Vada pure… / DONNE AL VOLANTE…
di Elena Vada______
In relazione al ‘Salone’ di Torino del mese scorso, ho in arretrato il desiderio di sottolineare lo sforzo delle case automobilistiche italiane di rilanciare il settore auto; e i complimenti ai progettisti, che ritengo i migliori del mondo, ai quali siamo molto legati, per tradizione e successi: Cecomp, Frangivento, IDEA Institute, IED Torino, Italdesign, Model 5, Pininfarina, Politecnico Torino, Skorpion Engineering, Studio Torino, Up Design.
Ma, detto ciò, ho di attualità l’ inchiesta condotta al Salone, che è stata appena elaborata compiutamente, sul tema…MA LE DONNE AL VOLANTE? Esiste ancora il vecchio adagio “PERICOLO COSTANTE”?
Eh no, amici cari. Non è così, non l’ho è mai stato. Certo qualcuna che si fa il trucco con lo specchietto retrovisore..magari rallenta un po’ il traffico.
Siamo sicuramente più lente e meno scattanti (cosa che fa imbestialire gli uomini ai semafori e rotonde) ma sicuramente anche meno pericolose rispetto agli uomini.
Ricerche e statistiche trasmesse da Assicurazioni, Aci e Censis provano che le più brave al volante siamo noi: provochiamo il 15% di incidenti in meno e siamo pure, più brave a posteggiare (io faccio eccezione) e siamo meno “piratesche”.
C’è poi uno studio incentrato sugli effetti degli estrogeni. La ricerca, realizzata attraverso il Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery (CANTAB), ha preso in esame un gruppo di volontari (maschi e femmine, dai 18 ai 35 anni), dimostrando maggiori livelli di attenzione e più elevate capacità di apprendimento delle regole nelle donne, rispetto agli uomini. Guidare risulta quindi più semplice per le rappresentanti del gentil sesso, in quanto capaci di interagire con i diversi stimoli esterni, sempre mantenendo un’elevata capacità di attenzione.
Questo è pure dimostrato dalla nostra vita quotidiana: riusciamo a cucinare, spazzare in terra, attaccare la lavatrice, correggere i compiti dei figli, leggere il giornale, seguire la telenovelas alle TV e rispondere al cellulare..TUTTO INSIEME.
Per le donne la macchina deve essere affidabile, sicura, capiente secondo le necessità della famiglia, possibilmente economica (deve consumare poca benzina).
Gli uomini sognano una macchina potente, veloce, bella, tecnologica.
Certo, le donne mettono meno cura nella manutenzione della vettura.
Nel corso dell’ultimo anno, hanno ammesso di non aver “mai” (perbacco, mi hanno scoperto) lavato l’auto, controllato la pressione delle gomme, fatto controlli dal meccanico.
L’indagine, inoltre, ha rilevato che, su mille uomini proprietari di auto, dieci provocano sinistri, mentre su mille donne, solo sei causano incidenti.
I risultati della ricerca consentono di identificare l’identikit del guidatore italiano più sicuro:
è una donna tra i quaranta e i cinquantanni, abita in una cittadina di provincia del nord-est d’Italia; possiede una vettura di media cilindrata, e va su e giù casa, lavoro, scuola, tennis, catechismo, supermercato, eccetera.
Non prestate più la vostra auto a figlio, marito, fidanzato, amico eccetera. Mandiamoli tutti in metro o tram,magari chiamato “DESIDERIO”, al grido-:”MA CHI TI HA DATO LA PATENTE?”
In questo momento, immagino il volto divertito del mio carrozziere, che per l’ennesima volta, sostituisce paraurti, fanali rotti, ammaccature varie, provocate accidentalmente..
L’eccezione conferma la regola!
Aggiungo una curiosità: LA PRIMA DONNA PATENTA IN Italia fu, la Signorina Ernestina Prola di Borgofranco presso Ivrea. Intervistata, dopo la consegna del documento di guida, disse candidamente-:”Se la Francia ebbe la trovata delle donne cocchiere, l’Italia avrà quella delle donne conduttrici d’auto!”.
La data del rilascio di questa patente? 5 Giugno 1907.
Elena Vada
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura
Di Borgofranco d’Ivrea? La mamma era una Bernard, di Exilles, dove esiste tutt’ora la villa che fece costruire e che abitò (nei periodi estivi) fino al 1954, anno della sua morte nella sua casa di piazza Carlo Felice a Torino. Forse il padre, ingegnere delle ferrovie, era di Borgofranco, ma girò tutto il mondo fino ad approdare nel paesello della Val di Susa, ove davanti alla sua abitazione esiste una targa commemorativa per la prima donna italiana ad aver conseguito la “licenza di guida”.