ECCO CHE COSA PREVEDE IL COSI’ DETTO ‘ REDDITO DI DIGNITA’ ‘APPROVATO DALLA REGIONE PUGLIA
di Stefania Isola * (avvocato – per leccecronaca.it)______
La Regione Puglia ha approvato da poco il ‘reddito di dignità’ ed è già un boom di domande.
Si tratta di una misura che vuole contrastare la povertà e l’esclusione sociale, e si contraddistingue per l’universalità e per voler innescare un percorso di crescita economica e sociale dei beneficiari.
“Il Reddito di Dignità – ha spiegato il presidente Emiliano – è un programma di inserimento sociale e lavorativo in cui il trasferimento monetario è accompagnato da un patto di inserimento che gli individui che appartengono al nucleo familiare beneficiario stipulano con i servizi sociali locali, il cui rispetto è condizione per la fruizione del beneficio. Il patto è differenziato a seconda delle caratteristiche individuali e finalizzato alla presa in carico complessiva del nucleo familiare.”
Nelle previsioni si suppone di poter aiutare 60mila dei 320mila bisognosi che vivono in Puglia, dove il tasso di povertà assoluta è dell’8 per cento.
Sono candidati a ricevere il reddito tutti coloro che risiedono “da almeno dodici mesi” in Puglia, compresi gli stranieri.
“Nell’arco dei cinque anni si stima di poter raggiungere la totalità della popolazione indigente” affermano in Regione. I richiedenti dovranno avere un reddito (Isee) familiare che non superi i 3mila euro e, per ciascun nucleo familiare, è possibile una sola domanda di accesso al beneficio economico.
Emiliano ha definito Red “una speranza, un segno di lotta contro la povertà, perchè va nel segno di ciò che Papa Francesco ha chiesto alla politica, di occuparsi della dignità delle persone.”
L’ammontare mensile del Red non potrà essere superiore a 600 euro per una famiglia di cinque persone; i single potranno percepire 210 euro.
“Le prestazioni economiche non sono cumulabili con altri trattamenti di sostegno al reddito, compresi gli ammortizzatori sociali e i trattamenti previdenziali “.
Perché, infine, si possa ricevere il Red, dovrà essere sottoscritto un “patto per l’inserimento lavorativo “. L’aiuto economico potrà essere sospeso nel caso in cui, per esempio, il destinatario non farà frequentare la scuola ai figli e sarà inoltre negato anche per un’assenza ingiustificata “dal luogo del tirocinio superiore a tre giorni”.
Al beneficiario del Reddito, saranno assegnati dei tirocini all’interno di quelli disponibili da una selezione effettuata da una “equipe multiprofessionale” d’intesa con il servizio sociale del Comune e il centro per l’impiego.
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