UN GAZEBO SENZA PERMESSO PUO’ DIVENTARE UN REATO
di Stefania Isola * (avvocato – per leccecronaca.it )______
Molti esercizi commerciali, soprattutto nel periodo estivo, realizzano gazebo ed altre strutture simili.
Recentemente, però, la Corte di Cassazione, terza sezione penale, ha deliberato sul ricorso del gestore di un ristorante cui il Tribunale aveva emesso un decreto di sequestro preventivo riguardo la creazione di uno spazio destinato ad accogliere i clienti.
Inizialmente il Tribunale aveva deliberato sulla costruzione incriminata che invadeva il suolo pubblico occupandolo senza titolo posta la necessità del preventivo rilascio del permesso di costruire.
Bisogna stare attenti, infatti, alle dimensioni ed alle caratteristiche costruttive perché, spesso, per tali opere deve essere rilasciato un apposito permesso.
Come argomentato dalla Corte, opere come quelle che spesso si vedono in giro, non si riferiscono a contingenti esigenze di esercizio dell’attività di ristorazione ma determinano un incremento volumetrico dell’esercizio commerciale.
La difesa del gestore, per il quale la costruzione serviva a delimitare lo spazio esterno del locale ed assicurare la sicurezza e l’incolumità delle persone che vi erano presenti, era che si trattasse di un dehor, ossia un’area esterna ad un pubblico esercizio attrezzata con arredi.
Tuttavia, secondo la Cassazione, la costruzione, per come era realizzata, determinava una nuova volumetria suscettibile di autonoma utilizzazione.
Che, per giunta, non potrebbe neppure definirsi precaria, visto che, secondo quanto ripetutamente stabilito dalla giurisprudenza, la precarietà non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente determinata.
A tal proposito quindi sono irrilevanti le caratteristiche costruttive, i materiali impiegati e l’agevole rimovibilità, e l’opera, per definirsi precaria, deve avere una intrinseca destinazione materiale ad un uso realmente precario per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo e deve poter essere eliminata alla cessazione dell’uso.
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