LA STORIA / A SCUOLA SOTTO LE ERUZIONI DEL MOSTRO
di Giuseppe Puppo______
Scandali, speculazioni, affari leciti e meno leciti, ne è piena la vicenda ormai ultradecennale in questa città bella quanto sfortunata, costretta a convivere con un Mostro dentro…Un Mostro assassino. Cordate, piani di acquisto, decreti salva – Ilva…Decreti salva – Tarantini, invece niente, mai. Eppure il mostro continua ad avvelenare e ad uccidere. Eppure la logica è sempre quella: “Dove vanno a mangiare, se chiude l’ Ilva?”. Così, per mangiare, si continua a morire, a Taranto e dintorni, molti dintorni, fino a tutto il Salento.
Un presidente del consiglio che pensava a fare i decreti per salvare la fabbrica, e non la gente, perché è “strategico” per certa politica consentire gli affari, di riflesso anche i propri, e la salute delle persone strategica evidentemente non è. Un presidente della Regione, nonché assessore alla Sanità, a tempo perso, che oramai pensa solo a diventare segretario nazionale del Pd, in servizio permanente effettivo.
E via a ritroso, l’ elenco sarebbe lunghissimo.
La politica, certa politica, non fa, perché a chiudere l’ Ilva basterebbe una firma, e poi avviare le bonifiche, e la riconversione economica del territorio, e di lavoro ce ne sarebbe più di prima. E vaffanculo ai Riva prima e i Mercegaglia di adesso, e come si dice vaffanculo in lingua indiana?
No, la politica non fa, anzi, ha impedito di fare alla magistratura, che avrebbe voluto fare al posto suo, chiudere, senza se e senza ma. E chi le ha fatte, se non la politica, quelle norme per cui fra poco anche quel po’ di giustizia che avrebbe potuto assicurare il processo ‘Ambiente svenduto’ cadrà in prescrizione? Vedrete, finirà tutto in una bolla di sapone.
Sarà così, fino quando i cittadini non sapranno fare essi stessi politica, non delegarla con un voto, spesso tradito.
Diventando essi stessi ‘politici’, con la partecipazione, con l’ informazione diretta.
Informazione, come l’ ultima che arriva ‘stasera con un lancio Ansa, che riprende un intervento diretto, di una mamma tarantina. Ve ne riporto qui di seguito l’ essenziale.
Scusate se mi sono lasciato andare, vi chiedo perdono se mi sono incazzato, ma lascio tutto come mi è venuto di getto: ad apprendere ancora di certe cose, di che vita sia se devi stare sprangato a casa tua, e la mattina devi spalare veleno dai balconi, e devi morire un po’ ogni giorno, per poter vivere, il sangue mi ribolle, la moderazione mi si perde, e poi c’è solo tanta commozione.
Un abbraccio a Sabrina, ai suoi figli, e a tutti i bambini di Taranto che hanno diritto al loro futuro. ______
“Ragazzi, bambini, per favore copritevi bene naso e bocca, Wind day si prolunga, andare a scuola è un diritto. Speriamo capiscano che bisogna sospendere le lezioni in queste giornate, chi può vada in auto almeno il tragitto casa-scuola, scuola-casa è più protetto. Che tristezza”.
E’ lo sfogo di una mamma residente nel rione Tamburi di Taranto, Sabrina Corisi, figlia di un ex operaio dell’Ilva morto di tumore, che ha scritto una lettera a una dirigente scolastica chiedendo di sospendere le lezioni e ha postato su Facebook anche un video che la ritrae mentre spala polvere nera dalla sua abitazione.
Si tratta delle polveri provenienti dai parchi minerali dell’Ilva che vengono spinte dal vento verso le abitazioni del rione a ridosso del Siderurgico. Oggi è il terzo dei quattro giorni segnalati dall’Arpa come Wind day, che sta a indicare la giornata di forte vento proveniente dall’area industriale, in grado di provocare “una dispersione delle concentrazioni inquinanti di PM10 – come spiega anche una nota del Comune – nei soli quartieri vicini all’area industriale”.
Nell’occasione la polizia locale provvederà alla deviazione del traffico veicolare in entrata dal quartiere Tamburi e proveniente da Paolo VI.
“Ci manca il coraggio, altrimenti – ha scritto Sabrina Corisi sul social network – tutti e dico tutti potevamo pretendere quello che è giusto per i nostri figli”.