LA TAP HA PORTATO LE TRIVELLE SULLA SPIAGGIA DI SAN BASILIO OCCUPATA. AVVIATO “un sondaggio geognostico” CHE FA EMERGERE PER ORA SOLAMENTE FORTI PERPLESSITA’ E CONTESTAZIONI DI MERITO. VI DICIAMO QUALI SONO
di Giuseppe Puppo______Con un comunicato inviato in mattinata ai mass media, la Trans Adriatic Pipeline informa che ha cominciato “un sondaggio geognostico sulla spiaggia, per ricostruire il profilo stratigrafico del sottosuolo ed identificarne le componenti”.
Spieghiamo noi: i sondaggi geognostici permettono di analizzare il suolo in profondità per la valutazione delle sue caratteristiche geologiche e geotecniche.
Così continua la nota stampa della Tap: “Il periodo di esecuzione delle attività è stato identificato con l’obiettivo di non interferire con la stagione turistica, e come previsto dall’Ordinanza 67/2016 dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Otranto, l’attività di indagine si concluderà entro il prossimo 13 ottobre 2016. I lavori verranno comunque sospesi nei giorni di venerdì, sabato e domenica.
Lo spazio necessario alle operazioni è minimo, con un ingombro inferiore ai 40 m2.
Per ragioni di sicurezza, trovandosi su una spiaggia libera, lo spazio circostante all’area di lavoro è stato recintato. Cartelli esplicativi apposti sulla recinzione (oltre a quello previsto dalla legge per ogni attività di cantiere) danno a passanti e curiosi informazioni sull’attività.
Il sondaggio si esegue prelevando campioni di terreno – dette “carote” – tramite l’utilizzo di un’apposita sonda. Il foro di campionamento avrà un diametro di circa 13 cm e una profondità di 30 metri. Per minimizzare l’attrito della sonda e facilitare il campionamento della roccia si utilizza dell’acqua, il cui approvvigionamento viene assicurato da cisterne collegate al mezzo di supporto, nell’area di accesso alla spiaggia.
Al termine dei campionamenti, lo stato originario dei luoghi sarà ripristinato mediante riempimento del foro di campionamento con materiale inerte certificato e, in superficie, con sabbia.
Le attività di indagine sono supervisionate da un archeologo”.
Seguono le due foto che pubblichiamo qui sotto.
______
Abbiamo due rilievi da fare.
Primo: l’ area occupata è molto più ampia, almeno dieci volte tanto, rispetto ai pochi metri quadrati per cui il consorzio multinazionale aveva il permesso, come esso stesso ha dichiarato nel comunicato sopra riportato.
La realtà è ben diversa.
Dalle foto che pochi minuti fa il Comitato No Tap ha diffuso sul web e che leccecronaca.it pubblica qui di seguito per gentile concessione degli autori, che ringraziamo, si vede chiaramente l’ enorme tratto di spiaggia pubblica occupata dagli uomini e dai mezzi della Tap.
Eccole:
E ancora:
Foto che sui social network stanno già accendendo gli animi degli ambientalisti, delle associazioni e dei comitati di cittadini che si oppongono alla costruzione del gasdotto.
Seconda considerazione: codesto “sondaggio geognostico sulla spiaggia, per ricostruire il profilo stratigrafico del sottosuolo” era un’ operazione che andava fatta a monte del progetto del micro tunnel del gasdotto, per poter iniziare i lavori.
Lavori che la Tap ha più volte dichiarato di aver iniziato a maggio, montando anche la parvenza di un sedicente cantiere amovibile, e difatti qualche giorno fa rimosso. Punto cruciale: perché sull’ effettivo avvio dei lavori, come è noto, si gioca la realizzazione stessa dei lavori.
Ricordiamo che la magistratura, investita della questione aveva disposto ai primi di settembre l’ archiviazione degli esposti presentati da più parti, Comune di Melendugno, in primis: la Procura di Lecce aveva cioè chiesto al gip di archiviare le due inchieste avviate sulla realizzazione del gasdotto.
Nella richiesta di archiviazione la Procura aveva affermato che l’iter seguito da Trans Adriatic Pipeline nell’avvio del cantiere è regolare, decidendo in pratica – ci scusino giuristi e tecnici della semplificazione giornalistica – che i lavori erano iniziati.
Ma, come si ricorderà, alla richiesta di archiviazione si erano opposti i presentatori degli esposti, ed è bene ricordare che il gip non ha archiaviato, e non ha archiaviato nemmeno l’ opposizione, bensì ha deciso una Camera di conciliazione, in cui il magistrato si confronterà con i ricorrenti, prima di prendere la decisione definitiva. L’ incontro tecnico-giudiziario è stato fissato per il prossimo 30 novembre.
Poi, ancora e ancora di più sostanza: la Tap, checché sostenga il contrario, non ha ottemperato a tutte le prescrizioni richieste per l’ inizio dei lavori. Se ne è avuta conferma da un altro incontro, questa volta tecnico-politico, svoltosi pochi giorni fa a Bari in Regione.
Qui, ricapitolando: oggi la Tap ha iniziato a trivellare, a occupare il territorio, ma si è gettata la trivella, pardon, la zappa sui piedi, perché ha iniziato oggi lavori che andavano fatti prima l’ inizio dei lavori, quindi sono una contraddizione in terminis con la tesi sostenuta finora, di aver cioè iniziato i lavori. E poi, le manca ancora l’ assolvimento ad alcune prescrizioni.
Infine, la partita giudiziaria è tutt’ altro che chiusa: anzi, è ancora aperta.
Questa la situazione di oggi lunedì 3 ottobre 2016, quando la spiaggia di San Basilio a San Foca è stata occupata e trivellata, per un’ opera inutile e dannosa per il territorio, buona solo alle logiche affaristiche e speculative delle multinazionali e dei loro sodali lobbystici e politici.
Category: Cronaca
Premesso che tali indagini in una situazione normale si farebbero prima del rilascio delle autorizzazioni mentre questa società le fa solo ora, con oltre due anni di ritardo. E se oggi i sondaggi rivelassero un fondale non idoneo?
La risposta sembra scontata: questa opera si farebbe comunque e ad ogni costo come dimostra il silenzio assordante di gran parte del mondo politico salentino.
È assurdo che i rappresentanti del popolo restino inermi davanti allo scempio che si sta per avviare sul nostro territorio, mentre i nostri fondali stanno per essere perforati, i nostri arenili saranno invasi da grosse macchine movimento terra, le nostre zone rurali saranno devastate dall’impianto di depressurizzazione e dall’espianto di centinaia di ulivi.
Fatti che riportano ad una realtà lontana anni luce da quella visione strategica innovativa del nostro futuro, tanto declamata dall’Unione Europea e che non lasciano intravedere nessun possibile percorso mirato a trasformare la nostra in un’economia sostenibile in grado di fare da guida nel campo della produzione di energia rinnovabile e nella lotta al riscaldamento globale.
Tutto ciò senza contare l’incoerenza di chi propone un progetto di questa portata nelle aree considerate sorgenti di biodiversità in Italia.
Gli enti locali territoriali, le associazioni ecologiste, i comitati civici e tutti cittadini meritavano e meritano maggiore attenzione dai propri rappresentanti magari con adozione di opportuni provvedimenti volti a fermare le procedure autorizzative di questa opera inutile per il nostro territorio.
Il M5S continuerà in giro per la Puglia ad informare quanta più cittadini possibili su quanto si sta perpetrando a danno del popolo salentino, smascherando un vero e proprio misfatto, al quale gli eletti che avrebbero dovuto fare gli interessi della comunità hanno girato le proprie spalle ormai da tempo.
Si sono conclusi già ieri pomeriggio i lavori per l’effettuazione del sondaggio geognostico sulla spiaggia di San Foca e questa mattina il cantiere è stato rimosso e l’arenile, ripristinato nella condizione precedente è stato restituito ai bagnanti.
Le buone condizioni meteo e le caratteristiche degli strati di sottosuolo attraversati dalla sonda hanno consentito di concludere le attività con una settimana di anticipo sul previsto, riducendo al minimo il tempo di occupazione della spiaggia, già scelto al di fuori della stagione turistica.
Il country manager di TAP per l’Italia Michele Elia si è complimentato con i tecnici e le maestranze che hanno eseguito il sondaggio per la rapidità con cui hanno concluso l’attività e ha così commentato: «Questa è stata la prima e l’ultima volta che TAP ha lavorato sulla spiaggia; infatti la realizzazione del microtunnel a più di dieci metri di profondità eviterà ogni interferenza con la spiaggia anche durante tutte le successive fasi di costruzione».