POST INOPPORTUNI / SU UN EPISODIO DI CRONACA SURREALE, INTERVIENE IL DIRETTORE DELLA POLIZIA POSTALE. SCOPRIAMO CHE COSA E’ SUCCESSO E IMPARIAMO A ESSERE CAUTI NELL’ USO DEI SOCIAL NETWORK
di Stefania Isola * (avvocato – per leccecronaca.it)______
Se fosse chiesto ad un dipendente di una azienda, o di una qualsiasi altra amministrazione, di utilizzare i social network con il rispetto che da ogni utente è dovuto e di farlo senza dimenticare il ruolo che si ricopre, si potrebbe pensare alla solita ovvia e banale raccomandazione comprensibile a tutti.
A volte, però, la realtà sfiora quasi il paradosso e diventa, a dir poco, surreale.
In una forma molto simile, l’ammonimento poco sopra citato compare in una circolare del 25 agosto a firma del direttore della Polizia Postale Roberto Di Legami e rivolta a dirigenti, funzionari e agenti del proprio comparto.
La vicenda ha inizio con un post, pubblicato a fine luglio, di un dirigente della polizia di Bologna, Geo Ceccaroli, che recita: “Ho catturato un Pokemon! Se non lo lascio in fretta rischio di essere condannato per il reato di tortura?”
In un momento in cui si discuteva del reato di tortura, una legge attesa da anni, ancor più importante anche per i riferimenti al limite da avere contro presunti terroristi, l’uscita, per quanto “in perfetta buona fede” e con “espressioni che, mistificate e strumentalizzate da una blogger e dai suoi numerosi followers, hanno finito per suscitare enorme imbarazzo istituzionale“, è sembrata alquanto inopportuna.
Soprattutto se si considera che ad essere colpita è stata la sensibilità di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, il giovane romano deceduto violentemente dopo l’arresto del 2009 che risponde:”Caro Sig. Geo Ceccaroli, che ironia vuol essere questa? La legge sulla tortura è una cosa molto seria, soprattutto in questo momento e soprattutto in Italia. Lei, che mi risulta essere primo dirigente della polizia di Stato – compartimento polizia postale Emilia Romagna, ci fa capire tante cose. La sua ironia ci fa capire la sua paura, figlia della disinformazione e della profonda arretratezza culturale che vede la legge sulla tortura come un pericolo per le forze dell’ordine“.
Con tali premesse, il direttore della Polizia Di Legami raccomanda, ai propri sottoposti, di pensare all’essere poliziotto come una “specialità, che ricopre un ruolo importantissimo all’interno della sicurezza di questo Paese e da tempo rappresenta un sicuro punto di riferimento per gli utenti della rete” soprattutto quando si vigila “perseguendo in maniera esemplare le condotte improprie“.
Il dirigente sotto i riflettori risponde a tutto questo che il suo era solo un tweet sui pericoli “derivanti dall’utilizzo dell’applicazione che nei giorni passati ha visto tanti ragazzi vittime di incidenti mentre giocavano”.
Il due settembre scorso, dopo aver ricevuto la circolare, Ceccaroli, in veste di dirigente della Polizia Postale, ha inoltrato il documento, raccomandando ai funzionari di verificarne “l’esatta osservanza”.
Parafrasando una frase di Umberto Eco, si potrebbe dire che i social network non sono strumenti intelligenti che aiutano le persone stupide, ma sono strumenti stupidi che funzionano solo nelle mani delle persone intelligenti.
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura