“Il ‘sistema’ non è più in grado di provvedere a sé stesso, sta ai cittadini rimboccarsi le maniche e contribuire affinché la realtà cambi”. CENTO SENZATETTO A LECCE CITTA’, L’ ALLARME DEI CITY ANGELS:”La metà sono Italiani. Insufficienti, o del tutto mancanti, le strutture adeguate”
di Carlo Infante______
Ricordiamo tutti cosa avvenne, a Lecce, ad inizio gennaio; il 9 il sindaco, sollecitato da più parti in tal senso, scrisse al presidente della Regione Puglia, per chiedergli di “attivarsi affinché il Ministro delle Politiche Agricole riconosca lo stato di calamità naturale per le zone interessate dal maltempo”.
Michele Emiliano firmò lo stato di crisi e di emergenza regionale. Comunque in polemica con lui e con l’assessore regionale alla Protezione Civile, Antonio Nunziante, il Movimento 5 Stelle, i Conservatori e Riformisti e Forza Italia lamentarono l’inadeguatezza dei soccorsi, nonostante l’allerta meteo fosse stata annunciata da settimane.
Nel capoluogo salentino, si aggiunsero gli appelli delle volontarie Andrea Cristina Aurelio e Manuela Allegro, impegnatissime da anni, in quei giorni insuperabili.
Pure i City Angels fecero la loro parte e così, ora che – fortunatamente – la neve è solo un ricordo, ne abbiamo intervistato il responsabile operativo e portavoce, il giornalista Andrea Colella.
I City Angels furono fondati – dal carismatico giornalista Mario Furlan – a Milano, il 7 settembre 1994; oggi contano sedici sezioni italiane ed una a Lugano. Indossano baschi blu (simbolo delle forze Onu portatrici di pace), giubbe rosse (il colore dell’emergenza), pantaloni e scarpe neri.
D.) – “Quando fu costituita la sezione leccese dei City Angels Italia Onlus e da quando lei ne è responsabile?”
R.) – “Nell’ottobre 2011. Il suo primo coordinatore fu Don Gianni Mattia, attuale cappellano dell’ospedale “Vito Fazzi”. Io vi sono entrato nel novembre 2013 e nel novembre 2015 ho assunto la qualifica di Responsabile operativo. Ora è coordinata da Mario Ferro.”
D.) – “Attualmente da quanti volontari è composta e quante uscite settimanali effettuate?”
R.) – “La sezione conta circa quindici volontari, impegnati mediamente in due servizi serali alla settimana, ai quali si aggiungono i servizi di cortesia finalizzati alla sicurezza in occasione di eventi pubblici o iniziative in collaborazione con altre associazioni, come le guardie ecozoofile dell’Ata-Pc Onlus.”
D.) – “Quanti crede che siano i senzatetto a Lecce città? Fra questi vi sono anche Italiani?”
R.) – “Nella città di Lecce, a parte i dormitori della Caritas e l’ex Masseria Ghermi, a seconda dei periodi, ogni notte dalle sessanta alle cento persone non dormono in un letto propriamente detto. Dormono all’aperto in strada (in genere sotto i porticati), all’interno di automobili, furgoni, roulotte o camper, presso la stazione ferroviaria e all’interno di case abbandonate e diroccate. Gli italiani costituiscono meno del 50% del totale dei senzatetto, una percentuale che tre anni fa si attestava al 25%.”
D.) – “Sappiamo che vi siano persone in emergenza abitativa anche in provincia di Lecce, voi operate anche in provincia?”
R.) – “Noi interveniamo dovunque viene richiesto il nostro operato, il limite è costituito solo dalle risorse umane di cui disponiamo. In provincia le situazioni di povertà, in genere, difficilmente sfociano nella condizione di senzatetto, l’indigenza viene vissuta in casa. Tali situazioni sono monitorate dalle sezioni locali della Caritas, con cui collaboriamo fornendo cibo, vestiti e coperte su loro segnalazione.”
D.) – “Ad inizio gennaio, con una settimana di neve e gelo, i problemi dei senzatetto leccesi si sono, ovviamente, moltiplicati; cosa avete fatto nella settimana glaciale?”
R.) – “Siamo stati impegnati tutti i giorni (a volte con più turni della durata di tre/quattro ore ciascuno nell’arco della giornata) al pari dell’unità di strada della Croce Rossa per fornire coperte e bevande calde agli utenti, dei quali conosciamo perfettamente, oltre all’identità, l’ubicazione e le abitudini.
Abbiamo anche cercato di convincerli a essere ricoverati nel campo allestito dalla Protezione Civile presso l’ex Masseria Ghermi, ma solo nel 10% dei casi ci siamo riusciti: i senzatetto, sia italiani che stranieri, tendono a non lasciare i posti nei quali stazionano e conservano le loro poche cose, posti spesso “conquistati” dopo molto tempo ad altri loro simili. A questo si aggiungano il controllo obbligatorio dei documenti nel momento in cui si viene accolti in un dormitorio e la difficile convivenza ravvicinata tra alcuni gruppi etnici, che manifestano aperta ostilità l’un l’altro.”
D.) – “Ci può illustrare la vicenda della ex Masseria Ghermi? A Lecce, le strutture di accoglienza per senzatetto e migranti, sono insufficienti?”
R.) – “L’emergenza neve ci ha dimostrato che gli amministratori della città di Lecce hanno ancora molta strada da fare per gestire questa situazione non più contenibile: l’impegno dei volontari e la generosità spontanea dei cittadini non possono garantire, da soli, la sussistenza e il benessere di senzatetto e migranti. L’ex Masseria Ghermi, ad esempio, avviata meno di un anno fa, rappresenta una risorsa ma è limitata dal numero ridotto di posti e dalla distanza notevole dal centro cittadino e soprattutto dalla Stazione ferroviaria, dove gli utenti tendono a raccogliersi.
Le strutture a Lecce da un lato sono insufficienti, dall’altro sono assenti: penso, ad esempio, alla mancanza di bagni pubblici attrezzati anche per permettere a qualcuno di farsi una doccia. Questa è la cosa di cui i nostri utenti, abituati a vivere in strada, sentono più la mancanza.”
D.) – “Come a suoi colleghi di altre città, le è mai capitato di dover difendere i clochard da molestatori?”
R.) – “Il nostro è un corpo di volontari di strada d’emergenza, appositamente preparati a operare in contesti pubblici per la sicurezza dei cittadini, di qualunque età, razza, religione, sesso e ceto sociale siano.
A Lecce ci è capitato, più volte, di intervenire in difesa di senzatetto, minacciati da altri senzatetto in preda all’alcool, come anche molestati da “bulli”, italiani o stranieri, per il solo fatto di dormire sotto un porticato, o sulle sedie della sala d’attesa della Stazione. In qualche caso abbiamo anche richiesto l’intervento delle Forze dell’ordine, mentre in altri casi, giungendo in seguito ad un’aggressione, abbiamo messo in sicurezza l’utente in difficoltà e chiamato il 118.
Nella maggior parte dei casi è sempre utile la prima regola del nostro modus operandi, ossia la deterrenza visiva: basta solo la presenza di una nostra squadra per evitare che le situazioni degenerino. Per questo è importante un monitoraggio continuo del contesto urbano, se fossimo più numerosi potremmo essere ancora più presenti di quanto già siamo.”
D.) – “Avete soccorso anche i recenti terremotati del Centro Italia?”
R.) – “Ovviamente. Nel periodo dell’Epifania, una squadra leccese è stata impegnata in provincia di Perugia, a Norcia, insieme ai colleghi di Rimini e Campomarino.”
D.) – “Ci vuole fornire i vostri recapiti, per chi volesse aderire?”
R.) – “Certo, chiunque può contattare il nostro coordinatore Mario Ferro, al numero 347.7590520 e all’indirizzo di posta elettronica lecce@cityangels.it, o attraverso il gruppo Facebook “City Angels Lecce”, mediante il quale è possibile anche restare aggiornati sull’attività della sezione.”
D.) – “La domanda che non le ho posto?”
R.) – “Perché ho scelto di diventare un City Angel? Chi me lo fa fare a perdere il mio tempo e rischiare in prima persona per aiutare gli altri? Perché credo fermamente che la gente in fondo non sia cattiva, è solo “incattivita” da un atteggiamento di diffusa indifferenza – tutta culturale – dettata dall’inadempienza delle nostre istituzioni, per cui di certe cose si pensa sempre che se ne devono occupare altri, al limite si contribuisce con un’offerta in denaro.
Non funziona così: il “sistema” non è più in grado di provvedere a sé stesso, sta ai cittadini rimboccarsi le maniche e contribuire affinché la realtà cambi. In fondo lo diceva anche don Tonino Bello: “Non bisogna solo osservare il corteo dal balcone e applaudire. Bisogna partecipare, sporcarsi le mani, avere il coraggio delle proprie idee, anche di scontrarsi”. Quell’insegnamento è, oggi più che mai, attuale e scegliere di indossare una divisa e aiutare gli altri vuol dire anche aiutare noi stessi ad essere cittadini migliori.”
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La citazione del fu vescovo di Molfetta (in attesa di beatificazione), ci richiama queste massime del grande poeta ed economista Ezra Pound: “Credo nelle idee che diventano azioni”, “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui”.
Vi proponiamo una lirica a tema.
Non possiamo che sperare che, data la tragica – ed atavica – situazione cittadina, presto ricevano molte richieste di adesione da persone all’altezza (effettuano rigide selezioni) e che, finalmente, Comune e Provincia li ascoltino (sottolineiamo che, il 10 ottobre 2011, a Lecce, furono presentati alla stampa dal sindaco Perrone e dall’allora assessore provinciale alle Politiche Sociali Filomena D’Antini).
Pertanto, per fare il punto, abbiamo dato un nuovo appuntamento nei prossimi mesi.
Ovviamente leccecronaca.it li ha sempre apprezzati, come stima fortemente tutti quelli che fanno concretamente qualcosa per gli altri, soprattutto per le persone in difficoltà: grazie, un caloroso in bocca al lupo e a presto!
**+
“Clochard”
Dentro un letto
sfatto e marcio,
hai lasciato
la tua impronta.
Nella nicchia della chiesa,
mentre passi le tue notti,
dentro i brividi ti avvolgi,
senza aver provato l’odio.
Il tuo volto devastato
alla dignità tu offri
e nel giorno del Signore
levi alta la preghiera.
Chi tu sia resta un mistero:
ogni essere impersoni,
che da questo falso mondo
prende in fretta le distanze.
E ti levi e sei più in alto
più vicino al nostro Cristo
che il suo sangue ha già versato
e ti aspetta nel suo cielo.
(Poesia di Liliana Giraldo, tratta dall’antologia “Vento a Tindari”, Casa Editrice Kimerik, Messina 2016)
Category: Cronaca