DIARIO DEL FESTIVAL DEL CINEMA EUROPEO DI LECCE / DALL’ OCCHIO AL CUORE / CON “ASINO VOLA” L’INAUGURAZIONE, INCENSATA DA LINO BANFI E MARIAGRAZIA CUCINOTTA
di Annibale Gagliani______
Si respira una brezza frizzante in questa Lecce che ha ripescato dall’armadio polveroso lo smoking bianco delle occasioni irripetibili. Centro gravitazionale di feelings, sfumature europee e fotogrammi sognanti è un occhio, quello purple style del diciassettesimo Festival del Cinema Europeo.
L’inaugurazione è stata notevolmente apprezzata dalla crème produttiva della ville, e ciò non era affatto scontato. Ha influito la vicinanza immancabile del Sindaco Paolo Perrone e dell’Assessore regionale Loredana Capone. Ha esilarato e stimolato la premiazione con l’Ulivo d’oro alla carriera di un “accultureto” Lino Banfi” e la presenza sensuale di una sempre verde Mariagrazia Cucinotta.
Però c’è ben altro nella notte distesa del Cinema Massimo, sicuramente il caloroso successo è racchiuso in due semplici parole: Asino Vola.
Parlo della pellicola d’apertura del Festival ideata e diretta da una strana ma vincente coppia: Paolo Tripodi e Marcello Fonte. La produzione cinematografica ha visto l’unione dell’opera di Tempesta Film assieme Rai Cinema.
Il film è di non complicata lettura, fatto in casa e con un cast di buon livello. La storia è affettuosa, struggente e melodiosa. Si narrano le peripezie di Maurizio, piccola peste che combina guai come fosse folgore in cielo. Lui, la sua famiglia e i suoi amichetti del cuore, il saggio asinello Mosé (doppiato da Lino Banfi) e la dispettosa gallina Angiulina (doppiata da Mariagrazia Cucinotta), vivono in un paesino sperduto di una Calabria dissanguata da problemi sociali mastodontici.
La guizzante peste ha un sogno chiuso a doppia mandata dalla madre integerrima in un cassetto fragile: imparare la musica. Purtroppo poter imparare uno strumento musicale e seguire regolarmente i corsi ha un costo proibitivo per quella famiglia disastrata, ma Maurizio non demorderà tanto facilmente.
Con l’aiuto del maestro della banda comunale e di altri personaggi che illuminano la sua caverna recondita, il desiderio di suonare dinanzi ai suoi compaesani per le celebrazioni della festa patronale si avvicina sempre di più, fino a diventare realtà. Anche la severissima madre capirà che la strada del suo fulmineo bambino è lontana da quelle brutture sociali e proiettata fortemente su un binario strabiliante chiamato musica.
Il finale è da vivere tutto d’un fiato, non perché lasci il forte impatto sul muso come un kolossal, ma perché riesce a far commuovere con poco. Il racconto di una realtà mai estinta nel Bel Paese, quella dei borghi accecati dalle profonde difficoltà, è pacato e intenso. Il film non intende offendere nessuno, anzi vuole rappresentare un plauso leale a tutti coloro che partono dalla “fine dell’Italia” per conquistarsi un luccicante angolo di paradiso nel mondo.
Il messaggio è ultra-positivo, la pellicola davvero piacevole, i protagonisti Francesco Tramontana (sorprendente) e Luigi Lo Cascio (puntuale e maturo) ben armonizzati nella trama. Curiosa è stata anche la quadrupla interpretazione di Marcello Fonte, che inscenato il padre di Maurizio, un veterano percussionista, l’ex capobanda del paesino e un balordo di campagna.
Tutto il canovaccio ruota attorno a due simboli carichi di sensibilità e passione: il tamburo del protagonista e la favella carezzevole dell’asinello Mosè.
Cercate questo lavoro filmico dove vi è possibile, perché detiene anche un risvolto di bontà, infatti parte del ricavato di esso andrà a sostegno dell’AILR (Associazione Italiana per la Lotta al Retinoblastoma) causa alla quale Lino Banfi e Mariagrazia Cucinotta sono valorosi testimonial.
Vi ricordo che stasera parte la gara dei cortometraggi per il concorso “Puglia Show”, assieme, ovviamente, a una selezione interessante di film europei e italiani che verrà proiettata in distinte sale del Cinema Massimo.
Buon Cinema Europeo a tutti!
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