STORIA DI UN’ELEZIONE UNIVERSITARIA / LA LEALTÀ INTELLETTUALE ALBERGA NELL’ATENEO, LINK E OBIETTIVO STUDENTI SI DANNO IL CINQUE
di Annibale Gagliani______
“Non condivido la tua opinione, ma darei la vita affinchè tu possa esprimerla…”. E chi l’avrebbe mai immaginato al crespuscolo del settecento che quel riccioluto filosofo, appellato François-Marie Arouet, ma registrato agli onori del pensiero come Voltaire, avesse espresso la più grande galanteria ideologica della storia. Siamo nelle viscere di una primavera mirabolante, gattopardesca come al solito, però più figa perchè ci ritroviamo tutti connessi con l’emisfero.
Tra l’Ex Manifatture Tabacchi e il placido Ateneo di Porta Napoli si respira aria di sfida accademica: Il guanto è stato lanciato dalle palpitanti elezioni universitarie che vanno in scena ogni ventiquattro mesi. Tante liste spalmate sul testone dello studente medio, ridotto spesso a zombie dal troppo studio o dalle esagerate feste di inter-facoltà. Sudore nobile, propositi indomabili e corse alla Pietro Mennea per tutti coloro che cercano di infondere la propria idea di cambiamento ai propri colleghi di venture o sventure (fate voi).
Tanto pluralismo politico in questa tornata, ma è innegabile come i favori del pronostico siano indirizzati verso due simboli in particolare, che hanno goduto negli anni di maggior appeal: Link (dalla visione porporina e progressista) e Obiettivo Studenti (più celestiale, dall’approccio decisamente conservatore). Più di qualche episodio, ingenuamente poco leale, si è registrato negli ultimi giorni leccesi di fresca electoral campaign: manifesti degli dei contendenti stracciati, false accuse verso l’altro e disinteresse al confronto face to face. Atti deprecabili che stanno facendo rivoltare nella tomba l’olimpico Pierre de Cubertin.
Tout court ci troviamo nella classica situazione tramandataci dagli Starace, Mussolini e Giovanardi. Eppure nello scirocco imperterrito di ieri mattina qualcosa è cambiato. Un esponente di Link per Scienze della comunicazione, Giuseppe Semeraro (detto Pino) è stato aiutato ad attaccare il proprio manifesto da due colleghe di Lettere Classiche, Carmen Costanza e Alessandra Leo, e da una compagna SDC, Anna Laura Ruberto. E voi mi direte, che c’è di strano? Beh, si sa che il gentil sesso ha un modus operandi più cortese, ma il fatto risonante è un altro. In realtà le tre donzelle parteggiano per Obiettivo Studenti, e stamattina si è assistiti finalmente a un sospirato gesto di Fair Play. Le due liste hanno fatto banchetto una affianco all’altra fino all’ora di pranzo, esponendo le proprie strategie con cavalleria nel via vai degli étudians. Lo scambio di opinioni è avvenuto con serenità e giudizio, e alla fine dello stesso i rossi di Link hanno invitato i rivali di Obiettivo a un aperitivo culturale organizzato ieri pomeriggio allo Stadium 2000.
È questa l’Università che desideriamo ardentemente nel nostro futuro: Competenza, Passione e Lealtà.
Ricordo ai più che non importa per chi voterete, l’importante è scegliere attraverso la “propria” idea. Vi è bisogno di un segno concreto a matita il 18 o il 19 maggio prossimi per poter dare genesi a nuovo (magari quello giusto) cambiamento universitario: si vota allo Sperimentale Tabacchi (aula SP2) e in Ateneo (aula B1) per i letterati, i pedagogisti, i comunicatori e per i filosofi; all’Ecotekne per tutti gli altri, definiti scienziati, ingegneri o giuristi. Non perdere questa ennesima opportunità di “essere” individuo “attivo”, e soprattutto si te stesso Cher Amie! “Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo…”. Musica, sentimenti e leggenda della pace sociale fatta persona: Mahatma Gandhi.
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Caro Annibale non mi spieghi perché il clima intollerante sarebbe ” la classica situazione tramandataci dagli Starace, Mussolini e Giovanardi?”.
Proprio l’università di Lecce, oggi Università del Salento, è stata per decenni palestra dell’intolleranza più bieca nei confronti degli studenti di destra.
E ancora oggi i Baroni invitano personaggi come Curcio o Capanna a tenere lezioni sulla democrazia e la libertà.
Per capirci Renato Curcio era un signore che in nome del comunismo sparava alla gente, il compagno Mario Capanna era a Milano il capo dei katanghisti, ossia gente che sprangava alla testa chi non era di sinistra, perché avevano scoperto che far morire un ragazzo dopo che si era fatto 40 giorni di coma terrorizzava chi gli era vicino molto di più di una morte rapida con un colpo alla testa.
A presto.
A ciascuno i suoi cattivi esempi. Oggi ho scritto un articolo distensivo e ho citato le Bads face più eclatanti, solo per sfottò, un domani (appena finirò gli studi) parlerò dei vostri cari baroni. Vi avviserò poi dove potrete acquistare il testo, il prezzo non sarà di certo da barone, se lo potrà permettere anche “Uccio gnorante”.
Cordialmente
Gli scheletri nell’armadio li hanno tutti, ma questa mera constatazione non può che stigmatizzare una circostanza: dalla prospettazione di un futuro “diverso” (e difficilmente peggiore dello stato attuale), non stantio od autoreferenziale (anche in ambito universitario, più o meno baronesco ma sempre tale, che dir si voglia), uccio (tutt’altro che “gnorante”, atteso che dimostra una oramai poco comune conoscenza della storia) si sofferma sul passato. Non sono un entusiasta per natura, stenterei a sacrificare la vita affinchè qualcuno possa esprimere la sua opinione (anche qualora coincidesse con la mia), ma sono propenso a pensare che, come ogni singolo giorno può essere l’inizio di una nuova vita, così un cambiamento quale quello di che trattasi, può rappresentare il principio di un risveglio delle coscienze, e faccia (perdonate la schiettezza del linguaggio che segue) muovere un pò il fondoschiena a chi è bravo solo a lamentarsi. Saluto l’alba in quanto nuova, ed anche se nel corso della giornata appena iniziata, dovessi poi pentirmi per aver varcato l’uscio, non colpevolizzerei mai il sorgere del sole.
Buena vida