DUM BARII CONSULITUR, LUPIAE EXPUGNANTUR / IL PROCURATORE CATALDO MOTTA VA A BARI E STRIGLIA I POLITICI DELLA REGIONE: “Gli imprenditori salentini pagano il pizzo. Il welfare ormai lo fa solo la Sacra Corona Unita. La repressione non basta più…Fate presto: create uno strumento di intervento culturale che aiuti i cittadini”
(Rdl)_____E’ cominciato oggi a Bari l’iter legislativo della proposta di legge regionale “Istituzione di una Commissione d’indagine e di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata nel territorio regionale ed in particolare sul cosiddetto fenomeno eco-mafioso” (a firma dei consiglieri M5S), congiuntamente alla proposta di legge istitutiva di una “Commissione speciale di studio e di indagine per la promozione della cultura della legalità ed il controllo o forma di attività corruttiva” sottoscritta dal consigliere regionale Sabino Zinni (della lista ‘Emiliano sindaco di Puglia’), entrambe assegnate in sede referente alla VII commissione.
L’affinità dei temi trattati ha imposto l’esame congiunto di entrambe le proposte di legge.
I lavori consigliari sono iniziati on l’audizione del procuratore antimafia di Lecce Cataldo Motta.
Dal magistrato è arrivata la richiesta di “unificare ed integrare le due proposte di legge, creando un’unica Commissione d’inchiesta. Il momento è tale da dover privilegiare la logica preventiva a quella della repressione. La cosa grave è che c’è stato un contrasto particolarmente rigoroso, continuo e approfondito, ma ciononostante le associazioni mafiose locali stanno ottenendo consenso sociale.
Il momento è tale che la logica preventiva va privilegiata rispetto alla repressione.
Nonostante il rigore della risposta fornita da magistratura e Forze dell’Ordine, il percorso della criminalità si sia riprodotto ed evoluto nel tempo sino ad assumere connotati di una vera e propria mafia, acquisendo quindi caratteristiche molto simili, ad esempio, a quella calabrese.
Si manifesta con un carattere ‘sociale’, mediante l’elargizione di piccole contribuzioni per il sostentamento economico, impegnandosi nella ricerca di lavoro, spingendo gli imprenditori a chiedere autonomamente protezione come avviene per gli operatori delle strutture balneari salentine che alla criminalità organizzata affidano servizi di guardiania. Una mafia che privilegia un modus operandi simile ad un welfare sociale.
Se il fenomeno ha caratteristiche sociali il carcere non basta più, è necessario uno strumento che agisca nella sfera della società: una impostazione culturale promossa dal legislatore regionale è importante e può essere particolarmente utile perché il momento è favorevole.
Il risultato finale può essere interessante e costruttivo nel momento in cui la norma sul piano conoscitivo fornisce elementi che aiutano il cittadino”______
Unanimi nella valutazione favorevole i commenti politici.
In particolare, il gruppo del M5S: “Avevamo depositato la nostra proposta di legge per l’istituzione di una commissione Antimafia già da novembre 2015, la commissione arriva a parlarne, ad ogni modo meglio tardi che mai. Siamo lieti che nel corso dell’audizione di questa mattina anche il procuratore Motta abbia speso parole di elogio nei confronti della nostra proposta. Oggi anche i partiti sembrano essersi accorti della necessità di discutere la problematica anche se, forse per non lasciare la paternità di questa commissione al M5S, hanno preferito depositare una nuova proposta anziché limitarsi semplicemente ad emendare la nostra. Ad ogni modo il nostro obiettivo rimane il bene del territorio, quindi se per vedere realizzata l’idea di questa commissione sarà necessario, venendo incontro alle richieste dal procuratore, accorpare le due proposte noi siamo disponibili purché, come richiesto nella nostra proposta antimafia e come ribadito nel corso dell’audizione, si mantenga un focus sugli ecoreati.
Nel corso del suo intervento il procuratore Motta ha ribadito la necessità, per contrastare i fenomeni mafiosi, di un intervento non solo giudiziario ma anche e soprattutto a livello sociale e culturale. Una integrazione che ci sentiamo di appoggiare in pieno non sembra dello stesso avviso il governo centrale che invece ritiene opportuno tagliare fondi alla cultura e alla scuola.”______
Paolo Pellegrino, lista “la Puglia con Emiliano”: “Le parole condivisibili e puntuali del procuratore Motta ci spingono a fare meglio e a unificare le due proposte di legge per l’istituzione di una commissione regionale d’inchiesta sui fenomeni mafiosi…È necessario rompere questa logica criminale non solo con la mera repressione, ma con un’intesa attività culturale di prevenzione e di formazione. Il procuratore ha fatto riferimento ad esempio a settori ben precisi, come quello edile e ricettivo, nei quali spesso le organizzazioni criminali sottraggono risorse all’imprenditore di turno aggiudicandosi servizi e posti di lavoro. Per questo le due proposte di legge istitutive devono essere unificate per la costituenda commissione d’inchiesta su mafia e attività corruttive, che dovrà tenere dentro non solo la lotta ai reati ambientali, che deturpano le bellezze paesaggistiche e naturali non del Salento e di tutta la Puglia, ma tutti quei comportamenti corruttivi che minano il leale patto sociale tra cittadini, istituzioni e magistratura”______
Il presidente della commissione, Saverio Congedo, Conservatori e riformisti: “L’intervento del procuratore costituisce un momento di straordinario valore, per l’autorevolezza della testimonianza e del contributo su un tema che non può e non deve essere delegato esclusivamente al meritorio lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine.
Un fronte in cui ciascuno deve fare fino in fondo la propria parte a cominciare dalla politica e, per quanto di nostra competenza, dall’istituzione regionale.
L’obiettivo non può che essere quello di dotare la Regione di uno strumento concreto di contrasto ai fenomeni malavitosi e corruttivi, e di promozione della cultura della legalità, alla quale ha fatto riferimento anche il procuratore Motta come elemento importantissimo per ogni tipo di contrasto a tutte le mafie.
Un tema sul quale la politica e i gruppi regionali non possono dividersi: nella lotta alla criminalità l’unità non solo è indispensabile, ma deve essere facilmente riconoscibile”.