LA VERA RIVOLUZIONE COMINCIA A TAVOLA
(g.p.)______Le rivoluzioni in Italia cominciano per strada e finiscono a tavola, scriveva decenni fa quel genio di Leo Longanesi. A tarallucci e vino. Qualche volta a orecchiette con le cime di rapa.
E così nelle ultime ore abbiamo scoperto che il motivo della difficile e per tanti versi incomprensibile unità del centro – destra non è la leadership, non sono le primarie, non è l’ euro, non è l’ Europa, non sono le giravolte storiche e le storiche ‘incomprensioni’, chiamiamole così, per un incredibile revival: è la carne d’ agnello.
Per una volta che il buon Silvio ne aveva imbroccata una, e non avveniva da anni ormai, da quando aveva smesso di pagare i fagiolini ottanta euro al chilo, ecco Matteo a bacchettarlo, accusandolo di attentare al commercio di carni.
Antonella Elefante ha scritto un bel pezzo sulla vicenda, e ha sentito le opposte ragioni, nell’ intimo privato.
Ma il personale è politico…
In redazione hanno ripescato un nostro articolo di documentazione sul fenomeno vegan, da intendersi come filosofia di vita, e hanno fatto bene.
Il direttore di questo giornale multi ideologico, post ideologico, direi, inter partitico, movimentista, populista ma in fondo anarchico e anarchico insurrezionalista, qual è leccecronaca.it, come al solito affida il tutto alla sacra valutazione di ognuno dei suoi tanti multi ideologici, interpartitici, movimentisti, populisti, ma in fondo liberi e liberi insurrezionalisti tantissimi lettori, in crescita esponenziale, giorno per giorno. E grazie, a proposito, grazie di cuore, dell’ attenzione che cecheremo sempre di più di meritarci.
Mi sia consentito prendere la palla al balzo, di questa nuova discesa in campo di Silvio, e aggiungere che in età senile ha cominciato a capire meglio tardi che mai che qualcosa bisogna cominciare a fare, subito. Così non si può andare avanti, distruggendo la natura, non rispettandola, alterandone gli equilibri e accettando gli squilibri epocali che continuiamo a tollerare, se non altro con l’ indifferenza.
Qui non si tratta di imporre niente a nessuno.
Qui si tratta di capire che la rivoluzione non comincia più nelle piazze, nei fenomeni di massa, nelle dinamiche sociali.
La rivoluzione adesso si fa con i post su ‘Facebook’, con l’ informazione alternativa, con la condivisione, con la partecipazione, la non violenza, la proposizione, l’ attenzione ai più deboli e ai più indifesi, e poi partecipando – e nessuno resti indietro – alle nuove forme di coscienza collettiva e di sensibilità condivisa che, sia pur faticosamente, sia pur lentamente, stiamo tutti quanti insieme cominciando a costruire.
La rivoluzione si fa andando a piedi nei nostri centri storici, o con i mezzi, e viaggiando col treno.
Ma soprattutto ora la rivoluzione comincia a tavola, adesso. La rivoluzione comincia al supermercato. Con un piccolo – grande gesto dentro di noi, nell’ intimo privato, in famiglia, il giorno di Pasqua. ______
L’ APPROFONDIMENTO nei nostri articoli di oggi immediatamente precedenti