PROPOSTA DI LEGGE ANTIXYLELLA: EMILIANO SCOPRE LE CARTE. IL TEMPO DEI BLUFF E’ FINITO
di Eleonora Ciminiello________“Credo anche che possiamo considerare chiusa la fase della cosiddetta emergenza. La malattia è ormai insediata, e non può più essere totalmente debellata. Dobbiamo dunque riscrivere da zero le direttive da impartire agli agricoltori e a tutti gli altri soggetti interessati, che potranno consistere in tutti quegli atti e quelle azioni che non comportino l’eradicazione delle piante”.
“Da domani si ricomincia una nuova storia nella quale la ricerca di una cura che guarisca la malattia e ne rallenti l’espansione diventa centrale”.
Parlava così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano subito dopo il sequestro preventivo degli ulivi sottoposti a Decreto di eradicazione imposto dalla Procura di Lecce il 18 dicembre 2015.
Parole d’effetto, parole che di certo avevano acquietato molti pugliesi, o perlomeno tutti quelli che temevano che degli ulivi di Puglia non restasse che un lontano ricordo, o un’immagine da raccontare alle generazioni future, in una terra ridisegnata per dare più spazio ai rifiuti, più spazio ai resort, più spazio alla produzione superintensiva di massa.
Nelle parole del presidente, già all’epoca, alcuni supponevano una scarsa padronanza del problema, ed in effetti, ad ogni domanda scomoda, spuntava puntualmente la frase “Io non sono un tecnico”, ma i fatti come al solito ci dicono il contrario, e suggeriscono che le parole di vicinanza al popolo salentino e addirittura le richieste “d’aiuto” a contrastare l’Affare Xylella, fossero solo una maniera per tenere a bada gli animi ed evitare che, nel tragitto che avrebbe condotto al compimento del piano, si incontrassero ostacoli d’opinione, prese di posizione troppo forti da parte dei cittadini, o si ergessero muri di pensiero divergente.
Dal momento del sequestro ad oggi la linea seguita dal governatore di Puglia è stata lampante e può essere riassunta nell’espressione tipicamente italiana “Un colpo al cerchio ed uno alla botte” almeno sino a quando non è arrivata l’ora di agire.
Vogliamo quindi offrire ai lettori il pensiero espresso dal governatore Emiliano, dimenticando le sue parole e osservando solo i fatti, ovvero le leggi, le richieste, le disposizioni prodotte da lui e dalla sua giunta sull’Affare Xylella.
Cominciamo dal principio, dal momento del suo insediamento.
È l’8 aprile 2015 quando a seguito dell’avallo della Commissione Europea sull’Embargo francese della presunta Emergenza Xylella, Michele Emiliano chiede “che il governo acceleri le procedure necessarie per includere all’interno del dlgs 102/2004 in tema di ‘Esoneri per calamità alle aziende agricole’ le fitopatie”.
Il governatore sembra ricalcare la voce di Coldiretti che lo stesso giorno, in un comunicato, chiede la medesima cosa.
Cosa implica l’identificazione del batterio come calamità naturale? Innanzitutto l’accesso ai Fondi di Solidarietà Nazionale, gli stessi, per capirci, cui si accede in caso di alluvioni o grandinate che minano le aziende agricole. A differenza di quanto si è detto nei proclami, i fondi non sono per tutti ma SOLO per i coltivatori muniti di Partita IVA, pertanto i proprietari di terreni che posseggono oliveti e che producono olio per sé, non hanno alcun diritto al risarcimento, così come agli altri benefici previsti dalla legge, come l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali dei dipendenti o la rinegoziazione/posticipo di mutui e prestiti richiesti alle banche.
La legge sulle calamità naturali n. 102/2004, come richiesto da Emiliano e da Coldiretti, viene modificata il 29 aprile 2015 dal Ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina e presentata come una benedizione ai contadini e ai piccoli proprietari terrieri salentini. Il fatto che ci appare più grave, non è solo la falsa promessa di risarcimento, fatta passare al popolo come verità, ma soprattutto che questa deroga, aprendosi alle fitopatie, crea di fatto un precedente molto pericoloso.
Da oggi in avanti, le fitopatie che colpiscono una regione possono essere trasformate in calamità naturali divenendo potenziale strumento nelle mani di tutti coloro che non solo vogliono ridisegnare il paesaggio, ma sperano di specularci LEGALMENTE.
Arriviamo dunque al piano degli interventi, promosso da Emiliano e presentato come un enorme successo. Ricordiamo che l’unica cosa che Emiliano aveva sostenuto a dicembre 2015 era la volontà di “Non eradicazione, di Cura e di Ricerca”, saranno questi i precetti del Piano?
Ovviamente no. La realtà è scritta a chiare lettere in pochi passaggi del nuovo Piano degli Interventi emanato l’8 aprile 2016, in cui si sostiene che in virtù dei blocchi imposti nelle aree sottoposte a sequestro cautelativo della Procura di Lecce ed in vigenza del provvedimento giudiziario del TAR Lazio non è possibile eseguire l’estirpazione delle piante infette. I nuovi focolai individuati nelle provincie di Brindisi e Taranto devono essere sradicati, mentre tutti gli ulivi in provincia di Lecce che mostrano segni di disseccamento devono essere sbrancati, ovvero portati a tronco. Si raccomanda su tutto il territorio l’uso di insetticidi per eliminare il batterio.
Eradicazioni e pesticidi, cambia la forma, ma resta la sostanza rispetto ai Piani Silletti, ma c’è anche di più: tre giorni fa, il 4 agosto 2016, la Giunta regionale produce una Proposta di Legge, che “inquadra in un’unica cornice le iniziative necessarie per gestire l’infestazione da Xylella e per la salvaguardia degli ulivi pugliesi. Con la legge si riconosce l’importanza di prevenire e contenere la diffusione dell’organismo nocivo: per questo si individuano come attività fondamentali il monitoraggio del territorio, le pratiche agricole per il controllo del vettore e il rafforzamento della pianta, le misure di estirpazione delle piante infette in nuovi focolai“.
Nel comunicato stampa che annuncia la Proposta di Legge si sottolinea ancora la necessità di sradicare le piante e di implementare il patrimonio arboreo con “l’impianto di varietà di ulivo tolleranti e di specie alternative quali la vite”: l’ipotesi del decantato leccino, l’ipotesi di specie arboree progettate ad hoc, l’ipotesi di favorire i grandi proprietari terrieri ritorna prepotentemente, sorretta da una legge studiata e messa a punto solo per Coldiretti, Cia, Apol & Co, appoggiata non dimentichiamolo, da Paolo de Castro e Raffaele Fitto, così come da numerosi onorevoli ed assessori italiani e pugliesi.
E gli ulivi monumentali? Con ogni probabilità, rinchiusi in parchi della memoria, esattamente come sosteneva il ricercatore del CNR Donato Boscia, indagato dalla procura di Lecce, ed esattamente come auspicava il professor Angelo Godini nei suoi scritti.
Il comunicato stampa della Regione Puglia si conclude con una chicca: sarà creata ARXIA, definita come l’Agenzia Regionale Antixilella e per le innovazioni in agricoltura.
Xylella ed innovazione, Xylella e fitofarmaci, Xylella e ridisegnare il paesaggio agricolo, che è poi quello ambientale, culturale e storico del Salento: parole non certo nuove, che riportano alla mente la conferenza stampa organizzata da Cia Apol e Italia Nostra nei giorni scorsi presso l’Hotel Hilton di Lecce, durante la quale i relatori prospettavano lo scenario che questa proposta di legge sembra voler materializzare.
Telepatia? No, non crediamo a queste cose, pensiamo piuttosto che si tratti di un lavoro sinergico, un lavoro d’insieme, un lavoro che ha proceduto sin dall’inizio su un’unica strada, per palesarsi poi in strumenti decisionali, quali le Leggi.
Dall’accesso ai fondi al reimpianto di specie tolleranti, il quadro che si prospetta con questa nuova Proposta di Legge sembra il dipinto di un pittore maledetto e visionario che vuole impressionare il pubblico con l’incubo della morte dell’identità, schiacciata da ombre nere che hanno come unico fine il denaro e come strumenti per raggiungerli, tutti quelli che si rendono disponibili alle loro galanterie.
E quando pensiamo alla terra, considerata oro, nel libro “Corsa alla terra” di Paolo de Castro, quando pensiamo a tutte le possibili speculazioni di cui la terra può essere vittima, dall’accaparramento ai reimpianti sino all’agricoltura superintensiva, non possiamo non pensare ad altri possibili affari ai danni dei salentini e quindi a quel tratto di costa nei pressi del Parco di Porto Selvaggio che è costato la vita a Renata Fonte, rea di aver difeso il paesaggio dalle speculazioni edilizie e divenuta emblema femminile delle lotte all’illegalità.
Proprio lì, proprio nelle immediate adiacenze del Parco di Porto Selvaggio nella zona definita la Sarparea la Regione Puglia e il Presidente Emiliano hanno approvato, pochi giorni prima della proposta di Legge sulla Xylella, un progetto, che era stato bocciato addirittura dalla Giunta Vendola, per la costruzione di un megaresort all’interno di un parco di ulivi secolari.
La proposta di Legge sarà presentata a Roma al Ministro Martina, ma sarà solo una formalità: il Ministro, a differenza di Emiliano, non ha mai nascosto i suoi obiettivi, ed i 21 milioni stanziati per sperimentare gli OGM in Italia ne sono la prova. Cercando di immaginare l’incontro non dubitiamo che il Ministro abbraccerà Emiliano, come un fratello ritrovato.
Il gioco è ormai cristallino: le lobby, a tutti i livelli, ringraziano Emiliano, ma il Salento no; d’altronde chi sposa gli interessi di pochi non incontrerà mai quelli di chi ha come unico obiettivo la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica.
Category: Costume e società, Cronaca, Politica
Il Disegno di Legge non è perfetto, ma tutto quello che c’è di buono è frutto che scaturisce da quattro riunioni della Task Force (TF). Lo dico con cognizione di causa, in quanto come componente della TF, ricordo bene quello che abbiamo suggerito ad Emiliano.