“Una vergogna per tutto il Paese”, DICE MARCO BENTIVOGLI. “Non si puo’ parlare di fatalità”, SECONDO FRANCESCO RIZZO. E LO SCORSO NOVEMBRE ANTONIO BASILE AVEVA PARLATO DI “caporalato dell’ industria siderurgica”. RABBIA E DISPERAZIONE PER LA MORTE QUESTA MATTINA DI UN ALTRO GIOVANE OPERAIO ALL’ ILVA DI TARANTO, E’ IL TERZO IN POCO PIU’ DI UN ANNO

| 17 Settembre 2016 | 11 Comments

(Rdl)______Abbiamo appena finito di controllare in archivio. Da giugno 2015, dall’ ultimo incidente mortale, (a novembre ce n’ era stato un altro) a oggi, ci sono stati altri sette incidenti, con altrettanto feriti, più o meno gravi.

Tre morti e sette feriti in altrettanti singoli incidenti sul lavoro, in poco più di un anno, è un dato significativo, che da solo imporrebbe il blocco immediato dello stabilimento siderurgico.

Senza contare, in questo contesto, le vittime fra i civili, fra le popolazioni vicine e meno vicine, per gli scarichi industriali inquinanti, che causano morte e malattia.

Ma tre morti e sette feriti per altrettanti incidenti sul lavoro in poco più di un anno bastano e avanzano da soli, senza le questioni ambientali, per chiudere  il Mostro sine die.

L’ operaio morto oggi è Giacomo Campo, era di una ditta dell’appalto, la Steel Service. L’incidente sul lavoro è avvenuto nel reparto Afo4 dell’Ilva di Taranto. Dalle prime informazioni trapelate, pare che stesse operando sul nastro trasportatore quando la parte finale di un contrappeso avrebbe ceduto facendo precipitare un carrello che ha schiacciato l’uomo.

Ritornano di estrema attualità nell’ occasione odierna le parole raccolte da leccecronaca.it nello scorso novembre del presidente della confederazione sindacale micro, piccole e medie imprese, Antonio Basile: “Un incidente sul lavoro nell’ambito dell’indotto Ilva. Indotto? Se così possiamo definirlo…Un vecchio sistema di dare lavoro a basso costo ad aziende che pur di sopravvivere scendono a patti economici, in cui la riduzione dei costi di lavoro porta rischi e i rischi portano morte.

Il caporalato dell’industria siderurgica si potrebbe ben dire tristemente, miete un’ altra vittima, schiacciata prima dal peso del sistema,  soffocato dall’incuria e dalla cecità verso la salvaguardia dell’incolumità del lavoratore.

Dove sono gli occhi attenti e soprattutto le azioni di chi dovrebbe controllare che nel siderurgico certi episodi non si verifichino, è evidente che in questo i lavoratori sono soli.

La provincia di Taranto piange un’altra vittima, un altro figlio di questa terra martoriata da incidenti sul lavoro, da inquinamento industriale, da avvelenamento ambientale, un processo forse di lento sterminio. Sconcerto e tanta rabbia”.

Dopo il tragico incidente, sul posto sono arrivati ispettori del lavoro, carabinieri e vigili del fuoco, che hanno dovuto togliere il corpo dell’operaio rimasto incastrato nel nastro trasportatore.

Secondo l’ azienda, invece, tutto in regola, e tragica fatalità. Questa la ricostruzione aziendale: “Sono state applicate tutte le misure di sicurezza nelle operazioni che erano in corso nell’Afo 4 dell’Ilva dove questa mattina è morto un giovane operaio.

Il nastro, risultato danneggiato a seguito di un taglio longitudinale, era stato fermato nella notte per consentire l’intervento di riparazione. Come da procedura, il nastro è stato preventivamente messo in sicurezza ed è stato privato di alimentazione elettrica. Nonostante l’applicazione di tutte le misure di sicurezza, durante le attività di rimozione del materiale ferroso che si era depositato sul rullo di invio, effettuate dall’operatore con un tubo aspirante, il nastro si è attivato e lo ha trascinato”.

Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto hanno proclamato uno sciopero dei lavoratori dell’Ilva a partire dalle 12 di oggi, per il secondo e terzo turno di otto ore, fino alle 7 di domani.

Secondo il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli: “E’ assurdo, inaccettabile, una vergogna per tutto il Paese morire di lavoro nel 2016″.   

Secondo Francesco Rizzo dell’Usb “”Non si puo’ parlare di fatalità, ma di una una vera e propria mancanza di rispetto delle regole della sicurezza”.

Category: Cronaca, Politica

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Comments (11)

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  1. Dario Stefàno - La Puglia in più - tramite redazione ha detto:

    Se guardiamo indietro, quello odierno non è un caso isolato. Anzi, la frequenza con cui si verificano gli incidenti mortali è diventata preoccupante.
    Quando il governo ha deciso di commissariare lo stabilimento in Puglia, credo lo abbia fatto per dedicare attenzione particolare alla vicenda tarantina e per offrire puntuali garanzie, anche e soprattutto in termini di sicurezza.
    Il commissariamento non è solo un mero atto amministrativo ma deve portare con sè l’obbligo morale verso gli impegni assunti.

    Il governo deve sentire addosso la responsabilità dell’impegno preso nei confronti del territorio di Taranto e di uno dei più importanti poli siderurgici d’Europa.

    E, come abbiamo sempre ribadito, non sono più sufficienti set di decreti bandiera ma occorre la volontà vera di cambiare il destino di una città. Non ne possiamo più di piangere vite spezzate durante il lavoro e non ne possono più i lavoratori che hanno perso da troppo tempo la serenità.

    Per il resto questa vicenda fa piombare ancora il buio su Taranto e procura rabbia doppia se pensiamo che la vittima è un giovane di 25 anni. Alla sua famiglia va il mio più sentito cordoglio con l’impegno a vigilare affinchè si faccia presto chiarezza su questa ennesima tragedia.

  2. Parlamentari M5S - tramite redazione ha detto:

    In questo ennesimo giorno di dolore per la morte di un operaio Ilva di soli 25 anni, le parole non servono più. Esprimiamo la nostra più sincera solidarietà ai parenti e agli amici del giovane Giacomo.
    In un contesto talmente drammatico l’evento di “Riconvertire si può” si carica, purtroppo, di una importanza smisurata: occorre riconvertire l’area dell’Ilva e occorre farlo subito. Quella fabbrica della morte deve chiudere.

  3. Michele Emiliano, presidente Regione Puglia - tramite redazione ha detto:

    La nostra pazienza è finita. La fabbrica è troppo vecchia e insicura. Ci ha portato ancora una volta via un giovane di soli 24 anni. Il dolore della Puglia diventa rabbia incontenibile.
    La nostra voce non arriva alle orecchie di chi ha il dovere di ascoltarla.
    La vergogna ricada su chi ha impedito per legge alla Magistratura di pretendere la messa in sicurezza dello stabilimento con legge dello Stato.
    La stessa vergogna ricada su coloro che consentono per legge il funzionamento della fabbrica che uccide i tarantini con il suo inquinamento.
    La Regione Puglia con i suoi avvocati chiederà alla Magistratura di Taranto di rimettere alla Corte Costituzionale la questione di costituzionalità dei decreti SALVA-ILVA che appaiono oggi platealmente illegittimi.

  4. direttore ha detto:

    Ringrazio i ragazzi della redazione per la tempestiva ed esauriente documentazione sul grave episodio di questa mattina.
    Non replichiamo mai ai commenti dei nostri lettori, o alle dichiarazioni ricevute che riportiamo in questa sede: il tutto, per noi sempre sacro.
    Sento però il bisogno di fare nella fattispecie un’ eccezione.
    Pur credendo alla sincerità della rabbia e del dolore del presidente Michele Emiliano, sono rimasto esterrefatto dalle sue parole, che vanno bene per un critico, per un commentatore, per un oppositore, non per chi come lui riveste la massima carica politica ed istituzionale della Regione.
    Ah, si è dimenticato di dire che considera responsabile di quanto accaduto il governo: il governo retto dal partito cui egli stesso appartiene.
    Insomma, continua la pantomima del partito di lotta e di governo
    Nell’ occasione, vorrei inoltre ricordare al presidente che non c’è bisogno dei suoi avvocati, tanto quanto è stato già fatto da un anno in maniera autonoma dalla magistratura.

    http://www.leccecronaca.it/index.php/2015/07/14/la-legittimita-del-decreto-salva-ilva-numero-8-del-governo-renzi-finisce-alla-corte-costituzionale/

    Quanto al merito specifico, ricordo di aver passato un’ intera giornata un anno fa a studiare la questione, con le mie modeste capacità, e, ai lettori che fossero interessati ad approfondire, ripropongo qui di seguito la mia interpretazione

    http://www.leccecronaca.it/index.php/2015/07/04/54522/

  5. redazione ha detto:

    AGGIORNAMNTO DI DOMENICA 18 ORE 13

    E’ terminato alle 7 lo sciopero dei lavoratori dell’Ilva indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb dopo l’incidente.
    La magistratura ha aperto una inchiesta per accertare l’esatta dinamica dell’incidente e le responsabilità.
    per mercoledì prossimo è stato indetto uno sciopero generale nazionale dei metalmeccanici, che si fermeranno un’ora.

  6. Michele Emiliano, presidente Regione Puglia - tramite redazione ha detto:

    Da questo momento l’atteggiamento dell’amministrazione regionale nei confronti della situazione Ilva cambia completamente.
    Eserciteremo tutte le nostre prerogative al fine di tutelare i cittadini della regione Puglia.
    Attueremo una serie di iniziative, a partire dalla redazione di una richiesta, attraverso i nostri avvocati in sede di Corte di Assise di Taranto nella prossima udienza, una richiesta di sequestro dello stabilimento chiedendo che la Corte rivaluti la questione di costituzionalita’ dei decreti che impediscono la vigenza dei sequestri sullo stabilimento.
    Esistono delle norme che nonostante il sequestro consentono alla fabbrica di funzionare.
    Chiederemo la revoca della facolta’ assegnata ai commissari di far funzionare la fabbrica a meno che il processo di ambientalizzazione sia portato a termine e la messa in sicurezza della fabbrica sia assicurata.
    La pazienza della Regione Puglia, che pure avevamo assicurato in questi mesi, e’ finita.
    Noi sosterremo i ricorsi gia’ presentati dai cittadini tarantini tesi a conseguire un risarcimento nei confronti dello Stato che, con i suoi decreti, fa permanere le condizioni di criticita’ e di pericolosita’ e anche noi valuteremo l’ipotesi di ricorrere presso l’Alta Corte di Giustizia.
    Ho trasmesso al Presidente del Consiglio il rapporto della Regione Puglia sui dati epidemiologici accertati e trasmetteremo lo stesso rapporto anche alla Procura della Repubblica di Taranto e alla Corte di Assise e lo presenteremo pubblicamente il 3 di ottobre con eventuali ulteriori integrazioni.

  7. Luigi Vitali, Forza Italia - tramite redazione ha detto:

    Le dichiarazioni improvvide, se non irresponsabili, di Emiliano sull’Ilva meritano di essere stigmatizzate: se il presidente della Regione ritiene che chiudendo lo stabilimento si possa migliorare lo stato ambientale di Taranto, sta prendendo una grossa cantonata.
    Ed Emiliano non può far finta di non saperlo, abbandonandosi all’emotività di un momento drammatico come la morte del giovane dipendente Giacomo Ciampo.
    Una vita spezzata che va risarcita creando ambienti di lavoro finalmente sicuri.
    Chiudere l’Ilva significherebbe perdere ogni chance di riqualificazione ambientale del territorio e della fabbrica.
    Senza contare la cancellazione, con un colpo di spugna, di un indotto che ha consentito a migliaia di persone di costruire la propria vita e il futuro dei propri figli.
    Per questo invitiamo Emiliano a studiare interventi per il risanamento e per la messa in sicurezza della fabbrica, piuttosto che propinarci dichiarazioni demagogiche che non aiutano Taranto, non diminuiscono il tasso drammatico di tumori nella Provincia e non restituiranno la vita a chi l’ha persa lavorando.

  8. redazione ha detto:

    AGGIORNAMENTO DI LUNEDI’ 19 ORE 14.30

    Per la morte dell’ operaio, ci sono dodici persone indagate da parte della Procura della Repubblica di Taranto.

    Sono dirigenti dell’ Ilva, e della ditta in appalto per cui il giovane lavorava.
    Gli avvisi di garanzia, con le ipotesi di omicidio colposo e altri reati in materia di infortunistica, sono stati firmati dal sostituto procuratore Giovanna Cannarile e notificati in mattinata agli interessati.

  9. Cgil, Cisl, Uil - tramite redazione ha detto:

    In pochi giorni due morti sul lavoro, prima la tragedia di Piacenza in un’azienda di logistica, poi, a distanza di poche ore una dall’altra, la morte di un lavoratore all’Ilva di Taranto e quella di un lavoratore dell’Atac, azienda dei trasporti romana.

    Dall’inizio del 2016, in Italia sono circa 500 i morti sul lavoro. È un dato inaccettabile, che rappresenta una situazione drammatica.

    Queste morti non sono mai la conseguenza della fatalità, ma sempre della mancanza di rispetto delle imprese per le procedure e le regole di sicurezza e, in generale, dell’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione tali da assicurare effettive garanzie per i lavoratori.

    Questa realtà è la conseguenza di un clima e di comportamenti che valutano la vita e il lavoro e le condizioni in cui si svolge come variabili dipendenti dagli interessi dell’impresa e del profitto. I subappalti e la precarietà lavorativa peggiorano le condizioni di lavoro e aumentano le pressioni sui singoli lavoratori.

    Per i lavoratori metalmeccanici un contratto nazionale che affronti queste tematiche vuole dire porre argine a questa situazione, perché si rendono più forti i lavoratori nella difesa dei propri diritti e di una condivisa e diffusa cultura della sicurezza.

    In provincia di Lecce, Fim Cisl Fiom Cgil e Uilm Uil dichiarano, per il 21 settembre prossimo, un’ora di sciopero a fine turno di lavoro. A
    lle 11.30, inoltre, una delegazione di metalmeccanici, insieme ai Segretari generali delle tre organizzazioni sindacali incontrerà il Prefetto di Lecce e consegnerà un documento in cui si denuncia il gravo stato in cui versa il mondo del lavoro metalmeccanico, e non solo, in tema di salute e sicurezza.

    Nel territorio provinciale, pur di garantire un reddito alle proprie famiglie, i lavoratori si vedono costretti ad accettare condizioni di rischio e pericolo costante sui posti di lavoro, perché la crisi ha profondamente minato il sistema di tutele, di prevenzione e protezione. Una situazione che lede la dignità di tutti i cittadini e pone i lavoratori davanti a un drammatico ricatto occupazionale: o si accettano queste condizioni oppure non si lavora.

    Oltre alle cifre da bollettino di guerra, ci sono poi da considerare i casi ignoti ai dati ufficiali, di infortuni di ogni genere di cui le aziende cercano di celare l’evento, invitando i lavoratori a dichiarare che l’accaduto, nella sua fattispecie, è avvenuto al di fuori dell’orario di lavoro, oppure a casa.

    Film, Fiom, Uilm confermano il loro impegno perché sia garantita salute e sicurezza nei luoghi un lavoro e dichiarano contrarietà a qualsiasi intervento che peggiori le norme sulla sicurezza. Fim, Fiom e Uilm proclamano quindi, per mercoledì 21 settembre, un’ora di sciopero nazionale e invitano le proprie strutture e le Rsu a realizzare assemblee in tutti i luoghi di lavoro.

  10. Monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto - tramite redazione ha detto:

    Taranto non ne può più. Il lavoro è per la vita, non per la morte!.
    Tante le parole dette e ascoltate in questi giorni. Parole sì necessarie e doverose per non peccare di omissione o, peggio ancora, di indifferenza, ma purtroppo parole che arrivano a orecchie e cuori stanchi di ascoltare, perché esasperati dal riproporsi, ciclico, dall’assurdità, di questo prezzo da pagare in vite umane. Un tributo insostenibile e ingiusto.

    Non è un ineluttabile destino quello che ha falciato la vita del nostro fratello! Il Cristo in croce oggi può parlare al cuore dei parenti di Giacomo. Il Cristo che soffre con noi e per noi. Così come anche la vergine Maria, ai piedi della croce oggi può consolare questa famiglia. Non estranea, non spettatrice, ma partecipe, immersa nel vostro stesso dolore.

    Questa compassione/commozione di Cristo pervada anche noi, perché non lo accompagniamo solo con le lacrime, ma con il nostro impegno, la nostra solidarietà.
    .
    A chi ha in capo la responsabilità di garantire un futuro giusto ai figli di Taranto dico che il tempo degli intenti è ormai scaduto e che il Signore ci guarda e ci chiede gesti grandi.

  11. Rosa D' Amato, M5S - tramite redazione ha detto:

    La Regione può intervenire sull’Ilva.
    Emiliano adesso lo dice.
    Anzi, ne annuncia la possibilità e lo ripete anche a TARANTO!
    Ma non aveva detto che non poteva?

    UN MINUETTO SULLA PELLE DEI TARANTINI

    Grazie a Marco Galante, in Regione Puglia abbiamo interrogato Emiliano facendogli notare che:

    1.L’art. 50, comma 5, del Decreto Legislativo n.267 del 18 agosto 2000, prevede che “In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Negli altri casi l’adozione dei provvedimenti d’urgenza ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell’emergenza e dell’eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali”.

    2. L’art. 32, comma 3, della legge n. 833 del 23 dicembre 1978, in materia di funzioni di igiene e sanità pubblica, dispone che “Nelle medesime materie sono emesse dal presidente della giunta regionale o dal sindaco ordinanze di carattere contingibile ed urgente, con efficacia estesa rispettivamente alla regione o a parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale”.

    Sulla base di queste leggi, abbiamo scritto ad Emiliano nell’interrogazione:

    “Per chiedere se, in ragione dei poteri conferiti in materia di igiene e sanità pubblica, vuole far cessare l’emissione delle fonti inquinanti e quindi fermare lo stabilimento ILVA di Taranto;”.

    La sua risposta?

    “Purtroppo, o per fortuna – questo lo decideremo in seguito –, il potere di fermare lo stabilimento dell’ILVA non ce l’ho. Anche laddove dovessimo rilevare, come penso possiamo fare grazie agli atti giudiziari a disposizione, che lo stabilimento ILVA è uno stabilimento che attualmente produce un inquinamento incompatibile con la salute umana – questo è un dato di fatto –, esistono delle leggi italiane, i cosiddetti decreti “Salva Ilva”, che nella sostanza pongono un termine ai commissari per un adeguamento della fabbrica stessa a un’AIA a sua volta normata”.”

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