PIPPI MELLONE DI LOTTA PRIMA E DI GOVERNO POI. E’ ANCORA POSSIBILE SALVARE A NARDO’ I PINI DI ALEPPO SECOLARI DI CONTRADA PATTUINI?
(g.p.)______Era il mese di ottobre dell’ anno 2012, giornate buie e tempestose, a Nardò, e l’ allora amministrazione in carica del sindaco Marcello Risi, nella persona dell’ assessore Vincenzo Renna, manifesta l’ intenzione di “rimuovere gli alberi di alto fusto con piantumazione di piante meno invasive” nell’ area di contrada Pittuini, particolarmente colpita dal maltempo, per scongiurare rischi per la popolazione.
L’ allora consigliere comunale d’ opposizione Pippi Mellone della lista ‘Andare oltre’ non è d’ accordo, e indirizza una interrogazione al Sindaco, in cui, fra le altre cose, scrive:
“Non sono nuovi i tentativi di rimuovere piante storiche e d’alto fusto da parte dei nostri amministratori, tentativi che sembrano essere originati da una cultura “biofoba” ;
Da sempre le Associazioni Ambientaliste neretine, si sono opposti a tali folli tentativi presentando, peraltro, come nel caso specifico esposti-denunce alla Procura della Repubblica;
A Torino, Padova e Roma vi sono esempi di coesistenza di popolazioni ed amministratori civili con enormi alberi come Olmi, Platani, Tigli e pini d’Aleppo;
Negli anni precedenti si è proceduto all’espianto di numerosi alberi senza procedere ad alcuna sostituzione;
La gestione del verde cittadino è fatta con approssimazione e superficialità senza un piano organico di intervento come dimostrano le saltuarie potature selvagge e indiscriminate che riducono drasticamente gli apporti positivi degli alberi all’ambiente cittadino come, ad esempio il rilascio di ossigeno e la catalizzazione delle sostanze inquinanti;
l’assessore Renna è esponente di un partito politico nazionale “Sinistra ECOLOGIA e Libertà” che fa dell’ecologia, appunto, uno dei suoi tratti distintivi, almeno a parole”;
e poi lo interroga, appunto, per sapere
“Quali sono le intenzioni dell’Amministrazione comunale in merito allo specifico caso di Contrada Pittuini e più in generale quale tipo di politica ambientale nei confronti del patrimonio arboreo cittadino sia nei progetti di codesta Amministrazione;
Se non sia il caso di tenere in debita considerazione il parere degli ambientalisti neretini e non;
Se non sia possibile svolgere uno studio agronomico preventivo per individuare le piante che dovessero realmente essere pericolose per la popolazione prima di abbattere piante quasi secolari.
Se non sia opportuno procedere rapidamente alla piantumazione di essenze adatte a sostituire le piante d’alto fusto abbattute negli ultimi anni”.
Fa un buon e bel lavoro da consigliere d’ opposizione, insomma, tanto che gli alberi si salvano, e sono quasi tutti ancora là. Almeno per ora.
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Era il mese di dicembre del 2016, pochi giorni fa, insomma, giornate buie e tempestose, a Nardò, per la contrada Pittuini, e, dopo altro maltempo, a distanza di quattro anni l’ amministrazione comunale adotta una determina dirigenziale, la n. 1091 del 30/12 che prevede l’abbattimento di circa novantacinque piante residue di pino d’Aleppo per un costo complessivo di €18.536 euro.
Ci risiamo, insomma.
C’è però di nuovo il fatto che il sindaco di adesso, da sette mesi, è proprio Pippi Mellone.
Tra parentesi, quel Vincenzo Renna è diventato suo qualificato e importante collaboratore, ma questa è un’ altra storia.
Restiamo a questa, di storia.
Ieri il consigliere comunale del Pd Lorenzo Siciliano, che ha scoperto la determina, manda un accorato comunicato ai giornali, in cui preannunciando per lunedì 30 una mozione, evidenzia che “in un periodo storico fortemente critico dal punto di vista ambientale, abbattere novantacinque alberi che rappresentano un piccolo polmone verde per questo territorio rappresenterebbe una scelta fallimentare e dannosa, oltre che inutile” e chiede che “vengano abbattuti solo gli alberi che presentano evidenti e gravi problemi di staticità, nelle immediate vicinanze delle abitazioni, oltre a mettere in campo, a breve, interventi manutentivi programmati che consentirebbero, così come non accaduto in passato, uno sviluppo armonico delle piante. Un numero nettamente inferiore rispetto ai novantacinque previsti che rappresentano l’ornamentazione ed il valore dell’intero viale”.
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leccecronaca.it, che nella difesa del territorio e nel contrasto agli scempi ambientali ha un impegno giornalistico costante, ha trovato oggi la vecchia interrogazione di Pippi Mellone.
Gliela mandiamo, a futura memoria.
Forse, ricordandosi di quel che aveva scritto quattro anni fa, sarà fulminato sulla via di…Aleppo, e si adopererà affinché questa scriteriata delibera sia annullata.
Forse, siamo ancora in tempo…Non è possibile svolgere uno studio agronomico preventivo per individuare le piante che dovessero realmente essere pericolose per la popolazione prima di abbattere piante quasi secolari ?
Dal momento che egli ha fatto “dell’ecologia, appunto, uno dei suoi tratti distintivi, almeno a parole”. ______
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri
https://www.leccecronaca.it/index.php/2017/01/27/no-all-abbattimento-indiscriminato-dei-pini/
Ventisei pini ad alto fusto sulla strada Ascanio-Pittuini saranno abbattuti a causa della loro condizione di massima pericolosità.
Lo ha deciso la Giunta di Palazzo Personè sulla base della specifica relazione tecnica dell’agronomo Rosario Centonze, che ha valutato queste piante “a rischio estremo” e per le quali ha consigliato l’immediato abbattimento.
Sulle piante superstiti (in totale i pini sono novantacinque) saranno effettuati interventi di potatura e contenimento, soprattutto su trentotto di loro che presentano una situazione particolarmente delicata per quanto riguarda stabilità e sicurezza.
La relazione tecnica giunge alla fine di una serie di passaggi formali e di verifiche con il Servizio Foreste della Regione Puglia, con la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, con il Corpo Forestale dello Stato, che hanno consentito di rilevare l’inesistenza di vincoli e la necessità di procedere a interventi di messa in sicurezza.
Da tempo la situazione dei pini di Ascanio-Pittuini, fortemente compromessi e instabili, viene monitorata con attenzione, anche per le numerose sollecitazioni dei residenti che quotidianamente percorrono la strada.
Più volte in passato rami e arbusti, soprattutto a causa di avverse condizioni meteo, sono caduti determinando grossi rischi per cose e persone. L’ultimo episodio in ordine di tempo lo scorso febbraio con la caduta di
un grosso ramo e l’intervento di Polizia Locale e dei Vigili del Fuoco. Ciò nonostante un importante intervento di potatura e di alleggerimento delle chiome effettuato nel 2014, che però non ha risolto il problema, visto che è rimasto isolato e visto che ad ottobre 2015 il vento ha letteralmente abbattuto cinque pini, tanto che fu disposta l’inibizione dell’accesso sul viale.
Inoltre, nel tempo le radici degli alberi hanno invaso l’area sottostante la pavimentazione delle abitazioni provocando il sollevamento delle stesse e arrecando danni molto seri, nonché il pericoloso sollevamento del manto stradale.
La situazione attuale dei pini ha di fatto annullato il loro valore ornamentale, ma soprattutto non garantisce la pubblica incolumità.
Sulla base della stessa relazione tecnica si procederà inoltre all’abbattimento e alla immediata sostituzione dei due pini e della palma di via Bonfante (in corrispondenza del negozio di ferramenta) che hanno provocato dissesti nella pavimentazione stradale (già causa di sinistri) e danni alle abitazioni più prossime, i cui proprietari hanno annunciato azioni risarcitorie.
In contrada Ascanio – Pittuini ha vinto l’ambiente ed il buon senso. Non saranno più 93 gli abbattimenti di pini d’aleppo previsti inizialmente da una determina dirigenziale che destò grande preoccupazione e mobilitazione per chiederne la revoca, ma soli 26, giudicati a rischio estremo da una perizia tecnica stilata dall’agronomo Rosario Centonze.
Scende, di conseguenza, anche la somma impegnata per quell’intervento, pari a circa 18.000 euro.
Ricordo come questa battaglia di civiltà e di difesa di un piccolo polmone verde del nostro territorio abbia visto la sottoscrizione di una petizione da parte di oltre 300 persone che chiedevano di rivedere la decisione assunta senza alcuna consulenza tecnica da parte del Comune di Nardò. Una battaglia che ha visto tra i principali protagonisti uno dei pilastri dell’ambientalismo neretino qual è Massimo Vaglio, la cui collaborazione per portare in Consiglio Comunale questa questione è stata fondamentale.
Per questo lo ringrazio, come ringrazio Giuseppe Mazzeo e quanti hanno sottoscritto quella petizione che ha tagliato il nastro di un importante traguardo.
Oggi per l’ambiente e per l’opposizione consiliare di Palazzo Personè è una gran bella giornata!