LA STORIA / TAURISANO. FINE DI UN INCUBO PER UNA FAMIGLIA MINACCIATA DA DUE MINORENNI CHE CHIEDEVANO DENARO. FINE DELLA CORSA PER UNO DEI DUE, ORA AL CARCERE MINORILE
di Antonella Elefante______ Se abbiamo pensato, anche solo per un minuto, che la criminalità organizzata si sia arresa alle Forze dell’Ordine, abbiamo sbagliato. Se abbiamo pensato di poter essere al sicuro perchè il capo dei capi, Totò Riina, è destinato a morire in carcere e quindi non ci saranno più stragi, abbiamo nuovamente sbagliato. Se abbiamo pensato che la Sacra Corona Unita, la ‘Ndrangheta e la Camorra sono ormai un lontano e brutto ricordo, abbiamo sbagliato ancora. Se continuiamo a pensare che sia tutto finito, continuiamo a sbagliare!
La criminalità di può affrontare, e il primo a farlo è stato proprio Don Ciotti che, insieme con l Associazione “Libera- Nomi e numeri contro le mafie”, ogni giorno combatte contro questo fenomeno apparentemente placatosi. Una sorta di stand-by potremmo definirlo, giusto il tempo di “arruolare” qualcun altro e si ritorna alle stragi di Capaci, di Via D’Amelio, ecc…, uccidendo persone innocenti.
Quello che è accaduto, a differenza delle stragi ricordate precedentemente, ci riguarda ancor più da vicino. Siamo nel basso Salento, precisamente a Taurisano, e tutto ha avuto inizio una sera del 27 febbraio quando, il personale del Commissariato della città salentina, è intervenuto per una segnalazione di un lancio di una bottiglia incendiaria contro un’abitazione. Gli agenti sul posto hanno constatato che ignoti, avevano gettato una bottiglia di vetro con liquido infiammabile all’interno di un appartamento di due coniugi procurandone l’annerimento del muro dell’abitazione e il danneggiamento di un vaso di plastica contenete una pianta che aveva preso fuoco.
Per i coniugi, questo è stato solo l’inizio di un incubo, fortunatamente durato poco.
Come abbiamo già visto in alcuni film e come, sfortunatamente, si è verificato in altri episodi di questo tipo, tale gesto è stato accompagnato da un “simpatico” bigliettino che il proprietario della casa ha trovato nella cassetta postale il pomeriggio successivo, mentre si accingeva ad uscire con il figlio. Il bigliettino recitava: ” HAI PAURA? TI è BASTATO IL PRIMO AVVERTIMENTO? SE VUOI CHE QUESTA STORIA FINISCA PORTA UNA BUSTA CON ALL ’INTERNO EURO 1.500,00 AL PARCO COMUNALE ABBANDONATO DI VIA LECCE, DIETRO I MANIFESTI IL 5 MARZO ALLE ORE 17:00 . NON SCHERZARE CON IL FUOCO CHE TI BRUCI, NON RACCONTARE NIENTE A NESSUNO SOPRATTUTTO ALLE FORZE DELL’ORDINE ALTRIMENTI SARA’ PEGGIO PER TE E LA TUA FAMIGLIA! DAI TUOI CARI AMICI”.
Un bigliettino insolito, insomma, rispetto a quelli che si trovano nella cassetta postale, in quanto spesso viene riempita da bollette dell’Enel ma….vabbè!
Anche questo gesto, così come il “primo avvertimento” (come lo chiamano i “cari amici”), è stato accompagnato da relativa denuncia.
Passa il 5 marzo e il proprietario della casa, ovviamente, non si arrende davanti un semplice bigliettino, pur non sapendo chi si nasconde dietro di esso. Non contenti, i “cari amici” ci hanno riprovato la sera del 6 marzo, stesso procedimento. Hanno gettato una bottiglia incendiaria contro l’abitazione, costringendo le Forze dell’Ordine ad intervenire.
In sede di sopralluogo si è constatato che, nei pressi della porta d’ingresso, vi era una bottiglia in plastica trasparente, al cui interno vi era del liquido infiammabile; nei pressi della persiana,invece, vi era una bottiglia di birra in vetro, di colore verde (rotta) al cui collo vi era innescata una stoffa imbevuta di liquido infiammabile.
Dopo questi episodi, le Forze dell’Ordine sono state costrette a tenere d’occhio l’abitazione, effettuando continui appostamenti durante il giorno.
Giungiamo alla sera del 10 marzo successivo, quando il personale del Commissariato è stato fermato dal proprietario della casa che gli ha fatto presente di aver trovato un altro bigliettino intimidatorio, ovviamente anonimo, attorcigliato ad una penna semi combusta nella parte superiore.
Il bigliettino recitava così: ” “HAI PAURA? L’ALTRA VOLTA TI ABBIAMO VOLUTO BENE QUESTA È L’ULTIMA TUA OCCASIONE, SE TE LA GIOCHI SARA’ PEGGIO PER TE E LA TUA FAMIGLIA, QUINDI TI CONVIENE OBBEDIRE. LE REGOLE SONO UGUALI, NON RACCONTARE NIENTE A NESSUNO PORTA UNA BUSTA CON1.500,OO EURO AL BAR ABBANDONATO DI PIAZZA MERCATO IL 12.03.2017. TI SEI RESO CONTO DI COSA SIAMO CAPACI SE NON TE NE SEI ACCORTO LO SCOPRIRAI. DAI TUOI CARI AMICI”.
Intanto all’abitazione era stato montato un servizio di video-sorveglianza, reso molto utile agli agenti per risolvere questo enigma e cercare di individuare questi due “cari amici”, e così è stato. Gli agenti, infatti, hanno individuato un giovane travisato con un berrettino con visiera, ulteriormente coperto dal cappuccio della giacca, avvicinarsi all’abitazione.
In seguito alla seconda richiesta di denaro e avendo alcuni indizi alla mano, gli investigatori hanno potuto organizzare un servizio di appostamento nel luogo dichiarato sul bigliettino. I due “cari amici”, infatti, hanno raggiunto il posto in scooter all’orario specificato; uno dei due giovani rimaneva fermo all’ angolo, mentre l’altro, sempre a bordo dello scooter, si avviava verso l’ex bar collocato in Piazza Mercato, effettuando un primo giro perimetrale, per poi effettuarne un secondo e fermarsi davanti alla busta depositata nei pressi delle scale dalla vittima e, raccolta la busta gialla da terra, la metteva in una tasca del giubbotto e raggiungeva l’altro complice. Immediatamente sono intervenuti gli agenti sul posto, provvedendo a bloccare i giovani che stavano cercando di allontanarsi dal posto con i rispettivi scooter.
Durante la fuga, il ragazzo che aveva prelevato la busta la lascia cadere, ma viene comunque fermato. L’altro giovane, intanto, si stava allontanando immediatamente, ma è stato rintracciato presso la propria abitazione dove è stata effettuata la perquisizione finalizzata alla ricerca di cose pertinenti al reato. È stato infatti sequestrato un cappello tipo baseball identico a quello ripreso dalla telecamera di video-sorveglianza ed altro materiale che servirà per accertare la commissione del reato.
Il minorenne, al termine degli accertamenti, è stato condotto presso il carcere minorile: FINE DELLA CORSA…per ora!
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