FIRMAMENTO ERASMUS / ERASMUSLAND LECCE PROMOSSA A PIENI VOTI! INCHIESTA SULL’ESPERIENZA PIU’ EMOZIONANTE DELL’EURO-UNIVERSITARIO…
di Annibale Gagliani______
Un abbraccio mutliculturale che canta a squarcia gola l’Inno alla Gioia, diventato pienamente maturo nelle ultime decadi e perciò sempre più indispensabile per i jeunes rêveurs. Un intensive project ispirato con arguzia all’opera del giramondo olandese Erasmo da Rotterdam, conosciuto altresì come “Desiderius Erasmus”, uno dei teologi-filosofi umanisti più leggendari del quindicesimo secolo. Il suo scritto più interessante è indubitabilmente l’Elogio della follia, che lo consacrò come il maggiore esponente dell’Umanesimo cristiano, rivoluzionario modo di concepire l’uomo in rapporto all’arte e alla cultura sociale dell’epoca (illuminando le tenebre del Medioevo).
Noi abbiamo toccato con mano la ricchezza che regala questa esperienza totale, che non punta solo alla formazione accademica dello studente, bensì a quella umana della persona che decide di immergersi nel voyage gialloblu.
Nel nostro Ateneo leccese siamo fortunati, poiché esiste una realtà che accoglie amorevolmente gli studenti stranieri arrivati con tutti i dubbi del caso in un Salento non sempre amichevole: parlo di Erasmusland Lecce.
La squadra di studenti-volontari che toujours si fa in quattro per regalare soggiorni indimenticabili ai compagni europei merita un encomio condiviso. Lavorano nel back stage a scanso di gloria, nutrendosi delle impagabili soddisfazioni che affiorano dal sorriso di un ospite, inizialmente smarrito, ma che alla fine dell’avventura non vorrebbe mai lasciare il Tacco dell’Italia.
Tra feste esaltanti, escursioni strepitose per gli angoli più belli della costa salentina e incontri di scambio artistico in location armoniose, sono volati anche quest’anno i giorni in cui l’Obelisco e l’Ecotekne fervevano grazie ai diversi linguaggi che volteggiavano nell’aria.
Ecco la formazione che può far gonfiare il petto d’orgoglio a tutti coloro che credono nell’Unile, difendendola dai bacchettoni di turno, esperti nel rintracciare il cavillo più impercettibile (da sinistra a destra nella foto abbiamo):
Simone Branca e Andrea Colonna, i due fondatori di Erasmusland Lecce;
E poi tutti i volontari del team, Antonio Stasi,
Eleonora Rielli, Anna Francavilla, Dalila Caggia,
Pamela Lezzi, Laura Frassanito, Maria Sofia Rossetti,
Davide Fasiello, Alessandro Sicuro e Ernesto Gigante.
Abbiamo avuto la fortuna di chiacchierare con un gruppo di ragazzi Erasmus che è arrivato all’epilogo dell’esperience 2015/2016, ottime risorse che si sono ambientate benissimo all’interno del tessuto cittadino. Ovvimente l’impatto all’inizio non è stato ottimale, soprattutto per gli studenti nordici, per il semplice fatto che non tutti i colleghi italiani parlano un preciso inglese e a volte non hanno la capacità di comunicare con accuratezza (me compreso). Ma col passare del tempo gli Erasmus, attraverso incontri distensivi nei party universitari, gite fuori porta, frequenza in palestre e altri centri sportivi, si sono subito ambientati a dovere, instaurando un rapporto di amicizia con gli italiani a loro vicini.
Abbiamo conosciuto Philip per esempio, un brother inglese dal cuore grande, che a dire il vero nei suoi mesi di permaneza in Italia non ha imparato tantissimo della lingua, ma che si è integrato perfettamente con gli studenti di Ingegneria e di altri indirizzi. Ci raccontava della sua tristezza per la questione Brexit, che lo rende a tutti gli effetti un privilegiato, visto che sarà probabilmente uno degli ultimi ragazzi ad usufruire del progetto europeo. Lui ama l’Arsenal, la musica Black e le ragazze italiane, e attraverso questi linguaggi universali si è avvicinato alla nostra cultura, discutendo dei vizi e delle virtù rispetto alla sua.
Abbiamo fatto amicizia anche con Ruben e José, studenti di Ingegneria e Giurisprudenza, provenienti dalla corona spagnola. Loro si sono ambientati in un amen nel Salento anche grazie alla vicinanza sostanziale tra life style ispanico e quello italico.
Tra latini ci si capisce al volo. Nelle partite universitarie di calcetto Ruben e José battagliavano portando i vessilli del Real il primo e del Barça il secondo, regalandoci giocate di pregevole fattura. Nelle feste infrasettimanali i due baldi giovani, assieme alle studentesse spagnole, erano l’anima delle serate. Stesso discorso vale per Tiago, studente portoghese a cui piacciono tanto gli sport estremi, esercitati nel mare luccicante del Tacco tra un macht e l’altro del suo Portogallo (dominatore d’Europa nel football).
Le più festaiole e piene di vita sono però senza alcuna ombra di dubbio Juliette, Jasmine e Clémence, ragazze Erasmus francesi che si sono letteralmente innamorate della nostra terra e hanno goduto a pieno di ogni sua potenzialità, partecipando a ogni tipo di evento culturale e giovanile. Nelle mattinate più torride partivano con tanta gioia verso la bellezza cristallina di Porto Cesario, tra un esame umanistico e una canzone italiana intonata per via Taranto.
E gli studenti italiani (o di origine straniera) che salpando dal nostro Ateneo hanno sposato questa strepitosa avventura internazionale, come si sono trovati all’estero?
Rebbecca di Lingue e Letterature ci ha raccontato le sue giornate francesi in quel di Nancy tra baguettes e croissants deliziosi:
“Sono stata a Nancy l’anno scorso, per 5 mesi, da gennaio e giugno. Inutile dire che è stata un’esperienza meravigliosa, sono cresciuta tantissimo, ma certo, ci sono gli aspetti positivi e quelli negativi. Per quanto riguarda l’Università, pretendevano davvero tanto, il solo fatto per esempio di chiedere di usare un dizionario ad un esame di storia (si trattava di un saggio, quindi esame scritto) era inconcepibile per loro perché davano per scontato che essendo là dovevi sapere per forza benissimo la loro lingua… questo mi ha un po’ scoraggiata la verità. Per quanto riguarda i compagni di corso, certo ci sono persone e persone, ma la maggior parte di loro si rifiutavano anche semplicemente di aiutarti, erano abbastanza chiusi, infatti, sono pochi i francesi con i quali abbiamo legato, per non dire quasi nessuno. Ho legato invece con persone da tutte le parti del mondo, rumeni (sono rumena anch’io), spagnoli, brasiliani, marocchini, portoghesi, polacchi… comunque è un’esperienza che rifarei altre mille volte, era il mio piccolo mondo e la città mi manca tantissimo, ci devo ritornare, probabilmente per la Laurea Specialistica”.
Giulia di Lingue e Letterature invece si è misurata con la realtà Portoghese nell’Ateneo di Coimbra:
“Io sono stata solo un mese, perché sono dovuta tornare per dei problemi personali, comunque per il tempo che ho trascorso lì mi sono trovata benissimo… all’Università di Coimbra, nell’Ateno di Lettere, i professori erano bravissimi e anche le persone in generale mi hanno trattato benissimo”.
Abbiamo registrato anche l’esperienza di Virginia (sempre studentessa di Lingue), che nella piccola Saarbrücken, tra i boschi di una Germania romantica, ha potuto appurare come l’organizzazione maniacale dei tedeschi non abbia eguali, ma sicuramente in quei mesi le toccò tralasciare tutta la movida latina, purtroppo assente nel citato centro universitario. Le amicizie coi colleghi tedeschi sono vivide ancora oggi e il suo parlato germanico, maturato nella Merkel’s home, è adesso eccellente.
Infine ci siamo ritrovati ad osservare il percorso meraviglioso di Roberta e Lorenzo, una giovane coppia (ingegnere lui e laureanda in giurisprudenza lei) che ha portato a termine un programma Erasmus a Huelva, in Spagna, di quasi un anno, traformandosi rapidamente in dei ottimi praticanti della cultura roja. Al loro ritorno hanno lasciato tantissimi nuovi amici, un grumo di malinconie e voglia di ritornare presto, perché questo progetto è in primis emozione indelebile e piacere della scoperta. Eccoli qua (da sinistra a destra nella foto) Lorenzo e Roberta con i loro compagneros aitanti per uno degli innumerevoli eventi sorprendenti a cui hanno partecipato nel cuore dell’Andalusia.
Che dire, una serie entusiasmante di storie che si intrecciano e danno forma a un romanzo dalle sensazioni irripetibili, chiamato Erasmus Experience.
Un momento angolare per il sentiero (a volte confuso) di uno studente universitario, che può aprire la mente, accrescere la propria sensibilità e ampliare gli orizzonti che giammai sono perduti.
Diceva un signore incommensurabile chiamato Martin Luther King “La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità e convenienza, bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide”…
L’avventura Erasmus è un’occasione di miglioramento interiore da non perdere, per il semplice fatto che migliorare la propria essenza è il primo determinante passo per migliorare l’altro, e di conseguenza il posto in cui si vive.
Erasmusland Lecce è promossa a pieni voti, assieme a tutti gli ospiti stranieri che hanno arricchito il nostro territorio con il loro intense impronte.
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Category: Costume e società, Cultura, reportage