ULTIM’ORA / LA TAP FORZA LA MANO / AGGIORNAMENTO / ALLE 17 LA REGIONE MANDA IL SUO PROVVEDIMENTO: “L’ espianto degli ulivi non è consentito. L’ autorizzazione al microtunnel non è ancora definita”. ‘CE NE FREGHIAMO’, E’ LA REPLICA ALLE 18 DELLA TAP, CHE INTANTO HA DISTRUTTO QUATTRO ULIVI, ‘AMMALATI’ (NELLE LORO TESTE) DI XYLELLA. IL COMITATO ‘NO TAP’ CHIAMA A RACCOLTA I SALENTINI: “Difendete il vostro territorio”
(g.p.)______”…Pertanto, alla luce di quando sopra esposto, si ritiene che le disposizioni normative (nazionali e regionali), nonché la piena ottemperanza alla prescrizione A44, in uno alle disposizioni recate dal DM 233/2014, non consentirebbero l’ inizio dei lavori di espianto.
In ogni caso, si rimane in attesa di definitive disposizioni da parte del Ministero (nella qualità di Autorità competente) con riferimento alla piena ottemperanza alla prescrizione a44, nonché agli esiti istruttori dell’ istanza di verifica della Valutazione di Impatto Ambientale del progetto del micro tunnel, ivi inclusi tutti gli atti endoprocedimentali in corso di definizione”.
Finisce così il provvedimento della Regione Puglia, firmato dal direttore del dipartimento Mobilità, opere pubbliche ecologia e paesaggio Barbara Valenzano, oltre che da altri tre funzionari responsabili, arrivato a Melendugno alle ore 17.00.
Intanto, come preannunciato dagli attivisti del ‘Comitato No Tap’, nel pomeriggio la Tap aveva distrutto (nella foto) quattro alberi di ulivi, che, nelle farneticazioni dei tanti che credono e si prestano a questo complotto, sarebbero ‘ammalati’, perché ‘affetti’ da xylella, mente da domani si appresta a ‘espiantare’ 226 alberi, per costruire il così detto micro tunnel, che poi tanto micro non è, del gasdotto.
Protesta pacifica di alcune decine di manifestanti intorno al cantiere, con striscioni e slogan.
In appelli allarmati sui social, i ‘No Tap’ chiamano tutti i Salentini a raccolta per difendere il loro territorio: “SERVE LA COLLABORAZIONE DI TUTTO IL SALENTO. Per il momento sono bloccati da un atto della regione. Stiamo comunque parlando di una società che della legalità non se ne frega niente, e le forze dell’ordine giocano a scarica barile.
Oggi sull’altare di questo scarica barile sono stati sacrificati 4 dei 231 alberi dell’ area del micro tunnel.
Non ci fidiamo assolutamente!!…
Anche nelle prossime ora PROVERANNO NUOVE FORZATURE,MASSIMA ALLERTA!”.
Alle 18 la Tap reagisce con un comunicato, spiegando che a loro modo di intendere non sono bloccati dal provvedimento della Regione appena emanato, di cui sostanzialmente non tengono conto, perché, sempre a loro modo di intendere, non ha nessun valore, confermando quindi che andrà avanti con gli espianti e con le costruzioni.
E’ questa la sintesi giornalistica del comunicato inviato agli organi di stampa, che riproduciamo qui di seguito: “Dalla nota della Regione si evince chiaramente che l’atto dirigenziale del Servizio Provinciale Agricoltura sulla base del quale oggi sono iniziati i lavori di spostamento dei 211 alberi di ulivo non monumentali e sono stati distrutti i 4 alberi risultati positivi alla presenza di Xylella, E’ PIENAMENTE IN VIGORE.
Le obiezioni mosse dal Dipartimento MQUOPEP in relazione alla Verifica di ottemperanza alla Prescrizione a44 sono per altro note da tempo e ad esse ha più volte dato risposta il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che la stessa Regione riconosce Autorità Competente.
Quanto alla questione della Verifica di assoggettabilità a VIA del progetto esecutivo del micro tunnel, si ricorda che essa è prevista dalla Prescrizione A5 del decreto VIA dell’11/9/2014, una delle prescrizioni a cui ottemperare prima dell’inizio della Fase 1b dei lavori (Costruzione del micro tunnel), secondo la divisione in fasi stabilita con il parere 1973 del 29/01/2016 della Commissione Tecnica Nazionale per le procedure di VIA. Una collocazione non casuale, stante che, come si evince chiaramente dalla lettura della prescrizione, essa è riferita al “punto di approdo” del gasdotto, ovvero allo sbocco a mare del micro tunnel. La procedura è per altro in corso (fino al 22 marzo prossimo enti e privati possono fare pervenire le loro osservazioni).
Infine, per quanto riguarda il parere della Commissione Ulivi monumentali, vi segnalo che la Sezione Autorizzazioni Ambientali ha ricevuto già dallo scorso 2 marzo la richiesta di espressione del parere della Commissione Ulivi Monumentali ai sensi della LR 14/2007 (che certamente non potrà che muoversi nel solco del parere favorevole già espresso per la Verifica di Ottemperanza alla prescrizione A29)”.______
LA RICERCA nella nostra ULTIM’ORA delle 14.00
La Regione ha confermato tutti i nostri dubbi.
Tap non avendo ancora ottenuto la VIA in merito al progetto esecutivo del microtunnel, non può eradicare gli ulivi nell’immediato anche perché, come precedentemente comunicato, la Commissione ulivi regionale non ha rilasciato alcun parere sulla possibilità di spostamento degli ulivi monumentali.
Il Dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio infatti, in una nota di tre pagine, conclude asserendo quanto segue: “alla luce di quanto sopra esposto, si ritiene che le normative (nazionali e regionali) nonché la piena ottemperanza alla prescrizione A.44, in uno alle disposizioni recate dal DM n. 223/2014, non consentirebbero l’inizio dei lavori di espianto.”
Dunque Tap blocchi qualsiasi progetto di espianto.
Nessuno può permettersi di distruggere a cuor leggero l’inestimabile patrimonio ambientale salentino specialmente se lo si fa per realizzare un impianto che continua a sfruttare una fonte fossile come il gas peraltro proveniente dall’estero, mentre la nostra Regione e il nostro Paese, anche in un’ottica di indipendenza energetica dovrebbero e potrebbero puntare sulle energie rinnovabili endogene.
Un progetto pensato più per favorire lobby e multinazionali che il territorio pugliese.
Allarme infiltrazioni nel dissenso No-TAP.
“Chiediamo ai candidati sindaco di esprimersi con chiarezza sulla
vicenda TAP.
Giù le mani dal Comitato. È TAP a muoversi al di fuori della legalità”.
Anche sulla vicenda del gasdotto TAP si rimette in scena il solito
copione, con gli allarmi per il rischio di infiltrazioni violente nella
protesta. Lo stesso copione che puntualmente si ripete contro ogni
manifestazione di dissenso, contro presunte Grandi Opere che non servono a nessuno se non a riempire tasche spesso criminali.
Criminalizzare il dissenso sembra essere ormai diventata la regola
“democratica”.
Indifferentemente, che si tratti dell’alta velocità in
Val Susa, di un inutile e dannoso gasdotto, di un asilo comunale
abbandonato o di scomodi articoli giornalistici, come accaduto con
Danilo Lupo e come sta tornando a ripetersi in questi giorni, di nuovo,
con Marilù Mastrogiovanni e le sue inchieste sulla criminalità
organizzata nel Sud Salento.
Criminalizzare il dissenso è il nuovo, ma neanche tanto, imperativo
categorico di questa strana concezione di democrazia.
Allora, noi di Lecce Bene Comune ci teniamo a dire due cose con estrema
chiarezza.
La prima: a nessuno venga in mente di infangare il grandissimo lavoro di documentazione e informazione che il Comitato No-TAP sta svolgendo, fin dalla sua nascita, sempre rigorosamente all’interno del perimetro della legalità.
Se qualcuno, invece, si sta muovendo al di fuori della legalità è il
consorzio TAP, che proprio oggi per oggi ha avviato l’espianto degli ulivi secolari senza le necessarie autorizzazioni e senza la VIA sul progetto esecutivo.
La seconda: invece di alimentare cacce alle streghe, sappiate che in
questa vicenda un criminale c’è già, opera tranquillamente alla luce del sole, proprio sotto gli occhi del mondo intero e si chiama Ilham Aliyev, presidente dell’Azerbaijan.
Quella di Aliyev è una dittatura, i cui metodi tirannici sono stati più volte riconosciuti dalla stessa Europa che con quel gasdotto, al fianco dell’Italia, punta ad inondarlo di soldi pubblici, dei contribuenti europei, italiani e leccesi.
Un
criminale riconosciuto, che pratica quotidianamente la violazione di
ogni più elementare diritto umano.
Se ne parla poco, ma è giusto che si sappia che quel gasdotto passerà
anche in terreni ricadenti nel territorio comunale di Lecce.
Bene, i cittadini leccesi sappiano che, qualora decidessero di
investirci dell’onore di governarli, noi provvederemmo immediatamente a
bloccare ogni procedura autorizzativa riguardante quei lavori. È nostra
ferma intenzione chiudere ogni rubinetto finanziario destinato a
travasare soldi dalle tasche dei leccesi in quelle di un dittatore,
oltretutto in cambio di un gas che non serve a nessuno, visto che quei
consumi sono costantemente e drasticamente in calo, in Italia e in
Europa, ormai da tempo immemore.
Così come abbiamo fatto noi, infine, chiediamo anche alle altre proposte
di governo della Città e agli altri candidati sindaco di pronunciarsi
con la massima chiarezza. Perché ammantarsi di opacità su una vicenda di
questa rilevanza, prima ancora di essere eletti, non ci sembrerebbe il
migliore dei biglietti da visita per chi si candida a governare una
comunità, oltretutto sbandierando trasparenza in ogni dichiarazione
pubblica.