“Un popolo che vuol tornare ad essere sovrano”, ALESSANDRO DI BATTISTA A SAN FOCA ALLA MANIFESTAZIONE DEL M5S CONTRO IL GASDOTTO. POI L’ APPUNTAMENTO A DOMANIMATTINA: “Alle 5 tutti al presidio! E portate i vostri figli, i vostri parenti, i vostri amici” – reportage fotografico
di Emanuele Lezzi______
Nonostante l’ orario non certo agevole del pranzo della domenica, c’ era tanta gente, almeno mille, forse millecinquecento persone, alla manifestazione sul lungomare di San Foca del M5S, che, indipendentemente dall’ appartenenza politica, ha voluto ribadire la contrarietà del popolo salentino al gasdotto Tap e le ragioni del propria opposizione, oramai diventata, negli ultimi giorni, vera e propria lotta di popolo.
Presenti e intervenuti, fra gli altri, i parlamentari salentini Maurizio Buccarella, Daniela Donno, Barbara Lezzi, Diego De Lorenzis; l’ europarlamentare tarantina Rosa D’ Amato (“abbiamo indicato il ‘Comitato No Tap’ al riconoscimento del premio europeo ‘cittadino dell’ anno'”); i consiglieri regionali, molti consiglieri comunali, e il candidato a sindaco di Lecce Fabio Valente.
Tutti hanno ribadito l’ invito ai presenti ad esserci domani mattina, alle 5, e non da soli, ma con i figli, i parenti, gli amici, al presidio di Melendugno, per contrastare pacificamente il prosieguo degli espianti, come avvenuto ieri.
Il più simpatico, Diego De Lorenzis, che tra il serio e il faceto, ma sembrava più dispiaciuto che altro, ha confessato di non aver mai preso nemmeno una nota in condotta quando andava a scuola, e che invece ora è stato sospeso, come gli altri del gruppo, dalla ‘preside’ Laura Boldrini per quindici giorni dal Parlamento, per aver lottato contri i vitalizi della ‘Casta’; “questi politici socialmente inutili“, come li ha definiti – la frase più ad effetto del pomeriggio – nel corso del suo intervento, Daniela Donno.
Ma l’ attesa era tutta per Alessandro Di Battista, primo e per ora unico protagonista nazionale ad essere venuto nel Salento ad affiancare la protesta, la lotta di popolo, contro il gasdotto.
“Un popolo che ha rialzato la testa e che vuol tornare ad essere sovrano“, e Alessandro Di Battista non ha deluso l’ attesa. Ha ribadito in un fresco e soprattutto efficace riepilogo tutti i motivi che sottendono l’ opposizione a quest’ opera nel Salento, riaffermandone la vocazione ad un futuro di turismo, cultura, enogastronomia, startup dei giovani, e anche reddito di cittadinanza, per contrastare la povertà, e la vulnerabilità dei cittadini più in difficoltà con le promesse, gli intrallazzi, il voto di scambio.
Se l’è presa poi con chi ha voluto quest’ opera, (“Prima o poi ci faranno votare: e quando saremo al governo, la bloccheremo definitivamente in due settimane”); in primo luogo il Pd: “Non esiste un Pd buono e un Pd cattivo, come nei telefilm americani ci sono i poliziotti buoni e quelli cattivi; questi sono tutti cattivi, tutti in malafede”. Ed ha aggiunto poi: “Un tempo il nemico principale era la partitocrazia, oggi è il potere finanziario che impone opere inutili come il Tap sulle spalle dei cittadini”.
Bagno di folla finale, e via verso Polignano a mare, per un altro appuntamento politico.
Mentre sul palco, sul palco per modo di dire, in cima ad una panchina di cemento, megafono e microfono in mano, si susseguono gli altri interventi, nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto di una San Foca, in questi giorni ombelico del mondo, Salento, Italia, in bilico fra devastazione del territorio, e speranza di un futuro migliore.
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