LA CGIL A NARDO’ CONTRO IL CAPORALATO
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. L’ ufficio – stampa della Cgil di Lecce ci scrive______
“Questa targa non rappresenta soltanto un ricordo ma anche l’impegno costante della Cgil e della Flai nel fare sindacato di strada, accanto alle persone. Oggi colgo l’occasione della presenza del Sindaco per rinnovare e ribadire la posizione della Cgil sul tema del caporalato: non possiamo continuare ad avere dei luoghi ai margini della città, dove i lavoratori vivono una condizione di ghettizzazione. Dobbiamo puntare a un’integrazione vera nel tessuto sociale della città, perché sconfiggere il caporalato vuol dire anche questo, offrire dignità lavorativa e sociale e far sentire questi lavoratori veramente cittadini in una città come quella di Nardò, con la sua storia di grande valore per l’impegno civile e l’accoglienza. Chiediamo di migliorare l’integrazione dei lavoratori migranti all’interno della città e contro la ghettizzazione, contribuendo, ad esempio, con una politica di sgravi in favore di quei cittadini neretini che vogliano affittare a prezzi calmierati le abitazioni vuote ai lavoratori migranti per strapparli dalle mani di un sistema di illegalità che è insito nel tessuto produttivo agricolo”.
Così Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil Lecce, oggi a Nardò per la manifestazione organizzata da Flai e Cgil Lecce in memoria delle vittime dello sfruttamento. Durante la manifestazione è stata scoperta la targa intitolata a Abdullah Mohammed, il bracciante sudanese morto il 20 luglio 2015, mentre era impegnato nella raccolta dei pomodori nelle campagne di Nardò, e dedicata a tutte le vittime dello sfruttamento.
La targa è stata apposta nei pressi di Masseria Boncuri, luogo simbolo delle battaglie per i diritti sindacali e per la dignità sul lavoro dei braccianti stranieri impiegati nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli nei campi del Salento.
L’iniziativa di oggi è inserita nel programma di iniziative per la quarta edizione del Premio Jerry Masslo, organizzato dalla Flai Cgil nazionale, che si svolgerà in Campania dal 12 al 14 ottobre.
“È importante ricordare i nomi dei lavoratori che hanno sacrificato la vita in questi campi”, ha detto Antonio Gagliardi, segretario generale della Flai Cgil Lecce durante l’iniziativa di oggi: “Prima di Mohammed questo territorio ha vissuto un altro lutto determinato dalle condizioni insostenibili di lavoro e di vita dei braccianti, ricordiamo quindi anche Sadok Barhoumi, morto nel 2011 nella tendopoli nei pressi di Masseria Boncuri. Dedichiamo questa targa oggiAggiungi un appuntamento per oggi a tutti i lavoratori sfruttati ribadendo il nostro impegno costante nella lotta al caporalato e per garantire condizioni di lavoro e di vita dignitose ai braccianti stranieri. Fino a quando i lavoratori non saranno strappati al giogo dei caporali e delle aziende agricole che li utilizzano per i loro scopi di arricchimento incondizionato, nessuna tenda, nessun container con le docce, nessun serbatoio di acqua potabile potrà restituire dignità, umana e lavorativa, a questi cittadini del mondo. Auspichiamo che da settembre a Nardò si cominci finalmente a costruire un percorso condiviso, fatto di azioni concrete per ottenere un cambiamento”.
Da Nardò, oggi, in contemporanea con altri territori della Puglia (Andria e Foggia) e del resto d’Italia, partirà la carovana dei diritti, con la partenza dei camper del sindacato di strada che approderanno, il giorno dopo, alle porte di Mondragone, in provincia di Caserta.
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Le solite barzellette della CGIL. I compagni dell’Arci e le Cooperative Rosse, come insegna Mafia Capitale, sulla pelle degli emigranti, con i contributi dello stato, si son fatti e stanno facendo soldi a palate, i deputati del PD, giustificano la loro politica sull’accoglienza, perché gli extracomunitari servono in agricoltura in quanto gli italiani non vogliono fare i lavori umili (leggasi sottopagati), la CGIL si lamenta e fa le battaglie) perché gli extracomunitari sono trattati come schiavi.
Cari compagni, non è che ognuno di voi può raccontare la sua verità.
Se gli extracomunitari godessero degli stessi diritti degli italiani, le imprese assumerebbero gli italiani, l’accoglienza non troverebbe giustificazioni, e la sinistra non incasserebbe milioni di euro pagati dagli italiani.