse ottemperata e l’espianto autorizzato.
I giudici hanno stabilito che, trattandosi di opera dichiarata “infrastruttura strategica per lo Stato”, le verifiche in rapporto alle prescrizioni sono valutazioni di merito che spettano allo Stato stesso, quindi al Ministero.
La sentenza del TAR Lazio conferma purtroppo ciò che già avevamo compreso da tempo: le responsabilità della Regione Puglia sull’avanzamento del progetto TAP sono enormi.
Basta leggere le motivazioni della odierna sentenza del TAR Lazio per capire che la Regione Puglia sta conducendo, dai tempi di Vendola fino ad oggi solo una finta guerra contro il gasdotto TAP.
Senza i cittadini nel presidio e il M5S nelle istituzioni la multinazionale svizzera TAP sarebbe, con tanto di tappeto rosso, già padrone del futuro delle nostre coste e del nostro paesaggio.
Nella sentenza del TAR Lazio si sottolineano responsabilità dell’ente regionale che, con diverse azioni fatte in passato, ha finito per delegittimare le sue stesse censure proposte nell’ultimo ricorso: dapprima rimettendo, in precedenti note interlocutorie, le valutazioni finali al Ministero pur essendo la stessa Regione ente vigilante sulla prescrizione A44 (la Regione Puglia […] nelle varie note interlocutorie dalla stessa redatte (tra cui quella del 4 novembre 2016, in risposta alla nota ministeriale del 25 ottobre 2016), ha invero rimesso la valutazione finale al MATTM, pur essendo la stessa coinvolta quale ente vigilante nella verifica dell’ottemperanza alla prescrizione A44);)
e, successivamente, ponendo in essere un comportamento quasi “schizofrenico” con due dipartimenti regionali che nel tempo hanno sostenuto posizioni diverse: prima il Dipartimento Agricoltura ha concesso le autorizzazioni agli espianti, e poi il Dipartimento Ecologia ha presentato delle osservazioni contrarie agli espianti che non hanno, tuttavia, avuto alcun effetto sulle precedenti autorizzazioni (le ulteriori osservazioni del Dipartimento di Ecologia della Regione Puglia (articolazione diversa da quelle prima citate), in data 15 marzo 2017, non hanno posto nel nulla le predette autorizzazioni regionali del 6 e del 9 marzo scorso né è stato chiarito il rapporto esistente tra le predette articolazioni dello stesso ente territoriale, con riferimento alla competenza nella concessione delle autorizzazioni all’espianto delle piante di ulivo).
Siamo stati gli unici che si sono da sempre e da subito, sia in Parlamento che in Regione, opposti al gasdotto e ad una politica energetica basata sull’utilizzo di fonti fossili anziché su fonti rinnovabili che utilizzano sistemi di generazione elettrica distribuita.
Costruire il TAP non servirà a rilanciare l’economia e a uscire dalla crisi economica che persiste.
Non serve a chi ha perso il posto di lavoro, o a chi è stato costretto a chiudere la propria attività. Non serve neanche a chi vorrebbe emanciparsi dal gas russo, perché i russi sono parte del progetto con la loro azienda petrolifera Lukoil, impegnata nell’estrazione proprio del gas che dovrebbe essere trasportato dal TAP.
Il TAP, dunque, fino ad oggi è servito solo al PD di Renzi per guadagnarsi il favore di qualche multinazionale e a Emiliano come argomento di scontro in vista delle elezioni primarie.
E’ invece una gran brutta notizia per il nostro territorio e per i nostri cittadini costretti ancora una volta a pagare il prezzo dell’inerzia del governo regionale e di scelte scellerate fatte dal governo PD nazionale.
Andremo avanti perché crediamo fermamente che sia ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d’Italia.
Continueremo a porre il problema in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all’iter decisionale.
Siamo convinti che il tema dell’idoneità tecnica dell’approdo a San Foca non sia derubricabile a un semplice vezzo degli ambientalisti, ma che sia una delle questioni fondanti del rapporto tra sviluppo e identità di un territorio, come quello salentino, che non può essere appaltato a decisioni che vengono da lontano.
Intendiamo proseguire nel proporre soluzioni alternative che permettano la salvaguardia del territorio insieme all’implementazione delle necessità energetiche nazionali, cui la Puglia da sempre contribuisce massivamente.
La sentenza della III sezione del TAR Lazio consente a TAP di riprendere i lavori della cosiddetta Fase 0 della realizzazione dell’infrastruttura (Preparazione dell’area di cantiere del microtunnel e realizzazione della strada di accesso al cantiere).
Le attività di spostamento degli ulivi riprenderanno al più presto secondo un cronoprogramma da definire.
Adesso rischiano di saltare i due concerti ‘No Tap’ organizzati a San Foca di Melendugno per il 25 aprile e il primo maggio.
Questo è l’ orientamento emerso nella riunione del coordinamento di forze di Polizia convocata nel pomeriggio in Prefettura a Lecce, dopo la sentenza del Tar.
E’ stata contestata l’assenza delle condizioni di sicurezza nel piano rielaborato dal Comune di Melendugno, secondo le recenti prescrizioni ministeriali anti-terrorismo necessarie per l’evento, e dei previsti coefficienti di contenimento in rapporto ai possibili partecipanti, in piazza del Popolo, con 3.500 metri quadri utili per ospitare al massimo cinquemila persone.
La sentenza del Tar sulla Tap dice quello che noi abbiamo sempre detto: che le cose dal punto di vista amministrativo sono state fatte sempre con la massima correttezza.
Fare le cose correttamente dal punto di vista amministrativo vuol dire avere rispettato tutte le regole che ci sono e aver dato le maggiori garanzie ambientali possibili.
Lo dico dal primo giorno e finora tutti gli organi amministrativi mi hanno dato ragione. Spero che l’epoca dei ricorsi sia finita. Penso che si possa entrare nel merito e spiegare che l’opera non ha nulla contro l’ambiente, anzi, e’ un’opera che ambientalmente serve.
Noi portiamo il gas che ci serve per migliorare il nostro mix energetico e per essere piu’ indipendenti dalle fonti fossili dannose, petrolio e carbone.
Secondo quanto apprende e riferisce l’ Agenzia Ansa,la Regione Puglia prepara un ricorso al Consiglio di Stato.
Gli uffici legali sono già al lavoro per verificare la possibilità, sul piano giuridico, di impugnare la decisione del Tar.
C’è, a parte, infine, un pronunciamento atteso dalla Corte Costituzionale: il 4 luglio è calendarizzato l’esame di fronte alla Consulta di un conflitto proposto dalla Regione.