L’ 8 MARZO DI ‘LECCE BENE COMUNE’
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. L’ associazione ‘Lecce Bene Comune’ ci manda il seguente comunicato______
Lecce Bene Comune aderisce allo “sciopero globale delle donne” indetto per l’8 marzo 2017 dalla Rete internazionale e nazionale NonUnadiMeno e partecipa alle manifestazioni ad esso collegate, in programma a Lecce nel corso della giornata, per iniziativa della Casa delle donne di Lecce, delle organizzazioni sindacali di base e FLC-CGIL, dell’ARCI provinciale, delle associazioni studentesche e universitarie aderenti.
Salutiamo questa mobilitazione globale delle donne, convocata per l’8 marzo in più di 40 Paesi nel mondo, come la ripresa di una giornata di lotta e non formalmente celebrativa, sulla linea della Storia del movimento delle donne, italiane e internazionale, che in epoca moderna, dal voto all’affermazione della soggettività femminile in ogni campo, lotta per esprimere il valore delle donne contro ogni forma di violenza e sopraffazione di genere.
Appena pochi giorni fa, una sentenza della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato “per complicità” l’Italia per non aver protetto con tempestività una donna e il proprio figlio dalla violenza domestica perpetrata dal marito: uno scacco imperdonabile per le istituzioni italiane che, nonostante la ratifica della Convenzione di Istanbul, nonostante l’esistenza di normative nazionali e principi internazionali vincolanti, non sono ad oggi in grado di rimuovere gli ostacoli alla loro effettiva applicazione per il permanere di pregiudizi e stereotipi sessisti, discriminatori delle donne.
La violenza sulle donne è un fenomeno strutturale e non emergenziale che, in quanto tale, attraversa tutti gli ambiti della vita e della società. Perciò sosteniamo la costruzione, avviata il 27 novembre scorso dalla rete NonUnaDiMeno, di un Piano Femminista Antiviolenza dal basso, che individui differenti piani di intervento e differenti interlocutori istituzionali, politici e sociali.
Lecce Bene Comune sostiene, più in generale, il percorso del movimento femminista teso a scardinare le concezioni stratificate del pensiero neutro-maschile, che tuttora pervadono la politica, e aderisce agli «8 punti per l’8 marzo» in cui si articola la complessità della critica femminista alla società patriarcale-capitalistica che, misurando il progresso e la civiltà in termini di profitto, produce marginalità, discriminazione, violenza sessista, razzista, sociale ed economica contro le donne e gli uomini ad ogni livello, dal globale al locale.
Pensiamo che la differenza di genere vada messa a tema come criterio operante nella politica, gestito attraverso il dialogo sociale, che comprenda i luoghi del femminismo e prefigurando quella democrazia partecipativa, conflittuale e al contempo creativa, che connota l’agire politico delle donne; che l’autodeterminazione femminile debba entrare pienamente nella «mediazione politica» civica, non come un fardello, ma come un vincolo fecondo perché riflette la vita e la libertà di migliaia di cittadine; che occorra formulare una politica di genere per il governo della Città, che superi gli schematismi di una concezione angusta delle “pari opportunità”, a partire dalla messa in campo di adeguate politiche locali dei servizi, dei tempi e degli orari che favoriscano la conciliazione tra tempi di lavoro, di cura e di relazione.
Cogliamo come una straordinaria opportunità per tutte e tutti la forza che le donne, a partire da una prospettiva femminista, stanno mettendo in campo, proponendo un ripensamento radicale del sistema di produzione e riproduzione, nuove forme della politica, un’altra idea di società.
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