“Scuoterò il cuore delle istituzioni cittadine”…L’ ARCIVESCOVO DI LECCE RICEVE I SENZATETTO, E PROMETTE LORO PER DOMANI UNA STRIGLIATA AI POLITICI
di Francesca Pagliara______
Solo cinque giorni fa, la triste storia della morte di un senzatetto leccese, Giuseppe Fiorentino.
L’uomo più volte aveva denunciato la situazione di degrado in cui versava, insieme a tanti clochard come lui. Aveva chiesto invano un’abitazione, anche durante la processione di Sant’Oronzo dell’anno scorso, durante la quale aveva cercato di attirare le attenzioni dell’arcivescovo di Lecce. A nulla era valso il suo impegno.
Qualche giorno fa il tragico epilogo.
Oggi finalmente una bella notizia, che nella tragicità della storia fa comunque ben sperare.
Monsignor Domenico D’Ambrosio, arcivescovo della città, ha finalmente deciso di incontrare una delegazione dei numerosi senza tetto del capoluogo salentino.
Una quindicina di uomini e donne senza fissa dimora infatti hanno manifestato pacificamente, esponendo al di fuori dell’ Episcopio diversi manifesti. Richieste d’aiuto che non possono passare inosservate.
Non dopo ciò che è accaduto.
Monsignor d’Ambrosio, da parte sua, ha promesso la sua disponibilità “nello scuotere il cuore delle istituzioni cittadine che domani in occasione del tradizionale messaggio alla città durante i festeggiamenti in onore dei Santi Patroni, Oronzo, Giusto e Fortunato, saranno chiamate ad un maggiore impegno”.
Domani Lecce sarà una città in festa, piena di luci e bancarelle. Ci saranno famiglie e bambini, ragazzi e ragazze pronti a divertirsi e a festeggiare il loro santo patrono.
Ma questo clima gioviale non deve far dimenticare chi ha bisogno.
Domani, come un anno fa, l’Arcivescovo sfilerà per le vie della cittadina barocca e questa volta non rimarrà sordo alle richieste d’aiuto da parte di quelli che vengono definiti ormai “i nuovi poveri”.
Questa volta saprà cosa fare. Per Giuseppe Fiorentino che non c’è più, e per tutti coloro che non sanno più cosa significhi avere un tetto sulla testa.
Questa volta l’epilogo sarà diverso, almeno così si spera.
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