MAURO GILIBERTI CONTRO FABIO VALENTE SUL ‘REDDITO DI CITTADINANZA LOCALE’. SI PUO’ FARE, OPPURE NO? E CHI DEI DUE HA RACCONTATO BALLE? leccecronaca.it HA FATTO UNA VERIFICA GIORNALISTICA…ECCO IL RISULTATO
di Giuseppe Puppo______
E’ la prima vera, seria, concreta polemica di questa campagna elettorale per l’ elezione del nuovo sindaco di Lecce, e non su astrazioni paraideologiche, ma su una questione di grande rilevanza sociale: la lotta alla povertà, l’ aiuto alle famiglie in difficoltà.
A leccecronaca.it le polemiche piacciono, quando sono l’ anticamera della verità. E piacciono gli approfondimenti, che sono nel suo dna.
Specie poi quando permettono di farsi un’ idea precisa sulla questione.
Fare le verifiche è il primo compito del giornalista, fare gli approfondimenti è una caratteristica dei giornalisti di leccecronaca.it.
Credendo di fare cosa utile per i cittadini elettori tutti, ai quali lasciamo ovviamente la valutazione finale di merito, lo abbiamo fatto su questa polemica.
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Più di un mese fa, il candidato del M5S Fabio Valente, nel presentare il programma preparato dai suoi attivisti ha annunciato che, in caso di elezione, varerà il ‘reddito di cittadinanza locale’.
Venti giorni fa, lo ha spiegato dettagliatamente in un articolato post su ‘Facebook’, che comincia così: “La proposta ha analizzato le capacità di un comune di intervenire per ridurre la povertà e il disagio sociale. Abbiamo pensato che, in fase sperimentale, il RdCL possa essere avviato nell’immediato su un campione di famiglie. Il RdCL ha due componenti, una di sostentamento al reddito e l’altra di reinserimento in ambito lavorativo. La prima è un intervento a sostegno del reddito di famiglie in difficoltà per cui un vero e proprio assegno di sostentamento, per la seconda l’intervento è più articolato e serve a creare le condizioni con le quali chi ha perso il lavoro e non ha più ammortizzatori sociali possa riqualificarsi e rientrare nel circuito lavorativo. Questo secondo intervento sarà concertato con le aziende locali che abbiano necessità di inserire nuova forza lavoro all’interno del proprio organico”. Seguono dettagliati approfondimenti tecnici.
Tre giorni fa, la proposta è stata rilanciata all’ avvio della campagna di comunicazione, con affissioni stradali e post sui social: “Nessuno deve rimanere indietro! Il reddito di cittadinanza locale si può fare. Partecipa! Lecce è tua”.
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Venti giorni fa, il candidato del centro-destra Mauro Giliberti tuona su leccenews24.it, lanciando, come scrive Valentina Petrucci che firma il ‘pezzo’, “quasi come un monito“, prima di riportare senza ulteriori verifiche la seguente dichiarazione del candidato del centro destra: “Questo sostegno mensile non è attuabile e bisogna dirlo con chiarezza. Non lo prevede la normativa, sarebbe una cosa ‘contra legem’, tanto che il Movimento 5 Stelle lo annuncia in tutte le competizioni elettorali amministrative e non lo attua in nessuna città che amministra”.
Tre giorni fa, Mauro Giliberti ha pubblicato un video sul suo profilo ‘Facebook’, in cui, davanti ad un cartellone affisso alla zona 167, ha dichiarato: “Elettori delle periferie, non consentite false promesse!…Non si può diffondere questo messaggio alle tante persone in difficoltà…Dare soldi alle famiglie povere…Non è sostenibile…Il comune non ha potestà normativa…Non si può fare…Vi diranno: lo fanno a Livorno, un comune amministrato dai 5 Stelle…Sono solo cento famiglie e dura solo cinque mesi…sono solo trecentomila euro dopo i quali ha dichiarato l’ assessore di Livorno dovranno provvedere o il governo regionale o il governo nazionale, per cui lo fanno solo cinque mesi e poi diranno pensateci voi”.
Il video-post viene ripreso, senza alcun contraddittorio, da Telerama e da Quotidiano.it, che riportano le sue dichiarazioni.
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“Non voglio entrare in polemiche elettorali, nelle dispute politiche leccesi, dal mio ruolo istituzionale“, mi dice subito al telefono, raggiunta grazie ad un’ efficiente segreteria durante la pausa caffè, fra una riunione e l’ altra, Ina Dhimgjini, 30 anni, avvocato, specializzata in diritto di impresa, assessore al sociale del Comune di Livorno (nella foto).
– …e questo Le fa onore, assessore…Del resto, nemmeno noi…Noi vogliamo fare soltanto i giornalisti…E adesso mica voglio da Lei opinioni…Vorrei i fatti: questo reddito di cittadinanza locale, lo avete fatto, o no?
– “Lo abbiamo fatto”
– I soldi sono arrivati ai bisognosi?
– “Sì certo, può verificare da tutte le testimonianze”…
– Lo avevo già fatto, per esempio nell’ articolo dell’ inviato della stampa Gabriele Martini, che riporta alcune affermazioni lusinghiere dei beneficiari, ma volevo che me lo dicesse lei: li avete dati i soldi?
– “Abbiamo dato 500 euro al mese a cento nuclei famigliari”
– E’ vero che è durato cinque mesi?
– “No, dura per un anno”
– E’ vero che dopo un anno finisce?
– “No, fra due mesi, ad aprile, pubblicheremo il nuovo bando, per il 2017, che anzi è più ampio del precedente, include per i destinatari anche i singoli fra i 29 e i 65 anni, aumenta significativamente il budget precedentemente previsto, e contiene una rilettura delle voci sull’ assistenza”
– Avete tagliato sull’ assistenza da altre parti?
– “No, anzi. Il reddito di cittadinanza locale non toglie, aggiunge, non ha eliminato nessuna delle altre voi di spese per l’ assistenza e invece si è aggiunta ad esse”
Mi sembra ovvio che l’assessore di Livorno difenda quanto approvato in giunta. Carte alla mano,hanno attuato per sole poche famiglie, una misura di lavoro socialmente utile(LSU),non un reddito di cittadinanza.
Non esiste,infatti,una legge quadro nazionale o regionale che consenta di dare stabilmente denaro alle famiglie.
Sarebbe una misura contra legem.
Vi invito,al fine di un riscontro realmente tecnico e non politico, di chiedere il parere di un amministrativista,piuttosto che quello di un assessore del Movimento cinque stelle.
Il rischio serio è quello di comunicare alla gente bisognosa la prospettiva di soldi facili da utilizzare come si vuole quando invece si tratta di interventi spot per poche famiglie e per un tempo limitato.
Mauro Giliberti
Non ho fatto un riscontro ‘politico’, ho fatto un riscontro tecnico, appunto.
Scusi, Giliberti, quale amministrativista? Chi avrei dovuto intervistare, se non la responsabile di quanto fatto a Livorno?
La verifica era su cose precise: si può fare, o no? E’ stato fatto, o no? Cose da Lei negate, prima in toto, poi in parte.
E non ho chiesto valutazioni ideologiche, ma cose concrete.
Se è stato fatto, si può fare, ovvio, al di là delle terminologie, adottate sul piano locale, o delle valutazioni appunto, queste sì politiche; e pure al di là di altre proposte, o provvedimenti, regionali, o nazionali, avvenute, o rimaste ancora teoriche.
Inoltre, la verifica era su altre Sue affermazioni precise: ho riportato fedelmente quello che ha dichiarato a tal proposito l’ assessore, come avrei fatto in ogni caso…
Non è ‘colpa’ mia se La smentisce con precisione di merito.
E non è ‘colpa’ mia, se Lei continua ad insistere.
Comunque, ogni lettore si potrà farà agevolmente la propria idea sovrana, al riguardo.
Considerare gli assessori depositari di verità tecniche, giornalisticamente, è assolutamente insufficiente. Senta un qualsiasi amministrativista, un segretario generale, un direttore generale. E soprattutto legga la determina. Se vuole gliela fornisco io. Buon lavoro.
Vorrei ricordare al Bravo Giliberti, l’Art.lo 3 della Costituzione, che dice chiaramente che:” tutti i cittadini devono avere pari dignità”. Per questo le sue affermazioni che non ci sono leggi che contemplano il Reddito di Dignità- Cittadinanza, non sono esatte. Si informi.
Ho dato l’ opportunità ai nostri lettori di farsi la loro idea, su quanto da Lei affermato, parola per parola. Ognuno di loro potrà valutare.
Ora, per quanto mi riguarda personalmente, mi sembra tutto chiaro. Capisco che Le dia fastidio, essere stato smentito nei fatti, ma se ne faccia una ragione. E non mi dia lezoni di giornalismo, mi creda, non mi faccia prediche: Le manca il pulpito…Buon lavoro.
Prendo atto che lei è schierato. Buona campagna elettorale
Prendo atto che, in nemmeno un mese e mezzo di ‘carriera’, Lei ha già preso tutti i peggiori difetti di tanti politici, dalla incapacità di ammettere di aver sbagliato, alla capacità di arrampicarsi sugli specchi; dal culto della personalità, all’ arroganza.
Io sono schierato solamente dalla parte dei lettori di leccecronaca.it, di tutti gli orientamenti ideologici possibili, e che sono pure il nostro editore: al servizio dell’ informazione. Le campagne elettorali, le fanno altri Suoi ex colleghi, altri Suoi ex editori…Si guardi pure un po’ intorno, Giliberti: e vedrà così chi sono gli schierati…Buona campagna elettorale
Giliberti è una brava persona ed anche un bravo giornalista, il suo problema è che non ha mai fatto politica, gliela hanno solo raccontata in televisione i politici nostrani di cui conosciamo la caratura.
Oggi è immerso in una campagna politica che non aveva preventivato e per cui non era preparato, ed è costretto a fidarsi di quanto gli dicono quegli amministratori che gli stanno intorno le cui fesserie non ha il tempo di verificare.
Quando un amministratore rifiuta di fare il bene della propria comunità, o di parte di essa, accampando scuse come: “questo la legge non lo consente”, “questo non è contemplato dal Regolamento”, o è un incapace oppure è disonesto.
I regolamenti si cambiano continuamente e le leggi vengono interpretate (aggirate) tutti i giorni.