VASTA OPERAZIONE DEI CARABINIERI PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA: NUOVE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE PER VENTITRE’ PERSONE GIA’ ARRESTATE, OTTANTADUE INDAGATI, SEQUESTRI DI BENI PER MILIONI DI EURO / AGGIORNAMENTI SUCCESSIVI: COINVOLTI ANCHE SEI DIRETTORI DI BANCA COMPIACENTI CON LA SCU
(e.l.)______Questa mattina all’ alba è scattata un’ operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, che stanno eseguendo una nuova ordinanza di custodia cautelare, e al contestuale sequestro preventivo di beni, provvedimenti emessi dal gip del Tribunale del capoluogo salentino, nei confronti di ventitré persone, tutte già agli arresti, ventidue in carcere e una ai domiciliari.
Sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, finalizzata all’usura, all’estorsione aggravata, alle rapine, all’esercizio abusivo di attività finanziaria, al riciclaggio, alle truffe, allo sfruttamento della prostituzione, alla detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e altri reati.
Le operazioni sono in corso nelle province di Lecce, Roma, Brindisi, Foggia e Pavia, e prevedono l’esecuzione congiunta dei ventitré provvedimenti restrittivi, di cui venti per 416 bis; successivamente saranno notificati ulteriori ottantadue avvisi di conclusione indagini; tra questi sono coinvolti anche sei funzionari di banca.
Saranno subito dopo eseguiti anche i sequestri preventivi di trentasei immobili (appartamenti, villette residenziali e terreni); quattro attività commerciali; un’ autovettura; due società a responsabilità limitata; due imprese individuali; trenta conti correnti bancari; per un valore complessivo di oltre dieci milioni di euro.______
AGGIORNAMENTO DELLE ORE 11.30
I provvedimenti sono stati emessi dal gip Cinzia Vergine, che ha accolto le tesi della direzione distrettuale antimafia e del sostituto procuratore Alessio Coccioli.
Nuove indagini, condotte per anni, hanno riguardato un’associazione di tipo mafioso, operante nella provincia di Lecce, dedita all’usura, alle estorsioni e al riciclaggio. È proprio dalle denunce presentate da un imprenditore vittima di usura, e dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia, che esse si sono successivamente estese a tre altre distinte associazioni operanti sempre in provincia di Lecce.
In particolare, hanno riguardato il clan dei fratelli Persano e del loro cugino Oronzo Persano. Sono state così accertate le identità delle vittime dell’usura che, con le loro dichiarazioni, oltre a coinvolgere sei direttori di banca compiacenti, hanno contribuito all’ individuazione di un’ altre analoghe consorterie mafiose, facenti capo ai clan della Sacra Corona Unita Nisi-Caroppo, e a Pasquale detto Maurizio Briganti e Luigi Sparapane di Galatina.
Gli inquirenti descrivono adesso di una strutture orizzontale, che consente di definire la mafia salentina come un “network” di gruppi autonomi, ma collegati fra di loro.
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