ATTENTATO INCENDIARIO A CELLINO SAN MARCO CONTRO LA CASA NATIA DI ALBANO. LIEVI I DANNI, MA TANTA AMAREZZA PER IL CANTANTE: “Me ne sono già andato via una volta da questo paese nel 1961, me ne posso andare via un’ altra volta adesso”
(e.l.)______Questa notte qualcuno, prima dell’ alba, ha dato fuoco al portone dell’ abitazione natia di Albano Carrisi, a Cellino San Marco, in via Di Vittorio, nel centro del paese, usando cartoni impregnati di combustibile, accatastati in un angolo dell’ ingresso.
La casa è disabitata, ma il cantante, che vive nella sua vicina tenuta, è comunque molto affezionato ad essa, poiché contiene suppellettili e masserizie legati alla sua infanzia e adolescenza, e la usa saltuariamente, soprattutto quale testimonianza diretta per interviste.
L’allarme è scattato verso le 4.30: sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, che hanno rapidamente messo in sicurezza il residuo di incendio, e i carabinieri, che hanno avviato i rilievi, verificando la presenza di liquido infiammabile sull’uscio, versato per dare fuoco ai cartoni.
Lievi i danni.
Il cantante, fuori regione per lavoro, a Torino, è stato informato dell’accaduto e al suo rientro sarà ascoltato dai carabinieri come persona offesa. I militari stamattina hanno effettuato un ulteriore sopralluogo nella zona e stanno valutando la possibilità di acquisire le immagini delle videocamere di sorveglianza installate nelle strade limitrofe.
“Sono molto segnato dall’ accaduto. Per me è uno sfregio, doloroso e morale, un bagaglio di amarezza perché a Cellino ho investito tutti i proventi del mio lavoro e da anni offro lavoro a tanta gente.
Mi ha chiamato mio fratello Franco, che si sta occupando della cosa. Quella è la mia casa natale, la casa che mio padre mi ha lasciato in eredità e spesso ci porto i miei figli per fargli vedere dopo sono nato.
Non so se ho sbagliato qualcosa nei confronti di qualcuno, non so darmi la benché minima spiegazione. Non è escluso sia un atto di follia ed è quello che spero e che voglio credere.
Sono già andato via da Cellino una volta nel 1961, me ne posso andare ancora adesso nel 2016.
Per me quella casa rappresenta il cuore, le radici. Senza riscaldamento, con un grande camino che insieme al calore umano bastava a riscaldare gli unici tre ambienti. All’interno ogni cosa è rimasta al suo posto, niente è stato toccato. E’ come se avessero bruciato un presepe. Vergogna”.
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