TWIGA DI OTRANTO, STRISCIA LA POLEMICA. FLAVIO BRIATORE: “Ma quali abusi? Pregiudizi di un’ Italia immobile. Siamo in regola, se ne stanno occupando i miei soci”. CRISTIAN CASILI: “A Babbo Natale ho smesso di credere da un pezzo. Di turismo si può pure morire”
(g.p.)______In un’ intervista ospitata ieri dal quotidiano torinese ‘La Stampa’, e ripresa pedissequamente da più parti, Flavio Briatore ha definito le accuse di abusi edilizi “Pregiudizi di un’ Italia immobile“, e ha poi rassicurato: “ci sono semplicemente dei controlli come è giusto che sia. Siamo in regola con le autorizzazioni, ma se ne occupano i miei soci“, e ancora: “la magistratura fa il suo lavoro e noi il nostro. Siamo tranquilli, non c’è un filo di cemento, e stiamo riqualificando un’area”, e ancora “Tutte strutture mobili, tutto rialzato. Su terreni privati. Non tocchiamo la fascia di demanio marittimo che si affaccia sul mare. Pianteremo anche molta vegetazione“, senza entrare minimamente nel merito di tutte le altre, chiamiamole perplessità, sollevate dall’ inchiesta di leccecronaca.it, di cui del resto nessuno gli ha chiesto conto, almeno finora, (il solito silenzio assordante dei mass media salentini, e a livello nazionale soltanto una ‘ripresa’ da parte di lettera43 da parte di Alessandro da Rold, anche via ‘Facebook’; ma sappiamo che se ne sta occupando la redazione del programma televisivo “Striscia la notizia”, che ieri era a Otranto, con l’inviato Pinuccio), oltre a rilanciare poi le sue ormai note idee di turismo e di imprenditoria, aggiungendo che “nel Salento manca un modello di turismo“.
Gli risponde oggi il consigliere regionale del M5S Cristian Casili, che del resto già l’ altro giorno aveva commentato e spiegato le indagini aperte della magistratura. Sollecitato telefonicamente da leccecronaca.it Cristian Casili dice che “Quello di Briatore non è un modello di turismo. Di turismo si può anche morire. Il turismo deve essere legato alla peculiarità dei luoghi, deve rispettare il territorio. Là sta venendo giù la scogliera…” e poi rimanda ad un post di poche ore fa, con nuove foto scattate pochi giorni fa, appena pubblicato sul suo diario ‘Facebook’, in cui si rivolge direttamente all’ imprenditore cuneese.
Eccone il testo completo:
“Caro Briatore, potrai avere tutti i miliardi che vuoi ma qui da noi la gente non ha l’anello al naso come credi.
Purtroppo per te il deserto di Dubai non è il Salento, e il mondo non è decontestualizzato e standardizzato come credi.
Stai semplicemente cercando di replicare il tuo modello a marchio Twiga così come faresti in qualsiasi luogo del mondo senza alcun rispetto dell’identità e della cultura del nostro territorio che non ha certo bisogno dei tuoi deliri di onnipotenza.
Dici che dalle nostre parti non riesci a trovare personale preparato da impiegare nella tua struttura.
Sostieni che qui da noi ci sono troppe regole soggette ad interpretazione.
Mi chiedo ma hai mai messo piede sul terreno di località Cerra?
Credo proprio di no e se lo hai fatto con la testa eri da un’altra parte.
Allora forse è meglio che qualcuno ti schiarisca le idee e ti ricordi alcuni passaggi/paesaggi.
Lì dove nascerà la tua ennesima rozza replica stanno scaricando metri e metri cubi di terreno su una costa fragilissima che crolla continuamente.
Fossi tra i tuoi avventori mi preoccuperei di non trovarmi catapultato giù dalla falesia.
L’ingente movimento terra sta alterando la naturale morfologia del terreno esponendo quel tratto di costa a pericolosi fenomeni di erosione.
Quello che era un suolo agricolo lo si è trasformato in un mega parcheggio degno di un ipermercato.
È questa la qualità dei tuoi interventi Sir Briatore?
Ma poi mi chiedo che senso ha recintare tutto come una riserva indiana e inserire piscine e servizi vari a pochi metri dal mare tra l’altro difficilmente raggiungibile?
Questa domanda credimi mi affligge. Si dice che sia tutto amovibile, ma a Babbo Natale ho smesso di credere da un pezzo”. ______
LA RICERCA nei nostri articoli di mercoledì scorso
Category: Costume e società
Flavio Briatore sembra avere a cuore una parola: qualità. E il Salento, a suo dire, è una terra che non conosce questo vocabolo. In questi giorni prima ha affermato che sta avendo difficoltà a reperire personale qualificato per il suo nuovo locale in riva al mare, il Twiga Beach, poi che questo territorio non conosce un modello di turismo di qualità.
Briatore ha uno strano concetto di questo termine. Scaricare metri cubi di terreno sopra una costa fragilissima e a rischio idrogeologico, già crollata in più punti, è un intervento di qualità?
L’ingente movimento terra sul cantiere del Twiga sta alterando la naturale morfologia del terreno, esponendo quel tratto di costa a pericolosi fenomeni di erosione.
Quello che era un suolo agricolo si è trasformato in un mega parcheggio, degno di un ipermercato. Se è questa l’efficienza che il marchio Briatore intende esportare nel Salento preferiamo tenerci stretti i nostri valori, le nostre tradizioni, i nostri paesaggi. In sostanza, il nostro modello di turismo.
Questa terra ha iniziato ad intraprendere un percorso di turismo rispettoso delle sue caratteristiche paesaggistiche, ha deciso di valorizzare le tradizioni culturali e gastronomiche delle sue comunità locali.
I vacanzieri, quando vengono nel Salento, vogliono questo. Negli ultimi anni hanno premiato questa terra, e hanno deciso di ritornarci proprio per la sua bellezza, che è il vero valore aggiunto del Salento.
Il Salento deve il suo boom turistico alle sue bellezze paesaggistiche e ai suoi borghi carichi di storia. Flavio Briatore sta cercando di replicare il suo modello a marchio Twiga così come farebbe in qualsiasi luogo del mondo, senza alcun rispetto per l’identità e la cultura del nostro territorio. Il deserto di Dubai e la costa di Miami non sono il Salento, il mondo non è decontestualizzato e standardizzato come vogliono imporre alcuni modelli di turismo.
Quando questa terra perderà i suoi tratti distintivi, la sua autenticità e vocazione allora verranno meno anche i flussi turistici”