Vada pure… / LA FAMIGLIA SCOGNAMIGLIO PARTE PER LE FERIE E RITORNA AL PAESE

| 24 Luglio 2016 | 3 Comments

di Elena Vada______

Don Antonio Scognamiglio vive a Torino da tanto tempo. E’ arrivato a sedici anni.

Se entri in confidenza, ti racconta la storia di tutta la sua vita, a cominciare dagli albori.

E’ giunto dal Sud, senza neanche la valigia di cartone, ma con tanta buona volontà. Niente FIAT, dopo tre mesi, ha rinunciato perché si sentiva in gabbia. E’ andato a lavorare come muratore presso una piccola impresa edile. Del resto quello era il suo lavoro, anche al paese, ed ha continuato , mettendosi in proprio, con successo. Il luogo d’origine della famiglia Scognamiglio, è in provincia di Napoli, ma non lo nominiamo per discrezione.

Con fatica, Antonio ha preso il diploma da geometra con la scuola serale. Sposato, quattro figli, e tre nipoti, ancora non si rassegna a starsene a casa in pensione, nonostante l’età avanzata e il figlio maggiore che manda avanti l’azienda benissimo. “L’occhio del padrone…” dice.

Nè, Marì, allora a piccerella veen’ e o guaglion che fa?…. Parlace tu c’ammè non me stann a sentì” (la piccolina viene e il ragazzo cosa fa? Parlaci tu che a me non stanno a sentire)

Marì, stava preparando qualcosa da portare in viaggio… friggeva, friggeva, friggeva.

-:”Ma si, che vengono, nun te preoccupà mo””…Gli Scognamiglio parlano un dialetto ormai contaminato dal Piemontese e dall’ Italiano. Insomma quasi una nuova lingua.

L’ultima, “a piccerella”, ha diciotto anni, e il fratello venti.

Mentre i primi due figli sono già sposati da tempo, sistemati e felici.

-:”Pronto, Buon giorno, c’è sta Ninuzza mia?”

“Mammà, te lo già detto tante volte, quando mi chiami qui in ufficio devi dire :”C’è l’architetto?” – “Figlia mia, me scuord (dimentico).. vabbuò, i bambini sono pronti? Hai messo o vestito buono int a baligg?(dentro la valigia), che giù, si sposa zia Assuntina. Eh si, c’agg (che ho comprato) accattato o regalo, si, si, si, poi mi dai i soldi, ch’erè? (Cos’è?) Un piatto d’argento con le posate da dolce…. E na’ cosa finissima, tutta cellesata… e l’ho presa dal gioielliere che mi hai detto tu” – “Ah, si dice cesellata, è a stessa cosa.. come? non devo parlare dialetto coi bambini… ma quando mai??? O padre s’arragg,?!?!?? (s’arrabbia)

Senti, Ninù, tuo marito sarà pure ingegnere, ma è antipatico assai, co’ sta erre moscia che tiene, chest’ nun ce piace e l’ate è troppo unto (questo non gli piace, l’altro è troppo unto)…E ti fa pure vestire che mi sembri na’ monaca. Si giovane figlia mia! Mettiti un po’ più allegra, più colorata, qualche fiore, qualche camicetta variopinta.

Allora, lascio le chiavi di casa alla portinaia, ogni tanto, famm o’ piacer, passa a bagnare le piante sul balcone, svuota la buca delle lettere.

Tua sorella Santa, viene pure lei giù …E certo con a macchina soia (sua), e, non lo so quando, nu me la ritt, (detto) quando prende le ferie il marito. Ci vediamo stasera allora, con i bambini. Ciao”.

La Signora Scognamiglio, deve rispettare alcuni, indispensabili, inderogabili, appuntamenti, prima di partire: parrucchiere, pedicure, manicure, ritirare il vestito, le scarpe e il cappello per il matrimonio della nipote. Al suo paese, lo stesso del marito, le persone chic si mettono il cappello…Guai a non avere il cappello in Chiesa, agli sposalizi ….E poi loro sono diventati importanti, soprattutto dopo aver restaurato le rispettive case. Li aspettano come arrivassero gli Americani nel dopo guerra, con la cioccolata.

E loro si atteggiano a tali. E per tutti c’è un pensiero, soprattutto per i bambini del paese.

Antonio e Marì sono rimasti agli anni Sessanta/Settanta, quando faceva effetto, “scendere” con il macchinone nuovo, magari straniero. Era un attestato di riuscita nella vita e nel lavoro al Nord.

:-” Pina, hai preparato la valigia? E tu Enzo?” …

-:”Mami, ti ho detto mille volte di non chiamarmi Pina..ma come si fa nel ventesimo secolo a chiamare una figlia Giuseppina, sai come mi vergogno quando mi presento? Almeno chiamami Giusy…Quasi, quasi mene sto’ a casa, del resto ho diciotto anni, sono maggiorenne”…

-:”Nu’ fa’ a scema ca a patete (a tuo padre) prende un altro infarto, e su bell e mammà , fatt a valigia, che poi quando sei giù, ti diverti”

-:”Ma giurami che non mi fai fare la babysitter a quei due diavoli dei nipoti”

– “Te lo giuro” – “Enzo sei pronto? Che se papà è stanco gli dai il cambio al volante…E non portare solo jeans lunghi…, metti in valigia anche qualche calzunciell…. E non portare pure o compiùterrr…Devi stare al sole, farti il bagno in mare, magari, ti trovi pure una bella figliola…. La figlia del sindaco ha la tua età e…

-:”Mamma,… ma sei proprio ottocentesca, cosa mi vuoi trovare la “mugliera”?.. ma dai… fatti i fatti i tuoi, poi lo sai che sto con Lisa”

-:” Porta rispetto a mammà! E poi buona quella! Tatuaggi, o culo a fora, chiodi da per tutto e la famiglia la fa pure dormire fuori casa, a soli sedici anni! Io a pigliass a schiaffun, troppa libertà…finisce male te lo dico io!”

Enzo:”PARLA, PARLA, PARLA!”

Arriva Don Antonio, tutto sudato per aver caricato l’auto con le valige e pure le taniche per portarsi, al ritorno, il SUO olio e il SUO vino, la mozzarella VERA e poi tutto il resto che non sto ad elencarvi.

“Eccoli, guardali… invece di aiutarmi, sono tutte e due attaccati al cellulare, ricordatevi che sono aziendali, uno di questi giorni chiamo la Sip e ve li faccio staccare, così la ricarica ve la pagate voi!

Maronna ro’ Carmine, co stu’ calore, immagina che giù non abbiamo il condizionatore. 

Marì, hai pigliato le pastiglie per la pressione, quelle per il colesterolo, quelle, ..e..e..e”

 

Gesù, Antò, sto portann tutta a Farmacia, si cuntent?… ma si, agg pigliat tutt e cose “ (ho preso tutto) sì, sì, pure il misuratore.

-:”Mamma, mamma, …. – be’ che succede? – ti vogliamo vedere col cappello, si, si dai…. Facci vedere”

-”Ma mi rovino a messa-in -piega..-

– “dai,dai” ….. Mamma…

Messo in testa il cappello, i due figli scoppiano in una risata senza fine, contorcendosi sul divano di casa, e più cercano di smettere e più ridono a crepapelle.

Marì prende la scopa di saggina e comincia a dargliela sulla testa…Si tappano la bocca , ma il riso è ancora sulle labbra e continua con i singhiozzi.

Driiindriin -:”Ecco i bambini, scendiamo a riceverli, così Enzo aiuta papà a caricare la loro roba. Perché mi sa che l’ingegnere fa pochi sforzi”.

I due bambini hanno otto e dieci anni, sembrano Sir Thomas e Lady Ann, insomma sono vestiti come dovessero andare a prendere il te dalla Regina Elisabetta.

Baci, abbracci, la loro valigia, qualche gioco (ormai sono grandi) e tanti libri.

:-”Signora Maria – dice l’ingegnere – non devono tenere la mente inoperosa, altrimenti fanno maggiore fatica a riprendere gli studi”

– “cCmme vulite vui… cioè, come volete voi Ingegnere” risponde Marì, che manco ha capito tanto bene, cosa ha detto.

-:”UO’, BAU,GRR…..” Guarda mamma c’è anche Spruzzo (il cane di famiglia)”dice Giusy,

Vabbè, ma se ne va subito a casa SUA , vero Ninù??!”

-”Mamma, portatillo.. chille è piccerille, non dà fastidio, non abbaia mai, mangia poco”…io non posso portarlo in ufficio…

-:”MA ADDA’ PISCIA’, ADDA’PISCIA’!!!!”interviene bruscamente Don Antonio, – e poi in macchina fieta (puzza) e mi rovina i sedili di pelle, Ingegnè lei è istruito, bello e caro, ma non mi può rifilare ‘sta sola…E senza avvisare prima. I suoi figli, cioè i miei nipoti, li porto volentieri ma il cane, NO! non ci sta proprio, non lo voglio…Io mi devo stare tranquillo”…

Insomma, un po’ di parapiglia. Poi si siedono a prendere un buon caffè, con l’accordo che, quando scendono loro, (non più di quindici giorni dopo) a Napoli, si portano via tutti e tre: figli e cane. Anche perché Tommaso promette di pensarci lui alla bestia (come lo chiama Don Antonio).

Raccomandazioni, baci, abbracci, lacrimucce.

“Allora abbiamo chiuso tutto?: acqua gas, luce. Sprangato le finestre, messe le sicure? Marì che stai facendo ancora… su, che si fa tardi…”.

Niente Antò, ho cambiato i bambini: ecco qui, calzoncini e maglietta! Il resto è nella valigia.

Prendo la borsa frigo e la borsa con lo spuntino. La ciotola del cane e siamo a posto, ormai sono le otto passate, il sole è calato e non fa più caldo. O ventaglio o teng, i fazzolettini profumati pure.

I “vostri carica batteria”…

“Se non ci fossi tu, mammina!” Iamm bell…..

Enzo-: “Papà ti imposto il navigatore?” – :”NO, Enzù o teng int a capa, song trintann che facimm

chesta strada” (no, ce l’ho in testa, sono trent’anni che facciamo questa strada).

Don Antonio-:”Buona sera signora Lina, noi partiamo, mia moglie le ha dato le chiavi e il numero di telefono. Bene, allora a presto. Alzate i finestrini… si parte”.

Don Antonio accende la radio, già preparata e accompagna la musica cantando, con voce tenorile, -”Partono i bastimenti pe’ terr assai… luntan…ecc.ecc…QUANTA MALINCUNIA, LUNTAN A NAPULE NON SE PO’ STA!!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Cultura

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Comments (3)

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  1. Francesco Rodolfo Russo ha detto:

    Brava Elena. Continua così.
    Ciao
    Francesco

  2. Giuseppina Cerbone ha detto:

    fantastico! non c’è domenica senza Elena

  3. Lorenza Gioviale - tramite Facebook ha detto:

    Don Antonio accende la radio, già preparata e accompagna la musica cantando, con voce tenorile, -”Partono i bastimenti pe’ terr assai… luntan…ecc.ecc…QUANTA MALINCUNIA, LUNTAN A NAPULE NON SE PO’ STA!!!!!

    Brava , brava….
    Anche questa domenica mi sono divertita

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