POKEMON GO, PROCLAMATA OGGI LA PAROLA DELL’ ANNO. LA PIU’ CERCATA SU GOOGLE. CHE SIGNIFICA? leccecronaca.it QUESTA ESTATE AVEVA GIA’ CERCATO DI RISPONDERE
FATE L’AMORE CON IL PARTNER, CON LA VITA, O CON IL SAPORE, MA NON CON POKEMON GO! PERO’ ABBIAMO VOLUTO INTERVISTARE UN GIOCATORE INCALLITO. ECCO CHE COSA CI HA RACCONTATO SULLA MANIA DEL MOMENTO
di Annibale Gagliani______
(19 LUGLIO 2016)
Quanto era bello far all’amore da Leuca in su nelle mezzore di pausa dal lavoro, cogliendo i momenti meno opportuni e contemplando una sinfonia rilassante su un tappeto di fragole e libidine serale.
Eh, tutta un’altra epoca…
Era un bel passatempo quello, in grado far implodere come un vulcano latino innocenti emozioni tanto attese (e toujours pretese). Poi arrivò sua maestà lo “smartphone” che in tempi ipercibernetici tira più del fallo e della spirale ovale. Per carità, il sito californiano “Youporn” è al primissimo posto come fruizione giornaliera, e questo non può che rappresentare un ulteriore sintomo di come la placida realtà stia evaporando.
Il culmine dell’idiozia prestata al totale coinvolgimento nell’irreale si chiama “Pokemon go”, l’ultima diavoleria ludica partorita dal ventre di un I Phone. Si tratta di un gioco ispirato al celebre cartone animato nipponico che spopolò all’aurora degli anni Duemila (tra i ragazzini ci tengo a precisarlo) e che rappresenta un must per tutti quei nerd abbronzati come un tedesco in Riviera.
Il donwload del gioco su un cellulare di nuova generazione è velocissimo, semplicissimo e devastante: porta rapidamente all’assuefazione.
Livelli da raggiungere, mostri da catturare, neuroni da bruciare! Un connubio perfetto che sta generando individui ottusamente conformati (e allergici a letture di buoni libri o visioni di film d’autore).
La fascia che utilizza tale ciuccio per lattanti va dai cinque ai quarantanni: un depauperamento di tempo prezioso e una moria di idee buone nel reale che non ha precedenti. Tranquilli! Ci giocano anche i parlamentari, le escort, i vip e la mia vicina casa (un motivo in più per capire che tutte le tipologie di menti possono abboccare).
Abbiamo intervistato un accanito fruitore di Pokemon Go, uno studente universitario ex attivista, A. P. , che ci ha raccontato le sue giornate a venerare il nulla più assoluto su una panca di piazza, nello Studium 2000 o a casa sua nel via vai dei pranzi e delle cene familiari:
Da quanto tempo giochi a Pokemon go?
“L’ho scaricato sul mio I Phone da un mese, e alla prima partita non ho più potuto farne a meno…”.
Quante ore al giorno perdi la testa dietro a questo gioco?
“Credo due o tre ore, è un tempo difficile da stabilire… tra una lezione e l’altra, a pranzo, in macchina, la sera prima di andare a dormine… è difficile quantificare il tempo effettivo…”.
Che sensazioni ti trasmette questa diavoleria virtuale?
“Mi rilassa… è bello catturare i nemici, avere i Pokemon dalla propria parte e superare ogni livello…”.
Non preferiresti in quei minuti liberi della tua giornata andare a prendere una birra con i tuoi amici o perché no un caffè con una ragazza?
“Ma io faccio l’una e l’altra cosa, non preoccuparti…”.
Sei fidanzato, frequenti qualche ragazza?
“No, per adesso non mi interessa…”.
I tuoi amici “veri” si contano sul palmo di una mano?
“Certo che si, allo Studium e all’Univeristà mi conoscono tutti…”.
Non credi di stare a buttare tempo prezioso con quel cellulare in mano?
“E tu non credi di stare a buttare tempo prezioso a intervistarmi?”.
Cosa ne pensi del tuo Paese?
“Che fa cagare… non c’è lavoro, i giovani devono farsi il mazzo per poter sperare in un futuro migliore e che la colpa è di questa classe politica schifosa…”.
Cosa ne pensi della tua Università?
“Che l’organizzazione fa pietà… non vedo l’ora di andare via da qui per iscrivermi in un Ateneo superiore…”.
Non credi che la colpa del disagio sociale siano le nuove generazioni che se ne sbattono di ciò che gli accade ad un palmo dal naso e non fanno niente per cambiare le cose, preferendo divertirsi?
“Assolutamente si! La colpa è loro… i giovani sono menefreghisti, non è come hai tempi della Guerra Mondiale in cui tutti si davano da fare per ricostruire l’Italia… qui ognuno pensa ai fatti suoi…”.
Non pensi di essere un ipocrita?
“Certo che no… magari fossero tutti come me…”.
Fatevi voi un’idea sul fiume di parole appena trascorso. Un favore vi chiedo da collega, concittadino e amante del vostro Paese (tanto quanto voi): fate l’amore!
(Cupido e psiche, Jacques Louis David)
Che sia col vostro partner, con la vita o col sapore non fa differenza, solo così avrete la spinta inesauribile di lasciare per un attimo sul tavolo quella scatola strizzacervelli. Il tempo sprecato non ritornerà mai più indietro, sta a voi decidere se esso si poserà sulla vostra pelle come fresca brezza estiva che arriva dal mare dei ricordi, o se vi sfregerà con piccole cicatrici causate dalla grandine maligna del “peccato, volevo, ma non l’ho fatto”.
Open Your Eyes Dear Friends!
Category: Costume e società, Cronaca, reportage
Pokemon Go, detto in modo colto e in sociologhese puro, siete dei gran balenghi!
Questo agire nel mondo virtuale illudendosi di essere protagonisti di un’avventura, è un modo di sublimare l’impotenza che caratterizza l’uomo nella sua quotidianità. Ecco così che il giovane occidentale, che in questo momento dovrebbe avere uno scatto di orgoglio, identitario, che lo possa portare a una rivalsa, sublima quest’impotenza e capacità di accettare la situazione, rifugiandosi e rimanedo inghiottito in un mondo ludico, consumistico e virtuale nel quale ha trovato rifugio.
Quella dei videogiochi è soltanto una vana libertà che nasconde invece una gabbia simbolica. Inoltre proprio nell’aspetto concreto del gioco in questione c’è anche la necessità di sentirsi padroni di un mondo che invece non ci appartiene.
Annibale, caro collega, mi hai fatto scoprire un mondo nuovo.
Ero rimasta ero rimasta ai Pokemon dei mie figli, di cui custodisco molti esemplari, (per generazioni a venire) e tu mi parli di questo nuovo gioco alienante. Del fatto che i ragazzi rivolgano, tutti i loro interessi, (o quasi) ai giochi su i vari strumenti connettibili ad internet è certo. Chiunque, dovunque e in ogni occasione, ha in mano l’aggeggio stregato, con il quale non so che facciano davvero. Sbircio questi giochini, qualche Social, ma in realtà ne capisco poco.
Io, Annibale faccio parte della generazione da te invocata…Vecchi gesti, modi, abitudini, fuori moda, a quanto sento, che però, a provarli, funzionano sempre.
Prendo mezzi pubblici e metro, tutti i giorni ed il ticchettio dei tasti dei cellulari, copre la voce dello speaker…:-” Siamo alla fermata F…..eh? La prossima fermata è…..” – Per la miseria: dovevo scendere. E poi, come già descritto, tutti parlano dei fatti propri ad alta voce, perché sono auricolati. “AURICOLATI non AUREOLATI” e, a proposito di aureole…
Mi ha sconvolto il fatto che le “SUORE DI CLAUSURA” possano avere un cellulare e si possano collegare ad Internet, tanto da indurre il Papa a redarguirle :-”MENO SOCIAL, PIU’ PREGHIERE”.
Vi esorto ad un prudente discernimento, affinché siano al servizio della formazione della vita contemplativa… e non occasione di dissipazione o di evasione della vita fraterna in comunità, né danno alla vostra vocazione, né ostacolo per la vita interamente dedita alla contemplazione…..”
Ma siamo al massimo dell’impossibile.
Me le immagino, le monachelle, nelle loro cellette a giocare a Pockengo….Poker Texas, magari chattano con qualche Social tipo, Meetic…..
Mi piacerebbe sapere, poi che modello di cellulare hanno… Forse a seconda del grado che hanno in convento? La Madre Badessa un: XXYZ – una conversa un: xxyz. – le novizie un: yz.
O se li comprano da sole? Ma?!
Annibale ci sei? Sei sintonizzato” che diciamo loro, di fare di più…. Come ha detto il Papa:
pregare, che avete capito, PREGARE, per le nostre povere anime peccatrici.
Avevo due zie (sorelle della nonna) monache. Loro pregavano e ricamavano, cucivano, facevano le marmellate, curavano l’orto. Facevano interi corredi con le cifre (come quello di mia mamma).
Credo che le nuove monache seguano le lezioni on-line: “ Il corso di Punto croce” -Il corso di Punto a giorno” e quello sul nostro giornale di “CUCINA FUSION”.
Certo modernizziamole pure, le nostre care suorine, ma dentro centri limiti, o impareranno il ROSARIO via e-mail, le letture (famose lettere ai…) e la Bibbia in dispense e CD…
Utopicamente, sto pensando a prossime Olimpiadi in Vaticano : Clarisse contro Carmelitane.
Coi tempi corrono, perché no?