IL SUO CANTO LIBERO. RAP. L’ ESORDIO POETICO DELLA DICIANNOVENNE LECCESE CHIARA EVANGELISTA, DEBUTTANTE ASSOLUTA, CON ‘IN MEDIAS RES’, RACCOLTA PUBBLICATA DALL’ EDITORE SALENTINO STEFANO DONNO
di Giuseppe Puppo______
Il momento divertente della bella serata domenicale regalata ai numerosi presenti al ‘Caffè Letterario’ di via Paladini con la prima presentazione della prima raccolta di poesie di Chiara Evangelista, è stato quando l’ editore Stefano Donno ha raccontato come l’ ha ‘scoperta’.
Con i messaggini sul telefonino. I versi, beata gioventù, peccati di inesperienza, lei glieli aveva mandati a spizzichi e bocconi, con lo smartphone, chiedendogli se poteva pubblicarli…
Un altro, al posto suo, non avrebbe nemmeno risposto.
Lui invece, evidentemente colpito da qualcosa, di quei dispersi frammenti in versione digitale, le ha pazientemente spiegato che andavano spediti via mail se non altro con file di word, in un contesto unitario, e con un minimo di decente presentazione.
Poi, ci ha lavorato su, per mesi e “non è stato facile“, ha confessato ‘stasera, col sorriso sulle labbra.
Un editore serio, giustamente ambizioso, che ha intravisto il talento, la stoffa, e ha deciso di investirci su, in risorse sia umane, sia economiche.
Ha fatto bene.
Dopo una prima lettura integrale della raccolta, le intuizioni trovano conferma.
Intanto, la Poesia, una delle ultime cose rimaste al mondo, ancora capaci di prendere la mente e far fremere il cuore, di emozionare, di appassionare, la Poesia che o c’è, o non c’è, e se c’è si sente, ‘In medias res’ c’è e si sente subito. Punto.
A capo, posso scrivere che c’è pure un lavoro culturale. Si avverte l’ eco chiarissima delle lezioni delle professoresse del ‘Palmieri’, alcune delle quali, giustamente orgogliose, presenti ‘stasera, ché, non vorrei insistere, il liceo leccese lascia sempre una traccia positiva e direi indelebile a tutti quelli che l’ hanno frequentato, la metrica, la musicalità del verso, gli esametri latini e greci, le tradizioni e le sperimentazioni della letteratura italiana.
C’è inoltre, un lavoro paziente quanto efficace di editing, che ha dato una veste unitaria, ha suggerito, senza interferire, una chiave interpretativa, e ha spalancato il mondo, all’ esordiente di talento.
Ogni parola ha un suono che inventa mondi.
Gioca con le parole, Chiara Evangelista, per parlare d’ amore, di tensioni esistenziali, di ansie giovanilistiche e di dubbi universali.
Con leggerezza, fa risuonare la musicalità del verso, in bilico fra il recupero della tradizione, e la consapevole non accettazione dello schema, oramai diventato al contrario una gabbia nell’ uniforme adeguamento generalizzato dei poeti contemporanei, del verso libero.
Il canto libero di Chiara Evangelista è eseguito con le figure retoriche della tradizione, e adesso non voglio indossare le paludati versi del critico, per elencarle, eppure si muove in direzione della sensibilità contemporanea, così continuo a scrivere da semplice appassionato di poesia.
La mia curiosità è stata soddisfatta, l’ intuito, a naso, appagato. Rap, ecco. Per divertirsi.
Chi leggerà ‘In medias res’, I quaderni del Bardo edizioni, 7 euro, avrà di che…divertirsi, oltre che di che pensare, e fremere.
Io ho pensato ad Aldo Palazzeschi, questo che non è un paragone, ma una semplice collocazione di riferimento, e ho pensato a Ezra Pound, idem. E mi sono divertito.
Adesso cercherò di spiegare perché, perché penso che non ci sia recensione migliore.
Poco più che ventenne, all’ alba del Futurismo, Aldo Palazzeschi compone ‘E lasciatemi divertire’, in cui, fra le altre cose, a proposito dei suoi versi, dice:
“Non è vero che non voglion dire,
voglion dire qualcosa.
Voglion dire…
come quando uno
si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
Ebbene, così mi piace di fare.
Infine io ò pienamente ragione,
i tempi sono molto cambiati,
gli uomini non dimandano
più nulla dai poeti,
e lasciatemi divertire!”.
***
Poi, ho pensato a Ezra Pound, quando andò a portare i suoi primi ‘Cantos’, nel primo e unico incontro che con lui ebbe, con l’ allora capo del governo, e quello li liquidò soltanto apparentemente in maniera banale, ma comunque lapidaria, con un deciso “Beh, tutto questo è divertente’.
Lo stesso Ezra ricorda l’ episodio in uno dei suoi ‘Cantos’ successivi, nell’ incipit del 41:
“MA QVESTO,” said the Boss, “è divertente”
catching the point before the aesthetes.
***
E poi insomma, senza essere esteta, sperando di essere riuscito ad afferrare il punto, mi sono divertito, a leggere le poesie di Chiara Evangelista, che non ha duci, non ha Marinetti, non ha certezze, in questo mondo che non li vuole più, e che sembra aver relegato i giovani in un destino di emarginazione e di precariato.
Ma non ha ancora tolto loro la libertà, e la possibilità di esprimersi.
Chiara Evangelista ha rivendicato la propria. Ha trovato nella musicalità contemporanea del rap l’ opportunità di costruire poesie dense però di significato e di significante.
Chi le leggerà, li scoprirà.
Lei, avrà tempo per crescere, per misurare il suo talento e la sua personalità in altre prove successive, di maturità e di conferma, cui l’ attendiamo, certo. Ma per ora, lasciamola divertire.