IL SISTEMA FINANZIA LA FICTION “SISTEMA” SU RAI 1
di Checco Adinolfi______Si chiama SISTEMA, la nuova fiction che RAI 1 sta mandando in onda in prima serata.
“Un sistema di fitti intrecci è alla conquista della città di Roma. Un sistema dove l’alta società e il basso della criminalità da strada sono collegati da un filo: una banda di criminali con radici nell’estrema destra. Una storia di corruzione e violenze, mafie ed ex terroristi, usura e traffico di droga, appalti truccati e riciclaggio di denaro sporco.”
Questo è quanto si legge nella presentazione.
Finanziata da Apulia Film Commission, ossia con i nostri soldi.
Insomma la solita solfa, la trama e un po’ sulla falsa riga dei tanti film di Commissari di polizia o Marescialli dei carabinieri, questa volta però ad andare in scena è la Guardia di Finanza ed il protagonista della serie è il Maggiore Alessandro Luce ( Claudio Gioè), l’eroe buono, con la bella Daria Fabbri (Gabriella Pession) un po’ di sesso oltre all’azione non guasta.
Però mentre in passato, la RAI produceva sempre con i soldi di noi cittadini e non di Vendola di Renzi o del PD, film nei quali si limitava a mettere alle spalle del poliziotto buono, vedi il caso di Roul Bova nella parte di “Ultimo”, l’immagine di Che Guevara, in questa fiction ciò che si nota è il cattivo, il mafioso infatti viene costantemente ripreso alla sua scrivania, sulla quale fanno bella mostra di se, non uno ma ben tre busti di Mussolini, ma gli autori non contenti, caso mai a qualche spettatore, l’equazione fascista-mafioso fosse sfuggita, alle spalle del protagonista cattivo gli appendono un quadro sempre con l’effige del Duce.
Naturalmente questo mafioso dev’essere un tantino disinformato visto che Mussolini mandò uno dei migliori poliziotti in Sicilia a combattere la Mafia, il Prefetto Mori, che costrinse la mafia a nascondersi, ed infatti appena questa ne ebbe l’occasione si vendicò.
Quando gli americani sbarcarono in Italia per liberarci dal Fascismo, non dovettero sparare neppure un colpo, ad organizzare lo sbarco ci aveva pensato la Mafia.
Questa la fiction di RAI 1, ora passiamo dalla finzione alla realtà. Dal racconto televisivo al telegiornale.
Ieri il telegiornale di RAI 1, dando la notizia di un arresto a Reggio Calabria, ha detto che questo signore proviene dagli ambienti dell’estrema destra perché partecipò alla Rivolta di Reggio Calabria.
Ora non sappiamo se il giornalista ha subito il fascino della fiction, se è farina del suo sacco, visto che in RAI senza tessera di partito non si entra, o se invece c’è dietro una regia.
Comunque per quanti non lo ricordano, la Rivolta di Reggio Calabria avvenne quarantasei anni fa, essa fu la più grande Rivolta del dopo guerra in Europa, naturalmente il Sistema dei poteri forti non farà mai un film su quella rivolta di popolo, che durò un anno intero dal 1970 al 1971, e coinvolse tutto il popolo di Reggio Calabria.
Per cui seguendo la logica del giornalista di RAI 1, possiamo affermare che tutti i cittadini di Reggio Calabria che abbiano superato i sessanta anni sono estremisti di destra.
Si ha la sensazione che si stia cercando di ricreare un clima di caccia alle streghe come avveniva negli anni Settanta.
All’epoca la Televisione di Stato, a distanza di due ore dall’esplosione di una bomba, mandava in onda un’edizione straordinaria nella quale il giornalista RAI dichiarava: ” due ore fa è esplosa una bomba che ha provocato morti e feriti, non è stato preso nessuno, non si sa chi sia stato, ma la bomba è di chiara marca fascista”.
Io che pure ero un ragazzino rimasi frastornato dalla sicurezza di quel giornalista della Rai, che senza nessuna prova dichiarava al mondo chi erano i responsabili di quella strage.
E’ passato mezzo secolo e gli autori di quella strage sono ancora sconosciuti, ma siamo sempre più convinti che quella strage fu di STATO, o per rimanere in tema di SISTEMA.
Le bombe degli anni ‘Settanta, ebbero la funzione di stabilizzare il sistema dei partiti del cosiddetto Arco Costituzionale, che traballava. Il M.S.I. , partito di opposizione, che nel 1972 aveva raddoppiato i consensi fu criminalizzato, e da allora la destra in Italia politicamente e culturalmente non ha avuto più alcuna funzione.
Abbiamo dovuto aspettare Mani Pulite prima e Grillo poi, perché il sistema dei partiti fosse messo in discussione.
Appena scoppiò la bomba a Brindisi davanti ad una scuola, dove perse la vita una ragazzina di sedici anni e rimasero ferite altre sue coetanee, qualcuno ebbe la tentazione di farla passare per un attentato politico dell’opposizione, era il periodo in cui il Movimento 5 Stelle si preparava ad entrare in Parlamento, poi per fortuna i carabinieri fecero il loro lavoro e giunsero presto all’individuazione del responsabile.
Ma andatevi a rileggere le prime dichiarazioni quelle a caldo.
E non fu un caso che Grillo citando il verso di una canzone dichiarò: “bomba non bomba arriveremo a Roma”.
Non sarà per caso che qualcuno che fa parte del SISTEMA, comincia a preoccuparsi che il vento “populista” dicono loro, popolare dico io, che spira in Europa possa arrivare anche in Italia?
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