LA SANITA’ ITALIANA, TRA INFERNO E PARADISO
di Elena Vada______
Sono passati sedici anni, da quando nel Health World Report, l’OMS collocava l’Italia al secondo posto assoluto, dopo la Francia, per il SSN ITALIANO.
Ora, l’EUROPA, (tramite: EHCPI: Europ Harmonized Consumer Prize Index) ci mette al ventunesimo posto, come spesa per l’Assistenza Sanitaria.
Anzi, a secondo l’Ente che ci esamina, siamo più o meno efficienti.
OMS: Organizzazione Mondiale della Sanità – il rapporto sullo studio mondiale della salute 2016, parla d’Italia tra i primi sei paesi al mondo per longevità.
NUMBEO: voce del popolo della rete, siamo al 34° posto
BLOOMBERG: (Azienda newyorkese che fornisce analisi dei dati finanziari, notizie per le società e organizzazioni di tutto il mondo)
è il terzo paese al mondo, in termini di efficienza, alle spalle di Singapore e Hong Kong e davanti al Giappone. Migliora il sesto posto dell’anno scorso.
OCSE: (Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo Economico)
Italia è al quarto posto per aspettativa di vita alla nascita con 82,8 anni.
Prima di noi la Svizzera con 82,9, la Spagna con 83,2 e il Giappone con 83,4 anni.
La stessa, ci vede al diciottesimo posto per livelli di spesa e sostiene che l’Italia rimane arretrata sull’assistenza agli anziani e la prevenzione. E’ in ritardo anche l’incremento dell’introduzione dei Farmaci Generici.
Arne Bjornberg (presidente dell’ HCPI e direttore della ricerca) afferma :
In Italia, l’eccessivo consumo di antibiotici va a braccetto con l’elevato livello di gravi infezioni ospedaliere: si tratta di una correlazione pericolosa, che andrebbe affrontata”. La parità del sistema sanitario sembra anch’essa essere a rischio, in una situazione fortemente accelerata dall’abissale mancanza di preparazione per l’assistenza a lungo termine della popolazione in invecchiamento.
Appena dimessa da un grande presidio ospedaliero del nord, (non dovrei dirlo, ma lo dico…. le “Molinette di Torino”), scrivo, con felice soddisfazione, e compiacimento del SSN ITALIANO, da cui sono stata assistita.
Chirurgi e medici, estremamente capaci e professionali, insieme la propria equipe hanno, magistralmente, eseguito un serio intervento sulla sottoscritta, tant’è che sono qui a narrarvelo, a poche ore di distanza. Robotica, robotica…… è vero, ormai ci si avvale sempre più di strumenti tecnologici telecomandati (avevo una telecamera nell’addome) creati dall’ingegno umano.
che li adopera, portando a compimento, con abilità, competenza e a buon fine gli interventi.
Ma i complimenti si allargano a tutto il reparto e staff medico.
Qui, la parola “paziente”, assume un significato molto più blando e marginale, in quanto, sono stata trattata con amorevole serietà, con diligente e scrupolosa attenzione, con cordiale e armoniosa precisione, con meticolosità e disciplina.
Sono cambiate molte cose dai tempi del mio ultimo ricovero.
La valigiona, con corredo intimo (il famoso “cambio”) è completamente inutile, c’è un camice in cotone a pupazzetti, stile americano, (avete presente le dozzine di telefilm, che passa la TV sugli ospedali e simili?), uno strano peplo, che è aperto “dappertutto” e chiuso “dovunque”, non è facile capire da dove s’inizia ad indossarlo e come si finisce per chiuderlo.
Ci si può infilare o togliere: flebo, drenaggi, medicazioni, termometri…. Tutto e di più.
Il necessario per l’igiene, intima è sorpassato: ti lavano, in un secondo o poco più, con spugnette autosaponate, poi hanno asciugamani in fibra che assorbono velocemente tutto il bagnato e umidità.
… e il bidet? E si, anche quello segue, stesso stile e trattamento. Tanto di guadagnato per efficienza e tempo, oltre che estrema igiene, perché tutto viene eliminato dopo l’uso.
Credo che le stesse caratteristiche, sopra elencate, siano prerogativa di tutta la SANITA’ italiana, da NORD a SUD, dove lo straniero, l’emarginato, il disoccupato, il rom, i nuovi sbarcati, sono assistiti con la stessa indiscutibile professionalità, dal nostro personale sanitario.
Ma (peccato ci sia questo “ma”), l’organizzazione amministrativa è, invece, disastrosa.
Code e file per le prenotazione.
Mesi d’attesa per esami di routine ed interventi chirurgici.
Una burocrazia, che rallenta l’iter più semplice.
..quello che maggiormente preoccupa è la mancanza di fondi.
La situazione economica, in cui versano molte ASL è disastrosa.
I soldi, mancano i soldi! Causa delle scelte politiche?
Modalità di programmazione e organizzazione errati?
Finanziamenti inadeguati?
Voglia di privatizzazione?
La sanità italiana può essere un Paradiso, ma pure un incubo.
Category: Costume e società, Cronaca, Politica, reportage
BEL COMMENTO AD REALTA’ CGE E’ PURE PEGGIORE A QUANTO DESCRITTO